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Nei micro impianti (locali) il futuro delle energie alternative

di Angelo Aquilino - 15/09/2007

 



 

Il recente articolo di Marco Niro "Il kw più pulito è quello che non si consuma" ha avuto una vivace ed articolata replica di Luca Salvi "Sui KW di Marco Niro" Francamente le posizioni dei due rispecchiano i termini di una vecchia polemica che riguarda la produzione delle energie alternative. Il punto di partenza comune ai due aspetti della polemica è che i grandi produttori di energia solo di recente stanno entrando nell'uso di queste nuove tecnologie (secondo molti con colpevole ritardo) e purtroppo con l'idea di favorire impianti grandi e concentrati.

Questo modus operandi se da una parte ha il vantaggio di permettere ai produttori un miglior controllo degli impianti e delle loro produzioni, dall'altra rende più marcato l'impatto ambientale. Questo impatto, in breve, consiste nel fatto che il trasporto di energia elettrica comporta la costruzione di molti tralicci e quindi di strade per la messa in opera e per la manutenzione. Zone di alto pregio naturalistico potrebbero essere urbanizzate. Bene ha fatto, in Sardegna. il presidente della Regione Renato Soru, a contrastare l'installazione di grossi parchi eolici. La normativa regionale attuale, infatti, permette la costruzione di questi parchi solo in zone già compromesse. Per rendersi conto della mentalità con i quali i grossi produttori, ad esempio l'Enel, affrontano questi problemi basta dare un'occhiata al parco dell'alta Nurra tra Porto Torres ed Alghero.

Nel comunicato con il quale Enel annuncia l'inaugurazione del parco eolico si legge:

E' il primo impianto in Italia con aerogeneratori di grande taglia: sette torri da 1.750 kW l'una, alte 67 metri con rotori del diametro di 66 metri. Produrrà energia sufficiente a soddisfare i consumi di 12.500 famiglie.

Insomma l'impianto più è grosso e meglio è. I grandi produttori, in effetti, vedono la centrale. Nel suo pezzo, Marco Niro sposa invece un'altra scuola di pensiero ossia quella di favorire i piccoli impianti. Una specie di energia fai da te . Ogni privato potrebbe gestire un micro impianto, per uso proprio o per cedere l'energia prodotta all'impresa di distribuzione. E' proprio qui l'argomento del contendere e non solo tra Marco Niro ed il lettore Luca Salvi, ma più in generale tra chi vede la produzione di energie alternative affidato ad un numero assai elevato di piccoli impianti e chi invece pensa che la grossa impresa specializzata possa costruire impianti assai grossi che assicurino l'intero fabbisogno di energia. I piccoli impianti avranno sicuramente la meglio solo se e quando si abbasserà e di molto l'investimento iniziale (1.000-2.000 euro per 3 chilovatt) in modo da stabilire uno scenario come descritto nell'articolo Saranno di plastica i pannelli fotovoltaici? . E' assai improbabile, infatti, che un privato possa affrontare spese di decine di migliaia di euro per ammortizzarli in un ventennio come decantato dai teorici del cosiddetto conto energia