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Sermonti legge Enea, avventure e amori dove nacque la città

di Francesca Giuliani - 15/09/2007



Leggere l´Eneide parola per parola, ascoltarne il canto, seguire le vicissitudini e il peregrinare dell´eroe, ripensare alla sua pietas, agli amori e alle stregonerie, ricordarsi degli esametri o di quella ridondante traduzione di Annibal Caro che si studiava un tempo nei ginnasi. Un viaggio, insomma. È quel che propone Vittorio Sermonti, in Campidoglio da martedì 18 ottobre fino al 20 settembre, leggendo tutti i libri della monumentale opera virgiliana da lui ritradotti, quindi offerti al pubblico in forma di racconto interpretato, come una lezione e finalmente detti con quel modo soavemente classico e capace di stregare che le grandi platee di tutta Italia hanno conosciuto con la Divina Commedia sermontiana.
E siccome Roma è Roma, c´è un "di più", un tocco che renderà il tutto ancora più suggestivo: la lettura, organizzata da Telecom Progetto Italia e dal Comune ad ingresso libero, si svolge in Campidoglio, proprio in quel fazzoletto di terra dove la città nacque, dove gli scavi di pochi anni fa hanno ritrovato i fori nelle nuda terra delle prime capanne sul colle. Per questo, sarà un´emozione di più ascoltare la rielaborazione della leggenda che Virgilio fa, nel I secolo avanti Cristo, della fondazione di Roma. Ma lo scenario che il pubblico troverà è anche modernamente sublime, svolgendosi il tutto sotto la volta di cristallo dell´esedra di Marco Aurelio ai Musei Capitolini.
Prima di salire sul suo podio, Sermonti ci tiene a chiarire: «Io non faccio divulgazione. Non distribuisco niente. Il mio intento è di servirmi delle opere, della spaventosa bellezza che irradia da questi testi, fino a snidare la modesta grandezza rinchiusa in ogni essere umano. Alla fine delle letture la gente mi ringrazia perché la aiuto a capire che cosa complessa è l´uomo». Aggiunge: «Spesso mi sono interrogato sul significato del concetto di Occidente. Ci dev´essere un punto in cui affonda le proprie radici. E questo punto è Roma». Una Roma che oggi è «assetata di cultura», come spiega il sindaco Veltroni presentando l´iniziativa insieme all´assessore Silvio Di Francia: «La cultura è un virus positivo che si trasmette con la lettura dei classici. Roma è una città colta, un magnifico scandalo di questi tempi». Per arginare lo "scandalo", sono pronti posti a sedere anche sulla piazza del Campidoglio.
Da martedì 18 a sabato 20 ottobre. Tutti i giorni tranne lunedì e domenica, alle 21. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Info               06 82059127        (9-19.30). Dal 19 on line su telecomprogettoitalia.com