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Un assassinio che manda all'aria le speranze di Bush di pacificare l'Iraq

di Patrick Cockburn - 15/09/2007


La settimana scorsa George Bush è volato in Iraq per incontrare Abdul-Sattar Abu Risha, leader della provincia di al Anbar
Questa settimana il generale David Petraeus ha detto al Congresso Usa come al Anbar era un modello per l'Iraq
Ieri Abu Risha è stato assassinato da alcuni attentatori ad al Anbar


Dieci giorni dopo che il Presidente George Bush gli aveva stretto la mano come un simbolo delle speranze dell'America in Iraq, l'uomo che guidava la rivolta – appoggiata dagli Usa - degli sceicchi sunniti contro al-Qa'ida in Iraq è stato assassinato.

Abdul-Sattar Abu Risha e due delle sue guardie del corpo sono stati uccisi o da una bomba collocata sul ciglio della strada o da esplosivi collocati nella sua auto da una guardia, nei pressi della sua abitazione a Ramadi, la capitale di al Anbar, la provincia irachena che la leadership politica e militare americana porta a modello per il resto dell'Iraq.

La sua uccisione è un grave colpo per il Presidente Bush e per il comandante Usa in Iraq, Generale David Petraeus, che hanno entrambi descritto il successo americano ad al Anbar, un tempo il cuore della rivolta sunnita contro le forze statunitensi, come un segnale che è possibile raggiungere la vittoria in tutto l’Iraq.

Lunedì il generale Petraeus aveva detto al Congresso Usa che la provincia di al Anbar era "un modello di quello che succede quando i leader e i cittadini locali decidono di opporsi ad al-Qa'ida e ne rifiutano l'ideologia di tipo talebano".

Ma l'assassinio di ieri sottolinea che gli iracheni - ad al Anbar e altrove - che fanno delle strette alleanze con gli Usa sono a rischio di essere uccisi. "Mostra che al-Qa'ida in Iraq rimane in nemico assai pericoloso e barbaro", ha detto il generale Petraeus in reazione all'omicidio. Ma Abu Risha potrebbe essere stato ucciso ugualmente dai numerosi gruppi di insorti - diversi da al-Qa'ida - della provincia di al Anbar che lo consideravano un traditore.

L'assassinio arriva in un frangente particolarmente imbarazzante per il Presidente Bush, che ieri sera avrebbe dovuto fare un discorso televisivo agli americani per vendere l'affermazione fatta dal generale Petraeus, secondo cui la "surge" [la nuova strategia Usa in Iraq basata sull'aumento delle truppe NdT] stava dimostrando la sua riuscita in Iraq, citando come prova il miglioramento della situazione della sicurezza di al Anbar.

Abu Risha, 37 anni, di solito restava all'interno di un compound superprotetto che conteneva diverse abitazioni, in cui viveva assieme alla famiglia allargata. L'ingresso del compound, che sta di fronte alla maggiore base Usa a Ramadi, è sorvegliato da un carro armato americano.

Abu Risha aveva trascorso la mattinata di ieri incontrando sceicchi di diverse tribù per discutere il futuro di al Anbar. Aveva inoltre ricevuto lunghe file di postulanti, mentre beveva bicchierini di tè dolce, e fumava una sigaretta dopo l'altra. Portava una pistola dentro una fondina legata alla cintola, e vestiva con ampie vesti lunghe di colore scuro.

Sorprendentemente, si dice che di recente avesse ridotto il numero delle sue guardie del corpo a causa del miglioramento della situazione della sicurezza ad al Anbar, anche se avrebbe dovuto sapere che, in qualità di leader del Consiglio di Salvezza di al Anbar, contrario ad al-Qai'da, era destinato a essere un obiettivo degli assassini.

A Ramadi, la polizia irachena sospetta che la bomba che ha ucciso lo sceicco sia stata collocata da uno dei postulanti che erano stati a trovarlo. "L'auto dello sceicco è stata completamente distrutta dall'esplosione. Abu Risha è stato ucciso", ha detto un ufficiale di polizia di Ramadi, Ahmed Mahmud al-Alwani. Il portavoce del ministero degli Interni, fornendo un resoconto diverso dell'assassinio, ha detto che a uccidere Abu Risha è stata una bomba collocata sul ciglio della strada. Poco dopo, è esplosa una seconda autobomba.

"L'autobomba era stata approntata giusto nel caso in cui la bomba collocata sul ciglio della strada avesse mancato il suo convoglio", ha detto un portavoce del ministero degli Interni, il generale Abdul-Karim Khalaf, aggiungendo che il ministero degli Interni ha intenzione di erigere una statua di Abu Risha come "martire" - sul luogo dell'esplosione o altrove. Tuttavia, le statue, oltre ai politici viventi, spesso hanno vita breve in Iraq.

La morte di Abu Risha sottolinea fino a che punto la Casa Bianca e il generale Petraeus abbiano scelto in modo selettivo le prove, per dimostrare che è possibile cambiare completamente la situazione in Iraq. Hanno, ad esempio, dato l'impressione che il fatto che alcuni leader tribali sunniti si siano ribellati contro al-Qa'ida - ad al Anbar e in alcune parti della provincia di Diyala e di Baghdad – rappresenti una svolta nella guerra.

In realtà, al-Qa'ida è solo una piccola parte della rivolta, con i suoi combattenti che sono solo 1.300 contro i 103.000 delle altre organizzazioni di insorti, secondo uno specialista della rivolta. Al-Qa'ida si è concentrata per lo più su attentati orribili e crudeli contro i civili sciiti e i poliziotti, e ha preso di mira le forze armate Usa solo come obiettivo secondario.

La massa degli insorti appartiene a gruppi composti da militanti nazionalisti e islamici, che hanno combattuto principalmente l'occupazione Usa. Non è mai stato verosimile che se ne stessero a guardare mentre gli Usa dichiaravano vittoria nel loro bastione principale, nella provincia di al Anbar.

Non c'è alcun dubbio sul fatto che Abu Risha soddisfasse una necessità, e che parlasse per molti sunniti che erano ostili ad al-Qa'ida e ne erano spaventati. Il loro odio scaturiva meno dagli attacchi contro gli sciiti che dal fatto che al-Qa'ida lo scorso anno aveva messo su una coalizione chiamata lo "Stato islamico dell'Iraq" che cercava di imporre il controllo totale nelle zone sunnite.

Aveva cercato di arruolare un giovane in ogni famiglia sunnita nelle sue fila, voleva pagato il pizzo, e uccideva come traditori i sunniti che facevano lavori governativi di poco conto, raccogliendo i rifiuti o guidando i camion del ministero dell'Agricoltura.

L'importanza dell'assassinio di Abu Risha sta nel fatto che ancora una volta esso sottolinea la differenza fra la sanguinosa realtà dell'Iraq come è veramente, e il modo in cui viene presentata dall'amministrazione Usa. Lui fa parte di una sfilza di leader iracheni che sono stati uccisi in Iraq dall'invasione del 2003 perché erano considerati troppo vicini agli Usa. Fra questi c’erano il leader religioso sciita Sayid Majid al-Khoei, assassinato a Najaf nell'aprile 2003, e Mohammed Baqir al-Hakim, il capo del Consiglio Supremo per la rivoluzione islamica in Iraq, ucciso da un attentatore suicida lo stesso anno.

In pratica, la surge in sé ha fatto poco per migliorare la sicurezza, secondo gli iracheni, una maggioranza dei quali dice che la sicurezza è peggiorata. Il numero degli iracheni che fuggono dalle loro case in realtà è aumentato da 50.000 a 60.000 negli ultimi mesi, secondo l'Alto commissariato Onu per i rifugiati. Baghdad è diventata una città in gran parte sciita, con i sunniti pressati in enclavi sempre più piccole.

Coltivare una alleanza con le tribù sunnite era stata una politica Usa fin dal 2004, ma alla fine ha preso impulso perché lo scorso anno al-Qa'ida ha esagerato. Il suo svantaggio è che gli Usa hanno, in effetti, creato una nuova milizia tribale sunnita, che prende ordini dalle forze armate americane, da cui è ben pagata, e non deve lealtà al governo sciita-kurdo di Baghdad. Questo, nonostante il fatto che gli Usa abbiano denunciato le milizie in Iraq e preteso che vengano sciolte.

Il successo Usa ad al Anbar era reale, ma era stato anche esagerato, perché la provincia interamente sunnita non è tipica del resto dell'Iraq. La strategia sostenuta da Washington ha esagerato l'importanza di al-Qa'ida, e parla di rado degli altri gruppi potenti che non sono stati cacciati da al Anbar.

Abu Risha aveva un sostegno reale ad al Anbar, in particolare a Ramadi, dove ieri molte persone si sono riferite a lui come un "eroe" e hanno espresso tristezza per la sua morte.

Ma la visita assai pubblicizzata del presidente Bush ad al Anbar potrebbe benissimo essere stata la campana a morto per Abu Risha. Ci sono molti sunniti che detestano al-Qa'ida, ma molto pochi che approvano l'occupazione Usa. Dando l'impressione che Abu Risha fosse uno dei più importanti amici dell'America, Bush ensured che alcuni dei più pericolosi uomini al mondo cercassero di ucciderlo.

La testimonianza del generale Petraeus al Congresso agli inizi di questa settimana si è dimostrata efficace dal punto di vista della Casa Bianca nell’affermare il comandante Usa in Iraq come un patrocinatore credibile della strategia militare dell'Amministrazione.

Ma i suoi critici lo hanno definito una "Paris Hilton militare", alla cui celebrità non corrispondono i risultati raggiunti. Quando era comandante della 101a Divisione Aviotrasportata a Mosul, nel 2003-4, venne lodato per aver ricostituito le unità della polizia irachena, che però disertarono o si unirono agli insorti che si impadronirono della maggior parte della città dopo che il generale se ne era andato.

di Patrick Cockburn
The Independent,


(Traduzione di Ornella Sangiovanni)