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La Russia vittima delle sanzioni americane contro l'Iran

di redazionale - 01/10/2007

 

L'atteggiamento paranoico dell'elite americana in relazione all’Iraq è andato chiaramente rafforzandosi nell’ultimo periodo. La classe politica degli Stati Uniti si è maggiormente allontanata della realtà e della percezione oggettiva di questa. Ne è testimonianza il progetto di legge che è stato appena adottato dalla camera dei rappresentanti americana, intitolato "Atto di lotta contro la proliferazione di armi nucleari in Iran". Avendo capito che era impossibile risolvere militarmente il conflitto iraniano in virtù di reazioni internazionali addolcite e delle prospettive di vittoria sfocate, Washington cerca ormai di ritornare alle leve di pressione economica su Teheran. Le pressioni si annunciano forti, e rischiano di toccare anche i paesi che cooperano con l'Iran. In questo progetto di legge, ci si può rendere conto degli sforzi fatti da molti paese arabi che vedono di cattivo occhio il rafforzamento dell'Iran e la sua trasformazione in superpotenza nucleare regionale. È ovvio che questi paesi hanno contribuito alla redazione di questo documento. Essendo uno dei principali partner economici dell'Iran, la Russia è direttamente interessata da questo nuovo progetto di legge. Così, il congresso americano ha deciso di impedire a Mosca di sostenere politicamente Teheran e sviluppare con essa una cooperazione economica bilaterale. Nella parte che riguarda la Russia, si può chiaramente percepire un elemento di concorrenza politica ed economica. Tutte le misure adottate oggi dal congresso americano mirano a ridurre le possibilità concorrenziali della Russia, in particolare alla vigilia delle elezioni parlamentari e presidenziali. Alexeï Malachenko esperto del centro Carnegie di Mosca, ammette che l'Atto finirà per assumere la forma di una legge. "È difficile dire se questa legge sarà efficace." Nel caso della sua adozione, la Russia e la Cina potrebbero passarsi nuovi progetti energetici con gli Stati Uniti, cosa che le spingerà ancora di più a confrontarsi con Teheran. È per questo che non sono sicuro che questa legge rappresenti una misura efficace in sé ", ha spiegato.

 

(FONTE Rossiiskaïa Gazeta, TRAD. G.P.)