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Conferenza clima: attenzione, con le sparate si perde credibilità

di Gianni Silvestrini - 14/09/2007

Finanziaria 2008 e conteggio delle emissioni di C02 a gennaio 2009. Per il direttore del Kyoto Club e consigliere per ambiente ed energia del Ministero dello sviluppo economico, Gianni Silvestrini (Nella foto), sono queste – anche alla luce della Conferenza sul clima conclusasi ieri - le due cartine di tornasole per verificare le azioni fatte e quelle che farà questo governo. E’ tempo di bilanci, infatti, sull’evento organizzato da Pecoraro Scanio e noi lo abbiamo fatto proprio con Gianni Silvestrini.

I numeri – fonte ministeriale – parlano di un successo di seguito e di pubblico, con 100mila utenti che via web hanno seguito l’evento. Qual è, secondo lei, il bilancio che si può fare di questa iniziativa?
«Grandi numeri e credo un lavoro di sensibilizzazione importante nei confronti della gente. I giornali hanno parlato molto dell’evento, inoltre è stata l’occasione di un ampio confronto tra tutto il mondo scientifico italiano, cosa che non avevamo mai avuto almeno in queste dimensioni. Credo che ci si ora una maggiore crescita della consapevolezza da parte di tutti, anche se, quando si danno i dati, non si possono commettere errori come quello di Pecoraro Scanio…».

Allude a quello sulla temperatura italiana aumentata quattro volte rispetto a quella mondiale?
«Sì. Non so se ha capito male o ha letto male. Magari non è colpa sua. Sta di fatto che con sparate simili si perde di credibilità, doveva stare più attento. Il tasso di crescita più alto della temperatura italiana è vero, ma non di quattro volte. Ho visto che oggi il Giornale ha fatto notare l’errore addirittura in prima pagina…».

La Conferenza – che ha sicuramente molti meriti tra i quali quelli che diceva lei - ha ‘partorito’ un manifesto con 13 punti-azioni per l’adattamento sostenibile. Non le sembrano più propositi di buona volontà che un vero programma di azioni concrete da mettere in piedi subito?
«Guardi, la vera cartina di tornasole l’avremo il primo gennaio 2009 quando conteremo le tonnellate di C02 emesse dall’Italia. Se saranno ridotte vuol dire che qualcosa si è fatto. L’altra cartina di tornasole sarà la Finanziaria. La tematica vera è se si registrerà un cambio di marcia e il test più importante è in un settore scoperto: quello dei trasporti. Serve un’azione forte sulla mobilità per renderla più sostenibile ed è qui, per me, il nodo più importante».

Non crede che allora sarebbe stato più opportuno chiamare ad organizzare – e non solo ad intervenire – il mondo dell’industria e anche quello del trasporto?
«Certamente sì, ma non solo. Almeno nella parte che ho seguito io, quella sulla mitigazione degli impatti, mancavano pure le Regioni che invece hanno un ruolo chiave».

E forse era anche il caso che questa conferenza sul clima fosse fatta assieme a quella sull’energia, che invece sarà tenuta il prossimo anno.
«Sono d’accordo e tra l’altro l’invito a fare così veniva pure dal parlamento».

Ieri è stato contestato il ministro Bersani per quello che ha detto sul nucleare e sul carbone.
«Bersani ha parlato del nucleare di IV generazione. Quindi si parla del 2030 e anch’io ritengo giusto che la ricerca vada avanti a patto che non tolga soldi ad altri settori. Dunque i risultati si potranno giudicare solo da quella data in poi e così credo che si disinneschi una polemica inutile. Sul carbone ci sono due aspetti da sottolineare: Bersani ne fa una questione economica e di sicurezza energetica. Sul primo punto, ovvero sui costi bassi del carbone, è vero oggi, ma dipende dal prezzo che la C02 avrà nei prossimi anni. Quindi questo argomento non mi convince, sul secondo lui non dice di aumentarne l’utilizzo, ma che ne serve quel tot per far in modo che, nel caso ci siano problemi con la Russia o l’Algeria per il gas, possiamo affrontare l’emergenza. Ha una sua ragionevolezza dunque. In Italia d’altronde del gas non si può fare a meno e ancora i rigassificatori non ci sono. Tra l’altro se non verranno fatti si darà un buon motivo in più a chi vuole il carbone e il nucleare».