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Le ragioni sbagliate di una guerra (i veri terroristi siamo noi)

di Massimo Fini - 30/09/2007

Che i due agenti segreti italiani catturati dai talebani o dai loro affiliati dovessero essere liberati 'manu militari' è fuori discussione. Che uno di loro potesse cadere, perchè ucciso dai nemici o, più probabilmente, colpito da 'fuoco amico', sta nella dinamica dell'azione e fa parte della componente di rischio che è a carico di un soldato.
Detto questo resta integra la domanda di fondo: che cosa ci fanno le truppe occidentali in Afghanistan e che cosa ci facciamo noi? Per l'Italia in particolare c'è una questione che è formale ma non di poco conto. La nostra Costituzione ripudia nel modo più solenne la guerra se non per legittima difesa. E noi in Afghanistan stiamo facendo una guerra offensiva (nessun pericolo ci viene da quel Paese). La facciamo in segreto, di nascosto, con cattiva coscienza, ma la facciamo. Ha scritto Guido Olimpio sul Corriere della Sera: "Il nostro contingente in Afghanistan non dovrebbe partecipare a operazioni di combattimento, ma la realtà sul terreno lo richiede". Inoltre siamo alleati di Paesi (in particolare Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Olanda) che combattono ogni giorno contro il popolo afgano o una parte molto consistente di esso. Se la Costituzione non viene rispettata su un punto così importante vuol dire che è, in generale, carta straccia, specchietto per le allodole, per il popolo bue.

Ma torniamo alla sostanza. Che ci fanno le truppe occidentali in Afghanistan? Si dice, ostentando la nostra pelosa e piagnucolosa bontà, che "cerchiamo di ricostruire quel disgraziato Paese e di ridare un futuro a quella povera gente". Si sottace che prima di ricostruirlo quel Paese lo abbiamo distrutto, rendendolo disgraziato, coprendolo di tonnellate di bombe all'uranio impoverito col pretesto di prendere un uomo che poi non abbiamo preso. Ma oltre alla distruzione materiale e più grave di essa è la disgregazione sociale e morale che abbiamo portato in quel Paese. I talebani avevano tagliato le unghie ai 'signori della guerra' che , in un Afghanistan impoverito da dieci anni di conflitto con l'Unione Sovietica, vi spadroneggiavano, taglieggiando, rubando, assassinando, stuprando. Per questo gli uomini del mullah Omar godevano, come godono tuttora, dell'appoggio della popolazione. Oggi nelle aree non controllate dai talebani i 'signori della guerra' sono tornati a fare il bello e il cattivo tempo. I talebani, come ho sempre scritto, avevano azzerato il narcotraffico. E mi fa piacere che , una volta tanto, questo fatto inaudito sia stato riconosciuto anche da un autorevolissimo commentatore come Sergio Romano che sul Corriere ha scritto: "Sono tornati i narcotrafficanti, che i talebani, nell'ultima fase del loro regime, erano riusciti ad allontanare".Oggi l'Afghanistan produce il 93% dell'oppio mondiale e al traffico partecipano, insieme alla corrottissima cricca di Karzai, anche le truppe occupanti. Noi, noi occidentali intendo, stiamo violentando la cultura, la mentalità, i valori, i modi di vivere di quel popolo, pretendendo di sostituirli con i nostri, e ciò che vi abbiamo veramente portato è la nostra corruzione, il nostro vuoto, la nostra slealtà, il nostro marciume morale.
Gli afgani, talebani e non, combattono oggi legittimamente e con grande coraggio, come han sempre fatto, contro forze occupanti infinitamente superiori dal punto di vista tecnologico, che mandano sul campo macchine invece di uomini. Li chiamiamo predoni, banditi, integralisti, terroristi. Ma i veri predoni, i veri banditi, i veri integralisti, i veri terroristi siamo noi.