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Gli esseri umani che soffrono, non sono semplici "entità"

di Filippo Fortunato Pilato - 25/09/2007

Fonte: jerusalem-holy-land.org

 
5866 sono ad oggi gli abitanti palestinesi uccisi a partire dalla Seconda Intifada del settembre 2000.
Per il sionismo totalitario, una popolazione intera è considerata "entità ostile", che non merità alcuna pietà.
Nulla di cui meravigliarsi, in quanto parole come misericordia, riconciliazione, perdono, carità, giustizia, non sono altro che concetti astratti, non contemplati nel loro processo educativo, se non che in riferimento esclusivo alla loro casta eletta.
La strage continua sotto i nostri occhi, giorno e notte, mentre i falsi convegni di pace in preparazione non saranno altro che la tomba delle legittime aspirazioni di tutto il popolo palestinese, dalla Giordania al Mediterraneo, alla propria indipendenza ed emancipazione dall'attuale giogo sionista (1).
 
Quella che è la certezza di molti smaliziati osservatori, che hanno seguito passo passo le manovre attuate per poter arrivare alla divisione delle forze attive palestinesi, è che si stia assistendo solo all'ennesimo tergiversare da parte israeliana per prendere tempo e permettere il consolidamento delle colonie già esistenti, l'insediamento di nuove, il completamento della costruzione dei "muri" di segregazione, l'annientamento di ogni residua legittima (in quanto compiuta sul proprio terreno natio) resistenza ed opposizione all'invasione ed all'occupazione.
La novità è che questa volta, a tenere il gioco della politica coloniale sionista, Israele e Usa (il finanziatore e guardaspalle) sono riusciti a coinvolgere una fazione minoritaria e perdente, foraggiandola e armandola contro il suo stesso popolo, ma mantenedola pur sempre in una condizione subalterna e d'inferiorità.
Persino alcuni storici israeliti, che ebbero addirittura importanti incarichi di fiducia nelle precedenti trattative di pace, come Shlomo Ben Ami, capo della diplomazia israeliana durante il fallito vertice di Camp David del 2000, hanno recentemente dichiarato che "...si devono dare risposte concrete a questioni concrete: la fine dell'occupazione, Gerusalemme, il ritorno dei rifugiati" (vedi link). Le dichiarazioni di Shlomo B.A. sono discutibili nel loro complesso, ma lasciano intravedere un barlume di volontà nella ricerca di soluzioni più responsabili.
Come al solito bisogna aspettare che sia qualche israelita a sollevare critiche contro Israele e la sua politica. Se la scrivono, se la suonano e se la cantano.
I Gentili sono troppo in soggezione di fronte al popolo eletto, al quale è concessa qualsiasi ignominia, in nome della shoà e del potere economico-politico con il quale tengono per gli attributi praticamente tutti. Coloro che, a ragione o torto, hanno deciso di sottrarsi alla morsa, hanno decretato la condanna della propria nazione a diventare terreno di guerra e devastazione.
Non penso che ci sai bisogno di esempi a riguardo.
 Mentre noi cerchiamo di capire, di analizzare, di giudicare, di decidere cosa fare o non fare, gli avvenimenti incalzano, la storia non si ferma.
Tanto meno in Terra Santa, dove da sessant'anni il progetto coloniale sionista, continua a procedere incurante di qualsiasi, sebbene timida e modesta, riprovazione o condanna da parte della comunità internazionale o delle Nazioni Unite. Non ci sono "risoluzioni" che tengano.
Ed a Gaza Strip la popolazione, che è stata dichiarata "entità ostile", è degna solo di morire, senza possibilità alternativa.
La colonizzazione forzata della Palestina, di aree arabe già abitate, adottando tutte quelle strategie militari, terroristiche ed economico-politiche, che ben conosciamo, ha portato come frutto l'esasperazione e l'impazzimento di un vasto strato della popolazione autoctona, violentata nell'anima sin dall'infanzia.
Sareste ostili o no voi, se qualcuno irrompesse in casa vostra a mano armata, devastando tutto ed uccidendo i vostri cari?
È umanamente comprensibile, se non condivisibile. Bisognerebbe trovarsi nei panni di chi è cresciuto nel terrore, umiliato con efferatezza insieme ai suoi cari per decenni. 
Il terrore, quello vero, dei pacifici abitanti di Galilea, Samaria, Giudea, Cisgiordania, Filistea, sospinti dalle bande assassine sioniste della metà del secolo scorso, verso un'esodo (parliamo dei giorni nostri e di popolazioni sicuramente native ed abitanti in Palestina, non di storie di 2000 annifa e di persone della cui discendenza carnale non si è certi...) senza ritorno, incolpevole, ingiusto, non si è fermato di fronte al tempo ed alle frontiere.
È di questi giorni il ricordo dell'eccidio di Sabra and Shatila (vedi link), campo profughi nelle vicinanze di Beirut, ad opera dei Falangisti "Cristiani" alleati di Israele (Kahan Commission Report, Kapeliouk "Sabra et Shatila: Inchiesta su un massacro", Parigi, Seuil 1982, citato da Haaretz il 15 Settembre 1982).
Ed ancora oggi, ai superstiti di questi massacri, ed ai loro figli, non è permesso tornare nella propria terra, alle proprie case, ai propri pascoli, ai propri giardini (vedi links).
Neppure è all'ordine del giorno discutere di tale evenienza. Non se ne parla proprio. Rapina a mano armata nel vero senso della parola: non si può definire diversamente l'espansionismo sionista. Checchè ne dicano i logorroico-isterici difensori di questo tipo di banditismo terrorista. 
E sono pure di questi giorni le notizie delle continue incursioni militari israeliane nei Territori Occupati, con i loro resoconti di distruzione e morti. Bambini o adulti non fa differenza. Uccisi a colpi di arma da fuoco o dilaniati sotto i cingoli di un buldozer, sempre arabi erano. Razza inferiore, per Tsahal, l'invincibile armata di Davide. 
I muri di segregazione intanto continuano ad essere costruiti, ed è cronaca quotidiana l'opposizione, donchisciottesca quanto nobile, di chi tenta invano di fermarne l'edificazione.
Al massimo sin'ora alcuni gruppi di militanti pacifisti, israeliani, palestinesi ed internazionali, sono riusciti ad ottenerne, dal tribunale supremo israeliano, la modificazione del percorso
(Il tribunale supremo israeliano cambia il percorso del Muro di Bil'in: una vittoria della resistenza popolare nonviolenta, vedi link).
Ma non l'interruzione della sua costruzione. Quella non ci sarà, pace o non pace. Si modificherà qualche curva, ma si farà. Si sta facendo. È stato fatto.
Come non ci sarà mai il riconoscimento dei diritti calpestati, nè la ricostruzione delle case abbattute, nè la restituzione delle aree rubate per far posto agli insediamenti dei coloni kazari.
Non ci sarà mai un monumento per ricordare i caduti civili dell'occupazione sionista in Terra Santa. 
Nessuna forza del diritto verrà a stabilire giustizia in una società che si regge solo sul diritto della forza. E delle chiacchiere.
Nessuno dei miei amici e amiche israeliti onesti ed in buona fede , israeliani e americani, appoggia tale stato di prevaricazione e invasione coloniale. Anzi essi stessi sono i principali oppositori, silenziati, ai crimini in corso da parte israeliana. In Usa, come in Israele e altrove essi levano alte le proteste e si schierano apertamente al fianco dei palestinesi, musulmani, ebrei, cristiani, per civilmente tentare di far sentire la propria voce e influenza. Qualche volta si sente qualche eco di tali voci: solo in Italia ed Europa esse sono imbavagliate, come se non esistessero.
Oltre che disonesto tutto ciò è anche stupido, perchè la verità, prima o poi, emergerà in tutta la sua evidente drammaticità e trascinerà nel fango chiunque si sia reso complice, diretto o indiretto, di questo abominio. Inclusi i kazari che anche da noi la fanno da padroni.
Ma le notizie oggi corrono veloci e raggiungono tutti gli angoli del pianeta. Se potessero imbavaglierebbero anche internet. E già qualche rappresentante europeo nostrano ci sta provando.
 
Anche il timore, decantato dai soliti mestatori, per la minacciata ipotetica messa in minoranza del popolo eletto, in caso di formazione di un governo d'unità nazionale (evenienza veramente recondita ) o del rientro dei profughi, sarebbe facilmente esorcizzabile con l'approvazione di un nuovo sistema elettorale e legislativo che tuteli tutte le etnie e confessioni presenti nell'area, impedendo prevaricazioni. Se tutti hanno un numero eguale di rappresentanti in parlamento, indipendentemente dalla base numerica, dovranno per forza essere approvate normative che garantiscano tutti e che raggiungano la maggioranza di consensi. Una volta ottenuto un certo equilibrio democratico sarà poi sempre possibile modificare in meglio tali leggi elettorali. Così funziona una democrazia vera, garantendo eguali diritti a tutti, ma pretendendo il rispetto dei doveri da parte di tutti. Altra cosa sono le repubbliche delle banane.
Se Israele si vuole vendere come repubblica democratica, come tale si deve comportare, accettando le sfide che di tale ruolo sono proprie, garantendo tutti i suoi cittadini, siano essi giudei laici, arabi, ebrei osservani, musulmani, cattolici, cristiani o quant'altro.
Altrimenti resta la dittatura che è, tollerante solo per i discendenti di madri giudee (da tre generazioni almeno e di origini non sefardite).
 
Viene tanto deprecato il tempo in cui il potere temporale dei Papi, a detta di alcuni storici, tiranneggiava (ed in alcuni casi è stato anche vero).
Ed ora ci prepariamo a glorificare il potere temporale dei rabbini e del loro stato confessionale esclusivista?
Con quale faccia critichiamo poi le teocrazie islamiche? 
 
Non bastano le idiozie scritte e dette da un manipolo di sottoculturati in mala fede, propagatori di informazioni s-corrette, che pontificano, dal basso delle proprie perversioni, per giustificare la shoà palestinese e traghettare nella storia l'ideologia più razzista e omicida dei tempi in cui viviamo.
Sodoma e Gomorra, oltre a non aver loro insegnato nulla, sono state fraintese e prese ad esempio di stile di vita contronatura.
Con la conseguente caduta di dignità ed eticità. La sodomia, quando applicata all'intelligenza, oltre alla sterilità mentale, che provoca l'incapacità di intendere il normale ciclo naturale vitale indispensabile, produce danni incalcolabili alla psiche, ancora peggiori di queli fisici.
Niente di cui stupirsi quindi, se per gli amici di Sodoma la morte del prossimo non interessa e non li stimola alla ricerca di serie prospettive di giustizia: perchè quando si è morti a se stessi, si è capaci di proporre solo soluzioni nichiliste.
La presa in giro del prossimo, altrimenti detta "presa per i fondelli", è la naturale inclinazione e deriva delle penne perverse, la cui vita è manifesto.
Paragonare, per esempio, il disperato, (quanto deprecabile come qualsiasi atto di guerra contro civili), lancio di sgangherati razzi kassam, alla ben oliata, potente e tecnologizzata macchina bellica israeliana, come fanno gli informatori s-corretti, è fare un'offesa alle capacità intellettive di coloro che hanno la sventura di imbattersi negli articoli puerili scritti da codesti amici dei killer professionisti sionisti.
L'informazione s-corretta non partorirà nulla: sterile ed ermafrodita per natura, è solo uno spreco d'energia mal incanalata.
Ma non preoccupiamoci di queste statue di sale che camminano verso la propria dissoluzione. Si annegheranno da soli nel mare delle loro stesse menzogne. Perchè non hanno un cuore, un anima che guidi le loro parole ed azioni, ma solo astio razzista e settario nei confronti chi osi opporsi o criticare il grande fratello della loggia di Sion.
 
Dispiace invece che raffinate intelligenze europee, della cultura e della politica, non vedano come il sionismo non rappresenti l'ebraismo, che essi vorrebbero in buona fede difendere, se non che in una minoranza esigua. Possibile che non si rendano conto che le sofferenze subite (dagli antenati ebrei e in località geografiche ben distanti dalla Palestina) non autorizzino nessuno a punire il popolo palestinese nella sua collettività?
Quell'Europa che nei suoi rappresentanti popolari ed autorevoli, con stuoli di dignitari e portabandiere, indignata sfila ciclicamente nei mausolei dell'olocausto, per mantenere viva la memoria nell'ossessivo tormentone del "perchè non succeda mai più", quando si risveglierà dall'oblio della nefasta informazione s-corretta e si renderà conto che invece sta succedendo di nuovo?
Stanno aspettando che vengano sostituiti gli attuali simboli dell'oppressione sanguinaria del popolo arabo di Terra Santa, con quelli delle svastichee e delle SS, per scuotersi e negare la propria complicità a questi novelli tiranni, che stanno per essere ammessi sul carrozzone europeo? La storia si ripete, se non la si comprende. Ed oggi in Terra Santa sta succedendo qualcosa di simile ad allora: un popolo intero, quello palestinese, già internato, affamato, decimato, assediato, sta per essere olocaustizzato sull'altare di Sion. Anche oggi, come allora per gli ebrei, il mondo se ne frega.
Per tutti, gli arabi di Palestina, sono casta inferiore. Carne da macello.
Questo olocausto, lo sappiano gli adoratori dei muri, non sarà gradito a Dio, ma forse solo a quel signore delle tenebre che ottunde le loro dure cervici.
 
Uomini liberi, difensori e paladini della civiltà e della democrazia, possibile che non vediate?
Vi sarà chiesto conto, un giorno non troppo lontano, della vostra viltà e complicità con il carnefice. Che crediate o no.
Non è più il tempo delle chiacchiere. Chi sostiene Israele nei suoi crimini, non  li denuncia a chiare lettere, non sostiene azioni civili, per inchiodare la leadership sionista ad un tavolo di trattative vero, dove sul piatto siano inevitabilmente da risolvere le questioni dei rifugiati da far rientrare, delle terre e case da restituire (tutte, e non solo alcune per motivi pubblicitari), dei muri da rimuovere, dei compensi per gli ingenti danni provocati, dei processi per chi si è reso responsabile delle carneficine in violazione delle regole internazionali (tutti i terroristi vanno processati, non solo quelli arabi), non è degno di rappresentarci e non andrà più rieletto alle prossime, imminenti, elezioni. Ditelo apertamente a coloro che avete eletto nel precedente turno.
L'unica cosa che temono è di perdere la poltrona in Parlamento. Poco importa se siano essi di destra o di sinistra.
Ma la giustizia non ha un colore politico, tantomeno nel circo italiano, e sa travalicare le trincee ed i reticolati, imposti solo per impedirci di conoscere la verità.
Perchè solo la verità rende liberi. E lorsignori invece mentono, perchè ci vogliono schiavi.
 
 
 
 
 (1) = il sionismo, che erroneamente viene identificato geneneralmente con l'ebraismo, oltre che a rappresentare solo una minoranza mondiale di giudei, si presenta come una forza laica, e come tale non dovrebbe avere quindi alcuna pretesa di rivendicazioni "bibliche". Rivendicazioni che agli occhi dei fedeli di altre confessioni sono relative e che non possono essere considerate prioritarie  o favorite nei confronti delle loro. Nè le sofferenze della shoà autorizzano i sionisti a punire collettivamente il popolo palestinese, che nulla ha avuto a che fare con esse. Vergogna, su chi sfrutta le pene sofferte dagli antenati, in un passato che non potrà mai più ritornare, per coprire un crimine contro l'umanità che perdura da sessant'anni  e che ancora è destinato a proseguire con il suo carico di vittime: sino all'annientamento totale ed irreversibile dei propri fratellastri semiti ismaeliti.
La critica al sionismo, quale ideologia e pratica politico-militare, è un libero esercizio della libertà d'espressione e di pensiero, che nulla ha a che vedere con l'anti-semitismo. La confusione tra i termini serve solo a chi, in mala fede, vuole ostacolare un sereno confronto e analisi sul tema.
I veri anti-semiti, se proprio vogliamo dirla tutta, sono i sionisti, che hanno in odio settario i loro fratellastri semiti arabi.
Se veramente vogliamo parlare di antisemitismo, quello vero, applicato, dobbiamo guardare la storia del movimento sionista, con tutti i suoi scheletri nell'armadio, passato e presente.