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La strategia americana per il XXI secolo

di Roberto Migaldi - 13/09/2007

Fonte: associazioneedera

La strategia americana per il XXI secolo

alla luce della N.S.S. del 17 Settembre 2002

a cura di

Roberto Migaldi

Associazione Culturale Edera

Associazione Culturale Edera

www.associazioneedera.org

info@associazioneedera.org

Questo studio, sebbene puntuale nella sua analisi, non vuole essere esaustivo dell'argomento affrontato. L’obiettivo è quello di stimolare e svegliare le coscienze affinché acquisiscano, con una personale ricerca, piena consapevolezza delle dinamiche che gravano su di noi e sul nostro tempo.

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Sommario

PARTE I............................................................................................................................................5

INTRODUZIONE...............................................................................................................................7

LA DOTTRINA BUSH..........................................................................................................................9

ANALISI DEL DOCUMENTO..............................................................................................................10

L’Introduzione...................................................................................................................10

Capitolo 1 "Descrizione della strategia internazionale degli Stati Uniti"..........11

Capitolo 2 "Sostenitori di chi aspira alla dignità umana"....................................12

Capitolo 3 "Rafforzamento delle alleanze finalizzate a sconfiggere il terrorismo globale e lavoro di prevenzione verso attacchi contro gli Stati Uniti e alle nazioni amiche"......................................................................................................13

Capitolo 4 "Collaborazione con altri per sgominare i conflitti regionali"........14

Capitolo 5 "Prevenire i nostri nemici di minacciare con armi per la distruzione di massa contro gli USA, i loro alleati e i loro amici".......................15

Capitolo 6 "Dare inizio ad una nuova era di crescita economica globale attraverso il libero mercato e il libero commercio".................................................16

Capitolo 7 "Espansione dello sviluppo aprendo nuove società e costruendo l'infrastruttura della democrazia".................................................................................18

Capitolo 8 "Elaborazione di programmi per agire di concerto con gli altri centri principali del potere globale".............................................................................19

Capitolo 9 "Trasformazione delle istituzioni della sicurezza nazionale statunitense per far fronte alle sfide e alle opportunità del XXI secolo"..........21

Conclusioni........................................................................................................................22

PARTE II.........................................................................................................................................23

STRATEGIA DI SICUREZZA NAZIONALE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA 17 SETTEMBRE 2002 (DOCUMENTO INTEGRALE).......................................................................................................25

Introduzione.......................................................................................................................27

Capitolo 1............................................................................................................................31

Capitolo 2............................................................................................................................33

Capitolo 3............................................................................................................................35

Capitolo 4............................................................................................................................39

Capitolo 5............................................................................................................................43

Capitolo 6............................................................................................................................48

Capitolo 7............................................................................................................................53

Capitolo 8............................................................................................................................57

Capitolo 9............................................................................................................................63

3 4

Parte I

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Introduzione

Dopo la caduta del Muro di Berlino la priorità della politica internazionale U.S.A. si è concentrata sulla definizione di strategie adeguate a governare la nuova fase post-bipolare (apertasi con la fine della "guerra fredda"). L’elemento di "svolta" nella politica degli Stati Uniti, al di là di quello che può essere percepito e creduto, non è da ricercare nella reazione agli attentati dell’11 Settembre 2001, bensì nella presa di coscienza di aver vinto la "guerra fredda" e di rappresentare la sola superpotenza politica, economica e militare in grado di presidiare l’intero pianeta. Quattro eventi bellici (Guerra del Golfo del 1991; Guerra Balcanica durata dal 1991 al 1999; le Guerre, di fatto mai concluse, in Afghanistan e in Iraq) costituiscono le tappe fondamentali di quel processo di ridefinizione strategica che si estrinseca attraverso altrettanti documenti ufficiali elaborati dalle gerarchi politico-militari statunitensi.

Questi prendono avvio dal discorso tenuto dal presidente George W. Bush Sr. Il 2 Agosto 1990 e ricevono piena definizione con la cosiddetta "dottrina Bush", ovvero la The National Security Strategy of the United States of America del 17 Settembre 2002.

Il 2 Agosto 1990, nella cittadina di Asper (Colorado), G. Bush Sr delineava il progetto di una nuova era di crescita economica e pace universale. E’ il New World Order.

Questo progetto riceverà definizione ufficiale con la National Security Strategy of the United States dell’Agosto 1992 e ulteriore sviluppo col documento "confidenziale" Defence Planning Guidace redatto agli inizi del 1992 sotto la presidenza del Sottosegretario alla difesa Paul Wolfowitz.

Cinque sono i punti salienti del documento patrocinato da Wolfowitz:

1. il crollo dell’U.R.R.S. offre agli Stati Uniti "la straordinaria possibilità" di dar vita ad un sistema internazionale ispirato ai valori propri dell’occidente (libertà, democrazia ed economia di mercato)

2. la costruzione del Nuovo Ordine Mondiale passa necessariamente attraverso la creazione di un sistema di sicurezza ("global security") che assicuri, sotto la

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"leadership" degli U.S.A., una stretta cooperazione fra le tre aree industriali del pianeta (America del Nord, Europa e Giappone)

3. la creazione di un sistema di sicurezza planetario implica una dilatazione dei compiti e dell’area di intevernto della Nato. L’Alleanza Atlantica deve farsi carico dei fattori di "destabilizzazione internazionale" che possono mettere a repentaglio gli interessi dei paesi industriali

4. l’interdipendenza propria degli attuali processi di globalizzazione rende maggiormente vulnerabili gli interessi vitali dei paesi industrializzati.

Questi devono reprimere il "terrorismo internazionale" e contrastare la proliferazione delle "armi di distruzione di massa" al fine di assicurarsi il libero accesso alle fonti energetiche e all’approvigionamento di materie prime.

5. l’obiettivo di una "sicurezza globale" può essere raggiunto solo abbandonando il principio di non ingerenza negli affari interni degli stati sovrani e rivendicando il diritto-dovere di "ingerenza umanitaria" in tutti i casi in cui venga ritenuto necessario.

Nel Novembre 1991, in accordo con i punti 3, 4 e 5, la Nato emanava il secondo dei documenti ufficiali cui facciamo riferimento: il New Strategic Concept.

L’Alleanza Atlantica che viene delineata si fa portatrice di una rinnovata strategia non soltanto "reattiva" ma "espansiva" e "proiettiva"; in pieno accordo con queste rinnovate linee di azione la Nato interverrà in Serbia e Afghanistan.

Ulteriori esplicazioni delle linee americane provengono da un terzo documento ufficiale: il Quadriennial Defense Review Report del 30 Settembre 2001.

Sebbene venga diffuso 19 giorni dopo "l’11 Settembre" è il frutto di una lunga elaborazione che vede, anche in questo caso, come ispiratore Paul Wolfowitz. Gli obiettivi posti dal Quadriennial verranno ripresi e ampliati in un quarto ed ultimo documento datato 17 Settembre 2002.

Il National Security Strategy of the United States of America (N.S.S.) del 17 Settembre 2002, la cosiddetta "dottrina Bush", contiene le linee guida della politica estera U.S.A. e il loro approccio alle relazioni internazionali; l’obiettivo è promuovere la dottrina strategica della "guerra preventiva" contro gli "stati canaglia" (Rouge States) e l’imposizione di una nuova dottrina di intervento militare ("contro-proliferazione") per disarmare i potenziali avversari.

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La dottrina Bush

(National Security Strategy of the United States of America – 17 Settembre 2002)

L’N.S.S. del 17 Settembre 2002 consta di un’"introduzione", firmata dallo stesso presidente Bush Jr, e di un’esposizione articolata in ben nove capitoli.

La novità rispetto alla prassi strategica seguita dopo la II Guerra Mondiale è una rilegittimazione della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali.

Gli U.S.A. si arrogano il diritto di decidere i "valori" universalmente validi, il diritto di individuare, su scala planetaria, le minacce che possono compromettere gli interessi e "valori occidentali" e il dovere di intervenire, anche in modo preventivo, contro di essi.

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Analisi del documento

La disamina della N.S.S. è condotta attraverso la riproposizione dei passi più salienti

L’Introduzione

Tra toni trionfalistici, carichi di unilateralismo ed internazionalismo messianico, viene celebrata la "decisiva vittoria" delle "forze della libertà" nella "grande lotta (…) tra libertà e totalitarismo".

Bush assicura che gli U.S.A. non vogliono ottenere un "vantaggio unilaterale" ma cercano un "equilibrio di potere" che favorisca lo sviluppo delle libertà umane.

Queste vengono individuate nelle prassi tipiche della democrazia occidentale e del capitalismo internazionale (libertà d’impresa, di commercio e di mercato); la pretesa universalità di questi "valori" porta a considerarli "giusti e veri per ogni persona, in ogni società".

A monito di tutti viene espresso un preciso richiamo: "il dovere di difendere questi valori dai loro nemici è l’appello comune dei popoli amanti della libertà attraverso il mondo e lungo le diverse epoche".

Il nemico non è più rappresentato da "grandi eserciti" con "grandi capacità industriali", ma da "oscure reti di individui": queste "possono seminare grande caos e sofferenze (…), a costi assai minori di un singolo carro armato".

Bush continua affermando che "l’America reagirà contro le minacce emergenti prima che queste si siano pienamente delineate".

Nel documento la Russia e la Cina vengono espressamente citate come parti integranti della coalizione contro il terrorismo; e sono ben accette purché continuino nella "pacifica ricerca della prosperità, del commercio e del progresso culturale".

Gli U.S.A. infatti – sia ben chiaro – "resisteranno strenuamente a qualunque aggressione proveniente da altre potenze".

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Capitolo 1 "Descrizione della strategia internazionale degli Stati Uniti"

"Gli Stati Uniti possiedono una forza e un’influenza senza precedenti – e senza pari – nel mondo".

"Le visioni militari di classe, nazione e razza che promettevano l’utopia, ma davano miseria, sono state sconfitte e screditate". Ormai "(…) l’America non è più minacciata da stati conquistatori, ma da Stati perdenti, (…) da tecnologie catastrofiche nelle mani di pochi esagitati".

"Lavoreremo per tradurre questo momento di grande influenza in decenni di pace, prosperità e libertà".

"Lo scopo di questa strategia è contribuire a rendere il mondo non soltanto più sicuro, ma anche migliore.

I nostri scopi sulla via del progresso sono chiari: libertà politica ed economica (…)".

"Gli stati Uniti stessi e le nazioni amiche (…) daranno inizio ad una nuova era di crescita economica globale grazie al libero mercato e al libero commercio"

Espanderemo "il circolo dello sviluppo aprendo nuove società e costruendo l'infrastruttura della democrazia; (…)"

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Capitolo 2 "Sostenitori di chi aspira alla dignità umana"

"Nel perseguire i nostri scopi, il nostro primo imperativo consiste nel chiarire che cosa promuoviamo: gli Stati Uniti devono difendere la libertà e la giustizia perché questi principi sono giusti e veri per tutti i popoli e in tutto il mondo. (…)"

"L'America deve sostenere fermamente i requisiti non negoziabili della dignità umana: il diritto, i limiti al potere assoluto dello Stato; la libertà di parola; la libertà di culto; l'equità della Giustizia; il rispetto per le donne; la tolleranza religiosa ed etnica e la tutela della proprietà privata."

"I nostri principi guideranno le decisioni del Governo sulla cooperazione internazionale, sugli aiuti esteri che offriremo, e sull'allocazione delle risorse."

"Gli Stati Uniti:

(…)

· utilizzeranno gli aiuti esteri per promuovere la libertà e per sostenere quanti si battono con la non-violenza, garantendo che le nazioni che sono in cammino verso la democrazia vengano premiate per le misure che intraprendono; (…)"

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Capitolo 3 "Rafforzamento delle alleanze finalizzate a sconfiggere il terrorismo globale e lavoro di prevenzione verso attacchi contro gli Stati Uniti e alle nazioni amiche"

"Gli Stati Uniti d'America sono in guerra contro il terrorismo globale."

"La lotta contro il terrorismo globale è diversa da ogni altra guerra della storia.

Sarà combattuta su molti fronti contro un nemico particolarmente fugace per un periodo lungo. (…)"

"La nostra attenzione sarà rivolta nell'immediato a quelle organizzazioni terroristiche globali e a quei terroristi o Stati sostenitori del terrorismo (prima citazione degli Stati canaglia, n.d.r.) che tenteranno di procurarsi o di usare armi per la distruzione di massa o loro precursori;

· difendendo gli Stati Uniti, il popolo americano, i nostri interessi interni ed esteri tramite l'individuazione e la distruzione della minaccia prima che raggiunga i nostri confini."

"Gli Stati Uniti cercheranno costantemente di attirarsi il sostegno della comunità internazionale, ma al tempo stesso non esiteranno ad agire da soli, se necessario, per esercitare il loro diritto all'autodifesa agendo anche in via preventiva contro i terroristi, per impedire loro di fare del male al popolo americano e all'intero paese; (…)"

"Saremo (…) impegnati in una guerra per le idee, per vincere la battaglia contro il terrorismo internazionale."

"Ciò significherà (…) utilizzare tutta l'influenza statunitense, e collaborare strettamente con gli alleati e gli Stati amici per chiarire che qualunque atto di terrorismo è illegittimo, in modo che il terrorismo venga visto alla stessa stregua della schiavitù (…)"

"La libertà è in guerra con la paura, e il conflitto non avrà una fine rapida né facile."

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Capitolo 4 "Collaborazione con altri per sgominare i conflitti regionali"

"In un mondo dove le connessioni sono sempre più capillari, una crisi regionale può mettere sotto pressione le nostre alleanze, riaccendere le rivalità tra grandi potenze e dare luogo a spaventosi insulti alla dignità umana."

"(…),gli Stati Uniti collaboreranno con i loro partner e alleati per alleviare le sofferenze e ripristinare la stabilità."

Quando e dove i popoli siano disposti a fare la loro parte, noi saremo disponibili a muoverci con sollecitudine (giustificazione dell’interventismo U.S.A. a tutela dei propri interessi, n.d.r.)(…)".

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Capitolo 5 "Prevenire i nostri nemici di minacciare con armi per la distruzione di massa contro gli USA, i loro alleati e i loro amici"

"Con il crollo dell'Unione Sovietica e la fine della guerra fredda, lo scenario della nostra sicurezza è profondamente mutato.

L'impronta caratteristica del nostro rapporto con la Russia non è più lo scontro, ma la cooperazione (…)"

"Ma sono sorte nuove terribili sfide rappresentate dagli "Stati canaglia" e dai terroristi."

"(…)Questi Stati: abbrutiscono il proprio popolo e sperperano le proprie risorse nazionali (…)", "non mostrano alcun riguardo per il diritto internazionale (…)", "sono decisi ad acquisire armi per la distruzione di massa (…)", "sostengono il terrorismo su scala globale (…)" ed "infine rifiutano i valori umani basilari ed odiano gli Stati Uniti per tutto ciò che essi rappresentano."

"Dobbiamo essere disposti a fermare gli "Stati canaglia" e i loro clienti terroristi (…)"

"La nostra strategia completa per combattere le armi per la distruzione di massa prevede(…) operazioni preventive di controproliferazione (…)", il "rafforzamento delle operazioni di non-proliferazione per impedire agli "Stati canaglia" e ai terroristi di dotarsi dei materiali, delle tecnologie e delle competenze necessarie per le armi per la distruzione di massa. (…)"

"Dati gli obiettivi degli "Stati canaglia" e dei terroristi, gli Stati Uniti non possono più fare affidamento soltanto su di un atteggiamento reattivo come nel passato."

"Non possiamo consentire ai nostri nemici di attaccare per primi."

"I giuristi ed gli esperti di diritto internazionale hanno spesso subordinato la legittimità dell'attacco preventivo all'esistenza di una minaccia imminente, quasi sempre una mobilitazione visibile di eserciti, flotte e forze aeree in preparazione di un attacco." "Oggi dobbiamo però adattare il concetto di minaccia imminente alle capacità e agli obiettivi degli avversari odierni. (…)"

"Per precedere o evitare tali atti di ostilità da parte degli avversari, gli Stati Uniti, se necessario, agiranno preventivamente."

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Capitolo 6 "Dare inizio ad una nuova era di crescita economica globale attraverso il libero mercato e il libero commercio"

Questo capitolo è una vera apologia del libero mercato: questo permette un rafforzamento della propria economia e "sicurezza nazionale" promovendo la permeabilità delle istituzioni nazionali a quelle logiche "libertarie" tanto necessarie all’espansionismo americano.

"La forza dell'economia (…)" infatti "migliora la nostra sicurezza nazionale, promuovendo la prosperità e la libertà nel resto del mondo. (…)"

"Promuoveremo la crescita e la libertà economiche al di fuori dei confini statunitensi. (…) Metteremo a frutto i nostri impegni con altre nazioni per sottolineare i benefici derivanti dalle politiche che generano maggiore produttività e crescita economica, ad esempio:

· politiche e discipline legislative per stimolare gli investimenti (…)

· politiche fiscali - con particolare attenzione al minimo imponibile (…)

· politiche finanziarie sane a sostegno dell'imprenditoria;

· libero commercio che apra strade nuove per la crescita e che prepari il terreno per la diffusione di tecnologie ed idee che vadano ad aumentare la produttività e le opportunità.

(…) Le economie di mercato (…) rappresentano il metodo migliore per promuovere la prosperità e per ridurre la povertà.

"Le politiche che rafforzano ulteriormente gli incentivi di mercato e le istituzioni del mercato sono importanti per tutte le economie: per quelle industrializzate, per quelle emergenti e per quelle in via di sviluppo. (…)"

"Migliorare la stabilità dei mercati emergenti è inoltre centrale per la crescita economica globale." (…)

"Il nostro obiettivo a lungo termine deve consistere in un mondo dove tutti i paesi abbiano una valutazione di affidabilità elevata, che consenta loro di accedere ai mercati finanziari internazionali e di investire nel loro futuro."

"Il concetto di "libero commercio" è nato come principio morale ancor prima di diventare una colonna portante dell'economia. Se si è in grado di produrre qualcosa che viene apprezzato da altre persone, si deve anche godere della possibilità di venderlo. Se altri producono qualcosa che noi apprezziamo, dobbiamo avere anche la possibilità di comprarlo. Questa è la vera libertà, la libertà per una persona, o per una nazione, di guadagnarsi da

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vivere. Per promuovere il libero commercio, gli Stati Uniti hanno elaborato una strategia completa (…)"

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Capitolo 7 "Espansione dello sviluppo aprendo nuove società e costruendo l'infrastruttura della democrazia"

Il "rapporto" U.S.A. - "povertà nel mondo" è affrontato con logica demagogica e poco veritiera. L’incapacità amministrativa dei governi dei paesi in via di sviluppo risulterebbe infatti l’unica responsabile della loro mancata "emancipazione".

Il problema del terzo e quarto mondo viene affrontato secondo le logiche liberiste e ricattatorie più "spinte":

"Lo scopo che si prefigge questa Amministrazione consiste nel contribuire a liberare le potenzialità produttive delle persone di tutto il mondo.

Sostenere la crescita e ridurre la povertà è impossibile senza le giuste politiche nazionali.

Laddove i Governi abbiano messo in atto veri cambiamenti politici, noi forniremo nuovi aiuti a livelli notevoli.(…)"

Ovviamente questi paesi si devono impegnare a "seguire politiche economiche responsabili e stimolare l'imprenditorialità."

I paesi in via di sviluppo devono, in altri termini, accettare le logiche dell’economia eteroindotta e permettere ai capitali internazionali (multinazionali, fondi di investimento ecc.) la libera gestione dell’economia nazionale.

Tutto il meccanismo economico tracciato dagli U.S.A. ruota su un unico ed inderogabile "assioma": "La chiave di volta per innalzare la qualità della vita e per ridurre la povertà in tutto il mondo è un aumento nella crescita della produttività" (…), "Il commercio e gli investimenti sono i veri motori della crescita economica" (…), "La liberalizzazione dei mercati e del commercio rappresenta una priorità centrale per la nostra strategia di sicurezza nazionale."

Inglobare sempre più ampie parti del pianeta nel perverso meccanismo di "produzione e consumo" è la via americana alla libertà della persona.

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Capitolo 8 "Elaborazione di programmi per agire di concerto con gli altri centri principali del potere globale"

Le linee strategiche che gli Stati Uniti si propongono di seguire sono l’oggetto del penultimo capitolo del N.S.S. del 17 Settembre 2002: abbandonare le logiche di deterrenza proprie al superato scenario della "guerra fredda" costituisce la preoccupazione U.S.A.

Questi metteranno "in pratica le sue strategie organizzando coalizioni - più ampie possibili - di Stati capaci e disponibili a proporre un equilibrio di potere che favorisca la libertà."

"Gli attacchi dell'11 settembre hanno rappresentato anche un attacco contro la NATO, come la NATO stessa ammette quando invoca per la prima volta la clausola sull'auto-difesa contenuta nell'Articolo V.(…)"

"L'Alleanza deve mostrarsi in grado di agire ogni qual volta i nostri interessi siano minacciati, creando coalizioni sotto il mandato della NATO stessa, ma anche contribuendo alle coalizioni basate su specifiche missioni. Per ottenere tutto ciò, dobbiamo:

· consentire l'ingresso nella NATO delle nazioni democratiche (…)"

Una scoperta diffidenza anima gli atteggiamenti degli U.S.A. nei riguardi della Russia: il contenzioso di questi giorni (2007) tra U.S.A.-Europa e Russia a proposito dello "scudo missilistico" europeo è perfettamente in linea col timore americano di vedere riemergere la Russia come potenza planetaria.

Il documento infatti afferma: "Siamo consapevoli della possibilità che si rinnovino i vecchi stilemi della competizione tra grandi potenze.

Svariate potenziali grandi potenze sono ora al centro di transizioni interne: i casi più importanti sono rappresentati da Russia, India e Cina. (…)"

"La politica statunitense cerca di utilizzare questa svolta nel pensiero russo per rifocalizzare i rapporti basandosi su potenziali comuni interessi e sfide emergenti.(…)"

"Continueremo a rafforzare l'indipendenza e la stabilità degli Stati dell'ex Unione Sovietica nella convinzione che un ambiente prospero e stabile corroborerà la crescente dedizione della Russia all'integrazione nella comunità Euro-atlantica."

"Inoltre, il fatto che la dedizione ai valori basilari del libero mercato e della democrazia non sia ancora uniforme in Russia, (…), rimangono motivo di grande preoccupazione.

È proprio questa debolezza della Russia a limitare le opportunità di cooperazione."

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Per quanto riguarda la Cina l’atteggiamento degli Stati Uniti è molto più fiducioso, considerando la Cina ormai la "riserva" di manodopera a basso costo per le logiche speculative del capitalismo cosmopolita.

"Le relazioni tra Stati Uniti e Cina rappresentano una parte importante della nostra strategia di promozione di una regione Asia/ Pacifico stabile, pacifica e prosperosa. (…)"

"Con il tempo, la Cina scoprirà che la libertà sociale e politica rappresenta l'unica fonte di tale grandezza. (…)"

"Nel lungo periodo, sono queste le pratiche che sosterranno la supremazia dei nostri principi comuni, spianando la strada per il progresso."

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Capitolo 9 "Trasformazione delle istituzioni della sicurezza nazionale statunitense per far fronte alle sfide e alle opportunità del XXI secolo"

La logica statunitense, ormai proiettata verso un conecetto di "guerra permanente" al fine di "sgombrare" gli scenari del XXI secolo da ogni possibile elemento di "concorrenza" alla propria volontà egemonica, implica una radicale riforma del sistema di sicurezza interna statunitense.

Con grande ipocrisia gli U.S.A. definiscono "la presenza delle forze americane all'estero (…)" come "uno dei simboli più profondi della dedizione statunitense nei confronti degli amici e degli alleati."

Dotarsi "di basi e postazioni dentro e fuori l'Europa occidentale e l'Asia nord-orientale (…) in vista dello spiegamento a lungo termine delle forze armate degli U.S.A." costituisce un elemento essenziale nella propria logica di sicurezza.

Tutto questo delinea uno scenario di sempre più massiccia ingerenza statunitense in ogni luogo e vicenda del pianeta.

Una riorganizzazione completa del Dipartimento di Stato degli apparati di Intelligence (C.I.A., F.B.I., …) porta ad una sempre maggior pervasività dell’azione di detti organismi nella vita degli americani; anche il ruolo dei mass-media deve adattarsi a questa logica.

Infatti si legge: "(…) dobbiamo anche elaborare un approccio diverso e più completo ad un'informazione pubblica (…). Si tratta di una lotta per le idee e questa è un'area in cui l'America deve eccellere."

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Conclusioni

Queste sono le linee strategiche che gli americani vogliono proiettare sul nostro futuro prossimo venturo: come dicevamo l’America arroga per sé il ruolo di tutrice del pianeta ponendosi, in quanto portatrice dell’unica prospettiva auspicabile per tutti, su un gradino di ingiudicabilità, considerandosi guida dell’umanità stessa.

Tutto ciò è ben esplicato nella seguente frase: "Prenderemo le misure necessarie per garantire che i nostri sforzi per adempiere ai nostri impegni per la sicurezza globale e per la protezione degli americani non siano ostacolati dalle potenzialità investigative, da inchieste o da un rinvio a giudizio da parte della Corte Penale Internazionale, la cui giurisdizione non riguarda gli americani e che noi non accettiamo." (Capitolo IX)

A questa arroganza va unita l’emblematica concezione che essi hanno del "libero mercato" come "principio morale" , ovvero "la vera libertà, la libertà per una persona".

Da tutto questo emerge il profilo di un "paese pericoloso", cui va categoricamente rifiutato albergo dentro e fuori di noi.

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Parte II

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Strategia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti d’America 17 Settembre 2002 (documento integrale)

Traduzione italiana di

"The National Security Strategy

of the United States of America"

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Introduzione

Le grandi lotte del XX secolo tra libertà e totalitarismo si sono concluse con una vittoria decisiva delle forze della libertà e di un unico modello sostenibile per il successo nazionale: libertà, democrazia e libera impresa.

Nel XXI secolo, solo le nazioni che partecipano all'impegno per la protezione dei diritti umani fondamentali e per la difesa della libertà politica ed economica saranno in grado di sollecitare le potenzialità dei loro popoli e di garantire la prosperità futura.

I popoli di tutto il mondo vogliono dire ciò che pensano; scegliere chi li governa; praticare liberamente la propria religione; educare i propri figli, maschi e femmine; possedere beni; e godere dei frutti del proprio lavoro.

Questi valori della libertà sono giusti e veri per ogni persona, in ogni società e il dovere di proteggere questi valori contro i nemici rappresenta la comune vocazione di chi ama la libertà in tutto il mondo e in tutti i tempi.

Oggi, gli Stati Uniti godono di una posizione di impareggiabile forza militare e di grandioso potere economico e politico.

Attenendoci alle nostre tradizioni e ai nostri principi, non usiamo tuttavia la nostra forza per spingere in favore di un vantaggio unilaterale.

Cerchiamo invece di creare un equilibrio di potere che favorisca la libertà umana: condizioni in cui tutte le nazioni e tutte le società possano scegliere da sole i benefici e le sfide che pone la libertà politica ed economica.

Rendendo il mondo più sicuro, permettiamo infatti ai popoli di tutto il mondo di migliorare le loro vite. Difenderemo questa pace giusta dalle minacce dei terroristi e dei tiranni.

Preserveremo la pace intrecciando buoni rapporti tra le grandi potenze.

Estenderemo la pace promuovendo società libere ed aperte in tutti i continenti.

Difendere la nostra Nazione dai suoi nemici è il primo e fondamentale impegno del Governo federale.

Oggi, però, questo compito è cambiato drammaticamente.

I nemici del passato avevano bisogno di grandi eserciti e di grandi capacità industriali per minacciare l'America.

Ora, oscure reti di individui possono seminare grande caos e sofferenze nella nostra terra, a costi assai minori di quelli di un singolo carro armato.

I terroristi si sono organizzati per penetrare all'interno delle società aperte e per aizzare il potere delle tecnologie moderne contro di noi.

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Per sconfiggere questa minaccia, dobbiamo usare tutti gli strumenti del nostro arsenale, a partire da una migliore difesa e sicurezza interna, fino all'uso dell'intelligence e alla chiusura delle fonti di finanziamento dei terroristi.

La guerra contro il terrorismo globale è un'impresa globale di durata incerta.

L'America aiuterà le nazioni che hanno bisogno della sua assistenza per combattere il terrore, e considererà responsabili le nazioni compromesse dal terrorismo, perché gli alleati del terrorismo sono i nemici della civiltà. Gli Stati Uniti e i paesi che cooperano con loro non devono consentire ai terroristi di sviluppare nuove basi interne. Insieme, cercheremo di togliere loro ogni rifugio.

Il pericolo più serio che corre la nostra Nazione è da situarsi tra l'estremismo e le tecnologie.

I nostri nemici hanno dichiarato apertamente di star cercando di procacciarsi armi per la distruzione di massa, e abbiamo prove per ritenere che lo stiano facendo con determinazione. Gli Stati Uniti non permetteranno che questi loro tentativi riescano. Costruiremo difese antibalistiche ed altri mezzi difensivi.

Coopereremo con altre nazioni per bloccare, contenere e vanificare i tentativi da parte dei nostri nemici di acquisire tecnologie pericolose.

E, come dicono i principi del senso comune, oltre a quelli dell'autodifesa, l'America agirà concretamente contro tali minacce emergenti prima che esse abbiano preso pienamente forma.

Non possiamo difendere l'America e i suoi amici semplicemente sperando che vada tutto bene. Dobbiamo quindi essere preparati a sgominare i piani dei nostri nemici, utilizzando i migliori servizi di intelligence e procedendo con fermezza.

La storia giudicherà duramente quanti avranno visto questo pericolo imminente, ma non avranno agito.

Nel nuovo mondo su cui ci siamo affacciati, l'unica strada per la salvezza è la strada dell'azione.

Nel difendere la pace, ci avvarremo altresì di una storica opportunità di preservare la pace.

Oggi, la comunità internazionale ha la migliore occasione, dalla nascita degli Stati nazionali nel XVII secolo, di costruire un mondo dove le grandi potenze si trovino tutte dalla stessa parte, unite dai pericoli comuni rappresentati dalla violenza e dal caos seminati dal terrorismo.

Gli Stati Uniti lavoreranno su questi interessi comuni per promuovere la sicurezza globale.

Siamo inoltre sempre più uniti da valori comuni. La Russia si trova al centro di una transizione all'insegna della speranza, sta procedendo verso un futuro democratico e rappresenta un partner nella guerra al terrorismo.

I leader cinesi stanno scoprendo che la libertà economica è l'unica fonte di ricchezza nazionale.

Con il tempo, scopriranno che la libertà sociale e politica rappresenta l'unica fonte di grandezza nazionale.

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L'America promuoverà il progresso della democrazia e dell'apertura economica in entrambe queste nazioni, perché queste sono le migliori fondamenta su cui costruire la stabilità interna e l'ordine internazionale.

Resisteremo strenuamente a qualunque aggressione proveniente da altre superpotenze, anche se accogliamo con gioia la loro pacifica ricerca della prosperità, del commercio e del progresso culturale. Infine, gli Stati Uniti sfrutteranno l'opportunità di questo momento per estendere i benefici della libertà in tutto il pianeta.

Ci impegneremo attivamente per portare la speranza della democrazia, dello sviluppo, del libero mercato e del libero commercio in ogni angolo del mondo.

Gli eventi dell'11 settembre 2001 ci hanno insegnato che Stati deboli, come l'Afghanistan, possono rappresentare un grave pericolo per i nostri interessi nazionali di Stati forti.

La povertà non trasforma le persone povere in terroristi e assassini: ma la povertà, la debolezza delle istituzioni e la corruzione possono rendere gli Stati deboli vulnerabili nei confronti di reti terroristiche e traffici di droga all'interno dei loro confini.

Gli Stati Uniti staranno al fianco di qualunque nazione che voglia costruirsi un futuro migliore perseguendo i benefici della libertà per il proprio popolo. Il libero commercio e il libero mercato hanno dato prova della loro capacità di far superare l'indigenza ad intere società, e gli Stati Uniti lavoreranno quindi al fianco di singole nazioni, intere regioni e tutta la comunità commerciale globale per costruire un mondo che commerci liberamente e cresca quindi nella prosperità.

Gli Stati Uniti, con gli impegni che si sono assunti per il nuovo millennio, daranno maggiori aiuti allo sviluppo alle nazioni che governano con giustizia, che investono nei loro popoli e che promuovono la libertà economica.

Continueremo altresì a guidare il mondo nello sforzo per ridurre lo spaventoso numero delle vittime dell'AIDS e di altre malattie infettive.

Nel costruire un equilibrio di potere che privilegi la libertà, gli Stati Uniti sono ispirati dalla convinzione che tutte le nazioni abbiano responsabilità importanti.

Le nazioni che godono della libertà devono lottare attivamente contro il terrore.

Le nazioni che dipendono dalla stabilità internazionale devono contribuire a impedire la diffusione di armi per la distruzione di massa. Le nazioni che richiedono aiuti internazionali devono governare in modo saggio, perché tali aiuti siano ben spesi.

Da chi chiede la libertà di prosperare, ci aspettiamo e pretendiamo affidabilità.

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Siamo inoltre guidati dalla convinzione che nessuna nazione possa costruire un mondo migliore e più sicuro agendo da sola.

Le alleanze e le istituzioni multilaterali possono moltiplicare la forza delle nazioni che amano la libertà.

Gli Stati Uniti sono fedeli alle istituzioni di lunga data come le Nazioni Unite, l'Organizzazione Mondiale del Commercio, l'Organizzazione degli Stati Americani, la NATO ed altre alleanze dalla lunga storia. Altre coalizioni basate sulla comune volontà di azione possono potenziare tali istituzioni permanenti.

In ogni caso, gli obblighi internazionali vanno presi seriamente, non simbolicamente per raccogliere sostegno a favore di un ideale per poi non promuoverne la realizzazione.

La libertà è un requisito non negoziabile della dignità umana: è un diritto di nascita di ogni persona, in ogni civiltà.

In tutta la storia, la libertà è stata messa sotto minaccia dalla guerra e dal terrore; è stata contrastata dagli alterni voleri degli Stati potenti e dai malvagi disegni dei tiranni; ed è stata messa alla prova dalla diffusione della povertà e delle malattie.

Ma oggi, l'umanità ha tra le mani la responsabilità di far trionfare la libertà a dispetto di tutti i suoi nemici.

Gli Stati Uniti accolgono con gioia la responsabilità di guidare questa grandiosa missione.

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Capitolo 1

Descrizione della strategia internazionale degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti possiedono una forza e un'influenza senza precedenti - e senza pari - nel mondo.

Sostenuta dalla fede nei principi della libertà e nel valore di una società libera, questa posizione si carica però anche di responsabilità, obblighi ed occasioni senza precedenti.

La grande forza di questa nazione deve essere utilizzata per promuovere un equilibrio di potere che favorisca la libertà.

Per la maggior parte del XX secolo, il mondo è stato diviso da una straordinaria lotta per gli ideali: visioni totalitarie e distruttive contro libertà e uguaglianza.

La grande lotta è finita. Le visioni militanti di classe, nazione e razza che promettevano l'utopia, ma davano miseria, sono state sconfitte e screditate.

Tuttavia, ora l'America non è più minacciata da Stati conquistatori, ma da Stati perdenti.

Non siamo più minacciati da flotte ed eserciti, ma da tecnologie catastrofiche nelle mani di pochi esagitati.

Dobbiamo sbaragliare queste minacce alla nostra Nazione, ai nostri alleati e ai nostri amici.

Ma è anche un periodo di opportunità per l'America. Lavoreremo per tradurre questo momento di grande influenza in decenni di pace, prosperità e libertà.

La strategia statunitense per la sicurezza nazionale sarà basata su di un internazionalismo squisitamente americano che rifletta l'unione dei nostri valori e dei nostri interessi nazionali.

Lo scopo di questa strategia è contribuire a rendere il mondo non soltanto più sicuro, ma anche migliore.

I nostri scopi sulla via del progresso sono chiari: libertà politica ed economica, relazioni pacifiche con gli altri Stati e rispetto della dignità umana.

E questa via non appartiene ai soli Stati Uniti, ma è aperta a tutti.

Per ottenere i loro scopi gli Stati Uniti:

· sosterranno le aspirazioni alla dignità umana;

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· rafforzeranno le alleanze finalizzate a sconfiggere il terrorismo globale e si occuperanno di prevenire attacchi contro gli Stati Uniti stessi e le nazioni amiche;

· collaboreranno per risolvere i conflitti regionali;

· impediranno ai loro nemici di minacciare con armi per la distruzione di massa gli Stati Uniti stessi, i loro alleati e i loro amici;

· daranno inizio ad una nuova era di crescita economica globale grazie al libero mercato e al libero commercio;

· espanderanno il circolo dello sviluppo aprendo nuove società e costruendo l'infrastruttura della democrazia;

· elaboreranno programmi per cooperare con gli altri centri principali del potere globale; infine

· trasformeranno le istituzioni della sicurezza nazionale statunitense per far fronte alle sfide e alle opportunità del XXI secolo.

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Capitolo 2

Sostenitori di chi aspira alla dignità umana

Nel perseguire i nostri scopi, il nostro primo imperativo consiste nel chiarire che cosa promuoviamo: gli Stati Uniti devono difendere la libertà e la giustizia perché questi principi sono giusti e veri per tutti i popoli e in tutto il mondo.

Nessuna nazione detiene l'appannaggio di queste aspirazioni, e nessuna ne è esentata.