Acqua, bene comine e buoni propositi
di Angelo Alberi - 04/10/2007
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Da Vicenza parte l’appello della chiesa, per l’attuazione di una politica di sostenibilità
ambientale e contro lo spreco d’acqua nel mondo. Alla veglia, nel santuario di Monte
Berico, erano presenti i rappresentanti delle cinque chiese cristiane presenti in città: il
pastore valdese Vito Gardiol, don Mariano Lovato per la chiesa cattolica romana e le tre
chiese ortodosse guidate dai padri Christian Manausturean (rumena), Veniamin Onu
(moldava-russa) e Milivoje Topic (serba). Un atto d’accusa forte e preciso contro le
“politiche di rapina” attuate, nel caso specifico, dalla regione Veneto. Lungo il corso del
fiume Brenta la falda si è abbassata di dieci metri, grazie ai prelievi che il governo
regionale ha autorizzato in questi ultimi anni e non è raro vedere in secca il corso del
fiume stesso. La falda presente nella pianura vicentina, dove si vorrebbe costruire la
nuova base militare USA, e nella sua fascia pedemontana è una delle più importanti,
quantitativamente e qualitativamente, d’Europa e la sua salvaguardia è una questione di
vitale importanza per il territorio e la popolazione che lo abita. Giusto, dunque, l’appello
della chiesa per la sua tutela. Ma come mai allora, quando si tratta di alzare una voce di
protesta contro il nuovo progetto militare, lo stato maggiore ecclesiastico vicentino usa
parole e metodi degne del migliore Pilato? Perché l’ufficio diocesano bolla come “semplice
iniziativa personale” l’incontro che alcuni sacerdoti, contrari a questa nuova base di
guerra, hanno avuto con il commissario governativo Costa e ne prende le dovute
distanze? Non dimentichiamoci che la quantità d’acqua richiesta dai vertici militari USA
all’acquedotto comunale, per la piena funzionalità della nuova base, è pari al consumo di
una città di 30.000 abitanti ( 260 l/s in regime di picco e 60 l/s in regime normale ). L’ing.
Rugiero delle AIM, l’azienda comunale che gestisce acquedotto ed energia elettrica, ha
fatto notare che il flusso massimo che potrà essere erogato, senza la costruzione di
ulteriori pozzi e nuove linee, sarà di30 l/s. Visto le premesse chi impedirà poi, una volta
realizzata la base, lo scavo di nuovi pozzi al suo interno ed il conseguente ulteriore
impoverimento della falda a scapito della popolazione vicentina? La chiesa, ci ricorda
monsignor Dal Ferro, si sta aprendo a queste importanti problematiche ambientali e
auspica un maggior rispetto per le risorse comuni. Un rispetto che, assieme a tutti gli altri
buoni propositi da letterina natalizia, si dimentica in fretta quando attorno al tavolo della
discussione sono seduti banchieri ( uno in particolare con l’hobby della viticoltura..),
potenti industriali e politici “di riferimento”. Ecco allora che le alte cariche ecclesiastiche
vicentine sciolinano un mare di belle parole, concetti intrisi di luoghi comuni e che si
prestano a mille interpretazioni, pronti ad essere manipolati così da potersi salvare da ogni
eventuale accusa qualunque sia la sua provenienza. Il disastro ambientale ed umano che
nascerà da questa eventuale nuova base militare sarà enorme ed andrà a colpire le
coscienze di tutti quegli uomini di buona volontà, certamente invisi agli occhi del vescovo
di Vicenza, che si battono contro la sua costruzione. Anche la veglia di preghiera
organizzata dalla diocesi vicentina in nome della salvaguardia ambientale e di un uso più
consapevole delle risorse idriche, secondo il mio punto di vista non è altro che un tentativo
per tentare di ricucire parte dello strappo che la questione del Dal Molin ha generato
all’interno del mondo cattolico vicentino. A differenza di pochi sacerdoti che hanno
espresso chiaramente la loro contrarietà al progetto, l’establishment clericale cattolico
della città non ha mai preso una posizione chiara in merito e, com’è nella sua tradizione,
preferisce strizzare l’occhio al potere (con il quale è sempre andato d’accordo, tranne
alcuni casi noti, qualunque fosse stato il suo colore politico ) che schierarsi a difesa degli
interessi comunitari che molto spesso non coincidono con i propri. Politiche sostenibili,
fermare lo spreco d’acqua, rispetto ambientale: parole che non lasciano spazio a dubbi
ma, se non seguite da fatti concreti, rimarranno solo sterili ed inutili chiacchiere da …
pulpito.