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Riotta, Grillo e il giornalismo anglosassone

di Carlo Gambescia - 01/10/2007

 

“Il 13 settembre 2006 con il consenso bipartisan di otto consiglieri Rai e l'apprezzamento del nono, Gianni Riotta viene nominato direttore del TG1 succedendo a Clemente Mimun Ha introdotto nel Tg1 tecniche anglosassoni di informazione,interviste in diretta durante il telegiornale, assoluto equilibrio politico come prima base, editoriali in diretta […]”.

( Gianni Riotta, estratto da Wikipedia)


Ieri alle ore 20 in punto, ci siamo “concentrati” sul telegiornale a “tecnica anglosassone” di Gianni Riotta. Anticipiamo subito il giudizio finale: se è sempre così, si può tranquillamente fare a meno di vederlo, a meno che non si abbia una spiccata passione per la quella che in gergo giornalistico un tempo si chiamava “cronaca nera”.
Ieri sera, addirittura, il Tgi ci ha proposto in esclusiva il “videotape”, probabilmente opera degli stessi investigatori, dell’assassino del piccolo e povero Tommy che ritorna sul luoghi del delitto, per indicare al magistrato, dove ne aveva sepolto i poveri resti. Un film dell’orrore. Uno spettacolo ripugnante… E avvilente per chi lo ha trasmesso.
Il tutto, all’interno di un telegiornale, occupato militarmente per due terzi da informazioni e commenti dettagliati sugli ultimi delitti. Con Rossella, ex TG5, che dedica editoriali di consigli investigativi sul caso di Garlasco… Penoso. O se non è così (dal punto di vista quantitativo), la sensazione che abbiamo provato, come spettatori per nulla interessati alle speculazioni poliziesche, è quella di dover sorbire fuori orario un programma di Carlo Lucarelli.
Inoltre, sempre ieri sera, il TG1 ha ripreso e rilanciato con grande evidenza un’ inchiesta del Tempo di Roma (ma esce ancora?), dalla quale si evince che sul Blog di Beppe Grillo sarebbero apparsi alcuni commenti antisemiti (pare due o tre su alcune migliaia). Facendo capire, pur con i “distinguo” di rito, che il comico genovese potrebbe essere in odore di antisemitismo. Il che - attenzione - suona come una specie di “inizio” di condanna a morte, almeno morale, per Grillo e il suo nascente movimento...
Va detto, che prima di questo colpo basso - chiamiamolo come merita - erano passate sul teleschermo le rassicuranti immagini di Prodi e Berlusconi. Pe preparare il terreno a riflessioni postume di questo tenore: "I due, pur con i loro difetti, mica hanno blog dove si leggono commenti antisemiti… Non le pare signora...".
Il che spiega, senza tanti giri di parole, il consenso bipartisan sul nome di Riotta: la sua ricerca "dell' assoluto equilibrio politico", in realtà, riguarda la compensazione, o se il diretttore del TG1 preferisce visto che ha studiato in America, una bella "clearing house" tra gli interessi delle attuali classi politiche. O meglio dell'unico interesse, al di là dei crediti e debiti tra maggioranze e opposizioni, spesso di plastica… Quale? Quello di restare al potere il più a lungo possibile.
Riassumendo: tanta cronaca (nera), poca politica, e soprattutto concentrata sui due leader (Prodi e Berlusconi). Un telegiornale inutile. O meglio utile - visto il "servizietto" fatto a Grillo - solo alla cosiddetta “casta”.
Una vera di lezione di giornalismo anglosassone. Complimenti.