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Contro la nuova inquisizione, solidarietà al Professor Pallavidini

di Claudio Moffa - 01/10/2007

Fonte: 21e33.blogspot.com

 

 

Il 26 settembre scorso il professor Renato Pallavidini, già del liceo Cavour di Torino e oggi trasferito su sua richiesta e ben accolto nel liceo Massimo D’Azeglio della stessa città, è stato interrogato dal Consiglio di Disciplina per i docenti del Ministero della Pubblica istruzione,  per rispondere di un suo presunto “abuso” di funzione: l’avere cioè egli legittimamente  risposto il 26 gennaio 2007 ad una legittima domanda di una studentessa della sua classe, su cosa egli pensasse della Giornata della Memoria. Il docente ha replicato dicendo quello che credono centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, e milioni di persone in tutta Italia, e che peraltro sostengono argomentatamente anche molti ebrei e israeliani onesti, a cominciare da Norman Finkelstein (L’industria dell’Olocausto, Rizzoli editore, 2002), e da Amira Hass (Haaretz, 7 agosto 2007) : e cioè che la “giornata della memoria” – che ricorda le sole vittime ebree della immane carnecifina della seconda guerra mondiale - è utilizzata da Israele come “risorsa politica innanzitutto per combattere contro i palestinesi” (Hass).

I fatti e il procedimento che sono scaturiti da questa normalissimo momento di interrelazione fra docente e studenti in una scuola pubblica italiana – l’episodio è durato appena dieci minuti – sono di una gravità inaudita e costituiscono un’aggressione frontale ai principi di libertà di opinione e di insegnamento sanciti dagli articoli 21 e 33 della Costituzione.

L’ispezione dell’Ufficio regionale piemontese è zeppa di irregolarità procedurali e di abusi, a cominciare dall’interrogatorio dell’ispettore Favro sulle idee politiche di Pallavidini, e dai tagli sistematicamente fatti nella sua relazione a giudizi di commissari di concorso sulla capacità e chiarezza espositiva delle lezioni del prof. Pallavidini, autore peraltro di numerosi saggi e diversi libri, di cui uno prefatto da Remo Bodei.

Pallavidini è stato anche sottoposto a visita di “idoneità” non solo fisica, secondo quanto recita l’articolo 5 dello Statuto dei Lavoratori, ma anche psichica, con domande sulla sua infanzia, la sua famiglia, le relazioni fra i suoi genitori, e di nuovo questioni attinenti le sue opinioni politiche. Ha ovviamente passato con successo tale processo inquisitorio, ma nonostante questo, il Consiglio di Disciplina del 26 settembre è adesso orientato ad accogliere la richiesta della rappresentante dell’US del Piemonte di una sanzione a suo carico compresa fra un giorno e un mese di sospensione dell’insegnamento: punizione che se da una parte contrasta con la risonanza mediatica e la durezza della procedura (fino appunto alla visita psicofisica) abnormemente applicata nei confronti del docente, dall’altra comporta che il parere del Consiglio debba tornare non al Ministero (competente per sanzioni più gravi) ma a quell’Ufficio scolastico che avviò in combinazione con il linciaggio della stampa locale il processo inquisitorio contro Pallavidini: quell’Ufficio territoriale, cioè, un cui dirigente preannunciò abusivamente alla stampa, in data 31 gennaio, e prima ancora che l’ispettore incaricato interrogasse il professore, una condanna di quest’ultimo fra 3 e 6 mesi di sospensione.

Tutto questo è di una gravità inaudita, e costituisce comunque un’aggressione alla libertà di insegnamento che non può non fondarsi sul riconoscimento del pieno diritto di opinione anche in classe per insegnanti di qualsiasi orientamento ideologico o religioso, ivi compresi gli insegnanti ebrei che volessero sostenere a davanti ai loro studenti la tesi dell’ “unicità” del genocidio ebraico. Per questo, esprimiamo la più totale solidarietà al professor Renato Pallavidini e ci rivolgiamo al ministro Fioroni perché – peraltro coerentemente a quanto saggiamente sostenuto dall’editoriale de La Civiltà Cattolica del giugno scorso – intervenga per impedire quello che costituirebbe un gravissimo precedente per la scuola pubblica libera e laica italiana: la nascita di una nuova Inquisizione che come l’antica si ammanta di belle parole, ma lede nel profondo le libertà costituzionali del nostro paese.

 

per informazioni, vai al blog  www.21e33.blogspot.com