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Home / Articoli / Le opinioni incarcerate. Intervista all'avvocatessa Francesca Romana Fragale

Le opinioni incarcerate. Intervista all'avvocatessa Francesca Romana Fragale

di Francesca Romana Fragale/Giovanna Canzano - 17/09/2007

Fonte: 21e33.blogspot



Nel nostro ordinamento processual-penalistico sono previsti tassativamente i casi nei quali un’idea possa divenire sanzionabile; basti pensare al delitto di istigazione a delinquere … Ben diverso è quando un’idea sia una estrinsecazione di un ragionamento. … Sono personalmente spaventata dai metodi eteroimposti che in qualunque direzione rischino di minare la libertà di manifestazione del pensiero, anche il più minoritario o dissidente. L’unico limite per me imponibile è il rispetto dell’altro, che mai credo sia attentabile in caso di analisi storiche originate da impostazioni intellettualmente pulite



CANZANO – Si parla ancora una volta di libertà di opinione. Secondo lei un governo ha il diritto di garantire le libertà individuali?
FRAGALE - La contrapposizione dialettica tra difesa sociale e libertà individuale è in qualche modo ineliminabile e perenne. Un governo, a mio avviso, non solo ha diritto di garantire le libertà individuali, ma risulta giudicabile buono quando tenda a garantire una efficace tutela della società senza comprimere le libertà fondamentali dell’individuo.
CANZANO – Frattini propone un controllo sulla ricerca google per alcuni termini, come genocidio o altro. Secondo lei, usare la censura come mezzo per controllare la comunicazione è utile?
FRAGALE - La censura appare di per sé odiosa; il fatto di impedire si cerchino sui mezzi tecnologici termini quale “bomba” o “uccidere” o “genocidio” o “terrorismo” dà la sensazione che non si possieda niente di più efficace per garantire la difesa sociale. Tali termini non sono pericolosi di per loro; pericoloso non è neppure il loro significato, neanche quando risulti odioso o contestabile o inaccettabile o orribile. Il pericolo deriva da individui che ne fanno la loro bandiera o peggio ancora la propria azione. Quante altre volte invece questi termini possono essere l’emblema di un reazione, di una denuncia, di una cronaca, di una inchiesta, di una condanna e di un’analisi storico-sociale...
CANZANO – Cosa prevede il nostro ordinamento processual penalistico a proposito della censura dei mezzi di comunicazione? Non si limita in tal modo la libera circolazione delle idee?
FRAGALE - Non credo sia possibile impedire la libera manifestazione del pensiero. Nel nostro ordinamento processual penalistico sono previsti tassativamente i casi nei quali un’idea possa divenire sanzionabile; basti pensare al delitto di istigazione a delinquere. Per la sanzione per chi induce al delitto occorre comunque la prova che l’idea sia stata la causa da sola sufficiente a produrre nell’agente il proposito criminoso.
Ben diverso è quando un’idea sia una estrinsecazione di un ragionamento. Il fatto che le idee altrui non siano condivisibili, per assioma risulta irrispettoso. Il contraddittorio che si crea in caso di disparità di vedute appare fonte di nuove idee. In casi del genere, certe prese di posizione apparentemente forti rischiano viceversa ad un esame un poco più approfondito di mettere in luce la fragilità delle proposte. E di risultare solo demagogiche.
CANZANO – Mi fa un esempio?
FRAGALE - Come nella dibattuta possibilità di reintrodurre “reati di opinione”. Di questo passo si rischia che vengano censurati gli altri mass media, oltre a internet.
Gli scrittori noir tuttavia non sono presumibilmente degli assassini. Si tratta di disvalori che cozzano con la parte migliore dell’essere umano, come ci insegna il diritto naturale. La violenza, il razzismo non credo che si possano sradicare impedendo l’utilizzo o la lettura di tali termini.
CANZANO – Cosa pensa del libro “La storia imbavagliata” di cui si parlerà, fra le altre cose, a Palazzo di Giustizia lunedì 24?
FRAGALE – Lo trovo interessante e attuale.Una sintesi pregnante e profonda della bandiera della libertà di manifestazione del pensiero, condotta da alcune delle nostre migliori menti libere. Ho trovato splendida l’iniziativa di raccogliere opinioni così autorevoli e così diverse, provenienti da studiosi di opinioni politiche e religiose magari opposte, di storici e giuristi, avvinti dall’idea che non si possa imbavagliare la storia.
CANZANO – Mastella con il suo progetto di legge può impedire in futuro la ricerca storica? E, fino a che punto le legge può impedire la libera circolazione delle idee?
FRAGALE – Ritengo non valido qualsiasi tentativo o sistema finalizzato ad impedire che circolino opinioni. Sono personalmente spaventata dai metodi eteroimposti che in qualunque direzione rischino di minare la libertà di manifestazione del pensiero, anche il più minoritario o dissidente. L’unico limite per me imponibile è il rispetto dell’altro, che mai credo sia attentabile in caso di analisi storiche originate da impostazioni intellettualmente pulite.


Francesca Romana Fragale è un noto penalista del Foro di Roma, esperta anche in questioni ambientali. Ha scritto fra l'altro l'importante manuale Il processo penale, Giuffré, Roma 2007. Accomuna alla sua professione di avvocato una forte passione per la musica, che l’ha portata anche a scrivere il suo primo romanzo storico, “L’ultima amante di Mozart”, Gaffi editore.