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Attacco nucleare

di G.P. - 19/09/2007

 

Il nuovo corso della politica estera francese - quello messo in atto dal Presidente Sarkozy (tanto osannato dal buonista di casa nostra Veltroni) e dall’attuale governo di centro-destra, che vede in prima fila il Ministro degli Esteri Kouchner (leggere le sue infauste dichiarazioni contro il popolo palestinese in “Gaza: Kouchner incoraggia i dirigenti israeliani a massacrarepostato oggi sul blog) -ha abdicato al tradizionale “sciovinismo”, per sposare l’adesione incondizionata alla mentalità servile dei pasdaran che invocano la Guerra al Terrore Islamico. Eppure, solo qualche anno fa, i francesi erano stati tra i pochi a chiedere che in Iraq si procedesse con l’uso delle armi diplomatiche nei confronti di Saddam e del partito Baath, disapprovando gli arbitrii guerrafondai statunitensi. Adesso si ritrovano addirittura a scavalcare i falchi dell’amministrazione Bush, i quali devono pure invitare Parigi alla calma. A tal proposito le dichiarazioni di Kouchner sono di una gravità inaudita perché la chiamata di “correità” del “galletto” ai governi europei, affinché si mobilitino per impedire militarmente alla Repubblica Islamica di portare a termine le sue trame nucleari, stride con i rapporti dell’Aiea (dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica), la quale ha ribadito espressamente che i progetti iraniani sono perfettamente sotto controllo.

Già in Irak i governi occidentali diedero il via ad una guerra infame sulla base di informazioni artefatte circa la presenza di armi batteriologiche (mai trovate), eppure tutto ciò non impedì al “Circo Mediatico di Sostegno Americanista” di fabbricare nuove e più "nobili" motivazioni come quelle sull’esportazione della democrazia. Adesso si vuole fare la stessa cosa con l’Iran. In pratica, per impedire alla Repubblica Iraniana di portare avanti i suoi “fantomatici” piani nucleari la si vuole stanare con un attacco nucleare che ucciderà, indiscriminatamente, civili e militari e che porterà conseguenze devastanti sul piano ambientale, economico e sociale, per questa e per le prossime generazioni. Che farà l’Italia se quanto paventato dal governo francese dovesse concretizzarsi? Il nostro Ministro degli Esteri per ora frena “Non mi sembra felice l’idea di parlare di guerra in questo momento” dice D'Alema, ma conoscendo la doppiezza del personaggio c’è poco da fidarsi…

PARIGI: «PREPARIAMOCI ALLA GUERRA CON L’IRAN» (fonte Il Giornale)

di Alberto Toscano

E Berlino avverte che, anche violando la Costituzione, farà abbattere aerei tedeschi dirottati

«Dobbiamo prepararci al peggio», ha dichiarato ieri in un’intervista radio-tv il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner a proposito del nucleare iraniano. Stupito dalla frase di Kouchner, uno degli intervistatori gli ha chiesto che cosa possa significare l’idea di quel «prepararsi al peggio». Il titolare del Quai d’Orsay ha dato con molta calma, soppesando bene le parole, una risposta impressionante: «Prepararsi al peggio vuol dire prepararsi alla guerra». Ormai è chiaro: la Francia di Sarkozy prende in considerazione l’idea di un intervento militare contro l’Iran per impedirgli l’accesso all’arma nucleare. Una linea in sintonia con gli Usa: indiscrezioni di stampa hanno affermato che Washington sta mettendo a punto i piani di un eventuale attacco all’Iran, volto a distruggerne il potenziale nucleare prima che questo possa diventare operativo.
Nel suo discorso di fine agosto agli ambasciatori francesi, Sarkozy aveva lanciato un monito all’Iran: «Speriamo si possa evitare – aveva detto – una situazione gravissima, in cui la comunità internazionale dovrebbe scegliere tra due possibilità ugualmente terribili: ammettere che l’Iran disponga di armi nucleari o lanciare operazioni militari per impedirlo».
Ieri Kouchner ha precisato che la Francia «intende perseguire la via del negoziato» per portare l’Iran a più miti consigli. Tuttavia ha voluto lanciare due ben precisi segnali agli iraniani: 1) se continuano nel loro programma nucleare militare, pagheranno un prezzo elevato anche in termini economici; 2) la preparazione dei piani militari va avanti in fretta («Si stanno mettendo a punto piani militari che costituiscono una prerogativa degli Stati maggiori», ha detto). Infine Kouchner ha precisato che l’eventuale iniziativa militare «non è per domani».

Anche a Berlino c’è aria di tensione. Proprio ieri il ministro della Difesa tedesco Franz-Joseph Jung ha detto che – malgrado la Costituzione della Repubblica federale non lo preveda – la Germania sarebbe pronta ad abbattere aerei dirottati dai terroristi e utilizzabili come bombe volanti.