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Lettera aperta a Beppe Grillo. La Casta si sente minacciata dalla partecipazione popolare

di Paolo De Gregorio - 17/09/2007

 


Caro Grillo,
gli attacchi al V-Day, bollato da destra e sinistra come “antipolitico”, ci rivelano come la Casta si senta minacciata dalla partecipazione dei cittadini che vogliono uscire da un sistema politico bloccato, dove sembra che nessuno abbia il potere di fare cambiamenti, dove i poteri forti dell’economia e dei media dettano legge, dove esiste una legge elettorale contraddittoria che tollera la presenza di delinquenti in Parlamento e mette i parlamentari in condizioni di insopportabile privilegio e immensa visibilità.
La cosa che più fa apparire superati e fuori del tempo i politicanti di oggi, e che richiede un radicale ricambio, è che nessuno di questi fanciulloni incoscienti parla di uno sviluppo sostenibile dal nostro ambiente. Fra di loro ci sono quei buffoni che hanno sottoscritto solennemente il trattato di Kyoto, che impegnava l’Italia in questi anni a diminuire del 6% le emissioni di Co2 e invece le abbiamo aumentate del 12%. L’attuale ministro verde per l’ambiente non è riuscito nemmeno a vietare con un decreto l’uso e il commercio di lampadine a incandescenza da sostituire con quelle a basso consumo.
Vi sono emergenze eterne come quelle dei rifiuti, che vanno trattati in un solo modo, senza inceneritori o termovalirizzatori o discariche, che emettono Co2, ma attraverso la raccolta differenziata al 100%, tutta da organizzare, dove tutto viene riciclato e l’umido produce biogas.
Vi è l’emergenza dei rifiuti tossici che quei criminali di industriali affidano alla camorra che li seppellisce in terreni agricoli e che inquinano in eterno le falde acquifere.
Vi è da recuperare il sistema di distribuzione dell’acqua che perde per strada il 50% del liquido.
Vi è da impostare un piano energetico che non preveda nuove centrali di nessun tipo, tanto meno nucleari, che preveda un decentramento produttivo di energia elettrica facendo di ogni lastrico solare una piccola centrale fotovoltaica allacciata alla rete nazionale.
Per le grandi energie bisogna investire nel “solare termico” (a specchi), come la Spagna che sta già costruendo 20 centrali di questo tipo.
Bisogna legiferare nel senso che nessuna nuova licenza edilizia va rilasciata senza l’obbligo in progetto dell’autosufficienza energetica con fotovoltaico inserito nella facciata delle nuove case, e l’obbligo di prevedere una grande cisterna sotto il fabbricato per la raccolta delle acque piovane, collegata al lastrico solare, per l’autosufficienza idrica.
Vi è da impostare una svolta su tutto il cartaceo, a cominciare dai testi scolastici fino a quelli universitari, che devono essere sostituiti da Internet con un portatile per tutti. Anche i giornali, le riviste, i libri dovrebbero finire in Internet e il risparmio di materie prime e Co2 anche dai trasporti sarebbe enorme.
Il nostro futuro dipende da una rivoluzione industriale di cui già possediamo le tecnologie: internet e le energie rinnovabili, e la cosa non a avanti per l’ignavia della politica che non esercita il suo potere sul mondo economico.
Vi necessità immediata ed estrema che una generazione nuova di persone perbene si occupi di risolvere questi problemi, in costante consultazione con scienziati e tecnici le cui valutazioni devono essere alla base delle scelte.
Basta con politichese, ideologie, teatrini mediatici, unti dal Signore, c’è bisogno di cambiare tutto, nessuno dei 20 partiti e partitini oggi in Parlamento ha la mia fiducia.
Ma la battaglia più urgente, da vincere, è quella di sottrarre la RAI ai partiti.
La RAI è di proprietà dei cittadini, è stato costruita con le loro tasse e la mantengono con il canone, ma non fa servizio pubblico, è al servizio dei partiti politici. La proposta di riforma più seria è quella di rendere elettiva, ogni 5 anni e per non più di 2 mandati, la carica di presidente RAI (in concomitanza con le elezioni politiche, con apposita scheda separata), con il potere di nominare il Consiglio di amministrazione.
Il ricambio epocale di cui abbiamo bisogno sarebbe favorito da una RAI liberata dai partiti.