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Nucleare sempre più a rischio in Giappone

di redazionale - 20/09/2007

 

 

Dopo il terremoto del 16 luglio scorso, il Giappone si sta interrogando seriamente sulla sicurezza delle proprie centrali nucleari.
In quella occasione, la centrale di Kashiwakazi-Kariwa subì una perdita di acqua radioattiva. Immediatamente dopo il terremoto la compagnia elettrica Tepco, che gestisce la centrale atomica, si affrettò ad escludere qualsiasi rischio di perdite, salvo dichiarare dopo alcune ore che si era verificata una fuoriuscita di 1,5 litri di acqua radioattiva. Il giorno dopo nuova smentita: i litri di acqua radioattiva fuoriusciti dall'impianto erano 1.500.
Dopo questo incidente, la centrale di Kashiwakazi-Kariwa, la più grande al mondo, è stata chiusa, tanto che le autorità nipponiche hanno diffuso per tutto il mese di agosto messaggi che invitavano a risparmiare energia per scongiurare rischi di black-out.

Anche in assenza di scosse, non mancano i problemi: il 4 di settembre sono fuoriuscite 3,4 tonnellate di acqua radioattiva da un generatore da un'altra centrale, quella di Ohi, localizzata sulla costa, a circa 300 chilometri da Tokyo. La notizia è stata diramata dalla società proprietaria del reattore, la Kansai Electric Power (seconda società giapponese del settore), unitamente alla rassicurazione sul fatto che si trattava di acqua contenente una bassa quantità di radioattività e che l'acqua non è stata dispersa nell'ambiente.

La situazione comincia a farsi pesante, se nonostante il consueto generale silenzio-stampa che avvolge il settore del nucleare in Giappone, il settimanale nipponico weekly diamond ha pubblicato circa 10 giorni fa una inchiesta sulla sicurezza delle centrali nucleari giapponesi rispetto al rischio sismico. I dati pubblicati rivelano che su 17 impianti, solo due hanno superato l'esame.
Particolarmente a rischio sono le 5 centrali di Hamaoka che si trovano tra Tokyo e Nagoya. Da tempo la capitale del Giappone aspetta nervosamente il suo turno: gli esperti hanno già annunciato il verificarsi entro trent'anni di un terremoto che investirà Tokyo e avrà effetti disastrosi.
Per la rivista weekly diamond, se le 5 centrali di Hamaoka venissero gravemente danneggiate da un terremoto, causerebbero un disastro ambientale di enormi proporzioni e negli anni successivi si potrebbbero avere più di due milioni di morti per leucemia. Ricordiamo che l'area metropolitana di Tokyo accoglie più di 12 milioni di abitanti.

Verrebbe da chiedersi come mai siano state autorizzate delle centrali in aree a forte rischio sismico. Per la rivista weekly diamond, una delle risposte sta nella mancanza di comunicazione tra Ministero dell'Istruzione che si occupa del rischio sismico e Ministero dell'Industria che concede l'autorizzazione alla costruzione delle centrali nucleari. A noi più semplicemente viene da pensare che in Giappone è difficile trovare aree che non siano a rischio di terremoti.

Entro un mese un tribunale locale esaminerà la richiesta dei cittadini della regione di sospendere le attività delle centrali di Hamaoka e ci sono buone probabilità che la richiesta venga accolta.