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La sinistra? E' finita

di Giuliano Corà - 28/09/2007

     

 

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Sarebbe squallida - se non fosse sciocca,  se non fosse ignobile - la battuta di Prodi secondo cui gli Italiani non sono meglio della loro classe dirigente.
E’ squallida perché è penoso vedere un politico “di sinistra” – un vecchio boiardo democristiano che si è fatto eleggere promettendo un rinnovamento anche morale della classe politica – non saper far di meglio che insultare meschinamente i suoi elettori. Già il venditore di tappeti, l’Unto del Signore, faceva la stessa cosa. Non pare che ci abbiamo guadagnato molto nel cambio.
E’ sciocca, perché di meglio di lui ce n’è eccome. Per esempio le decine di migliaia che in Italia stanno dicendo no alla protervia insolente e alle menzogne di quelli come lui: no alla Tav, no al Dal Molin, no all’aereoporto di Viterbo, no al Ponte sullo Stretto, no alle piramidi nel deserto di una classe politica ammanicata con appaltatori e affaristi.
Ed è anche ignobile, perché in realtà vuol dire: ‘Ma che cazzo ne capite voi, pezzenti che non siete altro! Lasciatemi lavorare (cioè fare i comodi di mega-industrie assistite e banche sanguisughe!”. La casta parla sempre lo stesso linguaggio. Questa è la Sinistra, oggi.
Il Partito Democratico? Un blob alieno, un nato morto, una balena torpida, non “gioiosa macchina da guerra” ma ennesima “macchina-per-far-politica”. Forse più “pericolosa” di altre, perché più sfavillanti sono le illusioni di cui si ammanta e più mirabolanti le promesse che fa. In realtà un vuoto riempito di nulla, e a scucirne un po’ le giunture quasi ci si aspetta di vederlo afflosciarsi in una nuvola di insetti ronzanti.
En passant, un pietoso cenno alla “Cosa rossa” (la faticosa e forse già moribonda reunion dei cosiddetti “radicali” di estrema sinistra): una disperata accolita di delusi, che sa già di essere destinata alla sconfitta e tenta di esorcizzare il proprio destino mettendo insieme frantumi del passato e rievocazioni di battaglie che non convincono più nessuno. Dovrebbe dunque venire dalla sedicente sinistra “radicale”, il sol dell’avvenire? Dai Bertinotti presidente della Camera e dai Pecoraro Scanio (basta il nome)? La sinistra ‘di lotta e di governo’ - già sentito, vero? - che è riuscita nel miracolo di unire parole d’ordine roboanti e gesti eclatanti ai limiti del suicidio politico con l’appiattimento assoluto sui comandamenti del pensiero unico liberalcapitalista, accettando ed ingoiando imperterrita infamie di ogni tipo.
Rimangono le “bande partigiane”, quelli non schierati, i “cani sciolti” col guinzaglio, quelli da cui di solito ti aspetti davvero il beau geste: i girotondini morettiani, insopportabili fighetti radical chic, quelli del “Di’ qualcosa di sinistra”. Ve li ricordate? Alla fine sono andati a farsela dire da Veltroni, qualcosa di sinistra. Complimenti. Ora hanno rialzato la testa. Hanno sentito nelle piazze il richiamo di Grillo, ed hanno pensato che potesse essere l’occasione buona: ‘cavalcare’ la protesta, annettersi un elettorato pronto all’uso. Ma nemmeno lui li vuole, i professorini. Se tutto va bene, finiranno a fare il servizio d’ordine alle primarie per il PD, e così sarà consumata definitivamente la parabola di una politica che aveva pur promesso un ‘rinnovamento’, e che si spegne oggi nella palude di un vuoto democraticismo all’americana.