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Le biotecnologie come sistema informativo

di redazionale - 19/09/2007

Fonte: indranet

 

 

La corsa verso la digitalizzazione della realtà non si è mai arrestata e ha creato la percezione dell’universo come di un sistema di elaborazione delle informazioni. La digitalizzazione della realtà ha raggiunto il sistema biologico e ha subito un’accelerazione con la mappatura del DNA tramite il Progetto Genoma Umano.

Quindi gli scienziati hanno scoperto che l’RNA, precedentemente considerato spazzatura, regola la produzione di proteine e l’espressione genetica.  Sequenziare l’RNA e classificare le proteine richiederà probabilmente una capacità di calcolo miliardi di volte più grande di quella necessaria per il Progetto Genoma Umano del 2005.

La Biologia e la Fisica possono esprimersi a livello delle informazioni, ma questo non vuol dire che esso sia l’unico livello in cui possiamo comprendere la loro natura.

L’industria del computer ha visto un incredibile sviluppo in seguito all’avvento del personal computer, ma quest’ultimo non è ancora capace di svolgere molti compiti che agli esseri umani non richiedono sforzi, come riconoscere le forme o comprendere il linguaggio naturale, mentre è ancora più inadeguato per quanto riguarda dimensioni come creatività, emozioni, consapevolezza, etica e filosofia. I computer non erano capaci di svolgere questi compiti all’inizio degli anni Ottanta – quando il governo del Giappone sprecò un’incredibile quantità di soldi nel progetto dei computer di Quinta Generazione, che avrebbe dovuto sviluppare le facoltà dell’intelligenza artificiale – né lo sono tuttora.

Ciononostante, la corsa verso la digitalizzazione della realtà non si è mai arrestata e ha creato la percezione dell’universo come di un sistema di elaborazione delle informazioni. Probabilmente, i computer al silicio stanno raggiungendo il limite massimo del loro sviluppo. Naturalmente, l’evoluzione dei computer continuerà e le caratteristiche e la potenza di questi ultimi miglioreranno, ma mi sembra che siamo arrivati al limite di ciò che un computer può “fare”. Tutto ciò che oggi viene fatto verrà svolto con più velocità e precisione, ma per passare a un altro livello, saranno necessari gli esseri umani. Quindi, le persone in carne e ossa, mentre da un lato comunicano tra loro contribuendo allo sviluppo tecnologico dei computer, dall’altro vengono viste esse stesse – soprattutto la loro biologia – come un sistema di informazioni.

La digitalizzazione della realtà ha raggiunto il sistema biologico e ha subito un’accelerazione con la mappatura del DNA tramite il Progetto Genoma Umano. Quel progetto ha richiesto una quantità incredibile di number crunching [elaborazioni numeriche], ma ha sequenziato meno del 2 percento della lunghezza totale del genoma umano. Il resto è stato considerato DNA spazzatura, in quanto non veniva usato per codificare le proteine.

Successivamente, alcuni scienziati hanno cominciato a dubitare dell’inutilità di quel 98-99 percento di sequenza rimanente (bisogna essere davvero dei geni per pensare una cosa simile, vero?). Alcuni organismi molto primitivi contengono centinaia di volte il DNA di un essere umano, quindi probabilmente la piccola quantità di DNA umano non rappresenta tutta la nostra biologia. Di conseguenza, gli scienziati hanno scoperto che l’RNA, precedentemente considerato spazzatura, regola la produzione di proteine e l’espressione genetica. I geni non sono qualcosa che controlla la nostra vita: possono essere inibiti o espressi dalle sequenze di “DNA spazzatura” e ritengo anche da altri fattori, come il pensiero e le influenze culturali. Poi c’è il Progetto Proteomics, la catalogazione delle nostre proteine. È stato calcolato che gli esseri umani hanno più di due milioni di proteine, ciascuna con una funzione diversa, e circa 25.000 geni in grado di produrre un numero limitato di proteine. Di conseguenza, la nuova gara consiste nel sequenziare il 98-99 percento di DNA che non è stato sequenziato, classificare le proteine e comprendere i meccanismi dell’attivazione dei geni e della produzione di proteine.

Sequenziare l’RNA e classificare le proteine richiederà probabilmente una capacità di calcolo miliardi di volte più grande di quella necessaria per il Progetto Genoma Umano del 2005. E siccome le proteine interagiscono tra loro, penso che gli scienziati vorranno anche comprendere le combinazioni tra esse e il ruolo che svolgono nella salute. Questo richiederà ulteriori calcoli di enorme complessità. Posso prevedere che, quando ci si avvicinerà alla fine (se mai avverrà) di questi calcoli e mappature, entreranno in scena altri fattori che richiederanno capacità di calcolo ancora maggiori. Che dire, per esempio, delle interazioni tra i DNA di due persone o di interi gruppi? Se la biologia umana viene considerata come un sistema informativo, non ci sarà fine alla possibilità di combinare elementi. Questa corsa ricorda la ricerca infinita delle particelle elementari in Fisica e la costruzione di acceleratori di particelle sempre più grandi.

Non ho nulla in contrario a vedere la realtà attraverso le lenti delle informazioni. Numeri, calcoli e modelli mi hanno sempre affascinato e sono pieno di meraviglia quando vedo i modelli di calcolo della vita in Biologia e in Fisica. Tuttavia, la mappa non è il territorio. La Biologia e la Fisica possono esprimersi a livello delle informazioni, ma questo non vuol dire che esso sia l’unico livello in cui possiamo comprendere la loro natura. È come dire che gli esseri umani sono fatti dei minerali trovati in proporzioni diverse nella tavola degli elementi. Quello è il livello della realtà materiale, ma nemmeno con i più accurati calcoli di ogni elemento scopriremmo molto sugli esseri umani. Inoltre, c’è l’impressione erronea che le informazioni sulle particelle elementari rivelino la vera natura dell’universo, e quelle sulla sequenza del DNA e sulle proteine la natura dell’uomo. Questo approccio lascerà intatto il mistero profondo, ma noi vogliamo illuderci che conosceremo l’universo accumulando dati che possiamo immagazzinare, interpretare, controllare e manipolare.

La nostra evoluzione scientifica cerca la verità soprattutto a livello oggettivo e delle informazioni, quindi non sorprende che consideriamo queste ultime come la natura fondamentale degli esseri umani o dell’universo stesso. In questa epoca ci identifichiamo con i nostri geni e il DNA, credendo che quest’ultimo determini i nostri attributi fisici, intellettuali, emotivi e persino etici. A un certo punto qualche sapientone ci dirà quali parti del DNA sono meglio delle altre.

Quando avremo raggiunto una mappa completa del DNA (DNA “spazzatura” incluso) e delle proteine di ognuno, quando vedremo che la manipolazione dei geni non ci darà i risultati desiderati e anzi, probabilmente impoverirà la creatività e la biodiversità innate della natura, allora probabilmente cambieremo il nostro senso di identità, espandendolo fino a includere il livello delle informazioni biologiche in un abbraccio più grande.