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Fanatismi nevrotici

di Massimo Fini - 20/12/2005

Fonte: lineaquotidiano.it

 

Un fantasma si aggira
per l’Occidente.
Anzi, un mostro:
liberismo senza liberalismo.
Sotto la spinta del terrorismo
islamico e del rigurgito
di una religiosità strumentale,
perché legata alla lotta
contro l’Islam, tutte le libertà
individuali civili conquistate
dall’illuminismo, vengono
a poco a poco erose
tranne una: la libertà economica.
È una sorta di ritorno
Medioevo, ma degradato e
capovolto perché condito
nella salsa economica della
modernità.
Nel mondo preindustriale,
medioevale, le libertà individuali
erano sacrificate. Era
il prezzo che si pagava alla
sacralità dei legami, familiari,
parentale, di villaggio,
di corporazione, di gruppo.
Oggi noi vediamo diminuire
le nostre libertà individuali,
civili, senza però essere
ripagati da un reale ritorno
dei legami e della solidarietà
di gruppo. Perché nessun
legame e nessuna solidarietà
vi può essere se la Stella
Polare resta l’individualismo
economico, laddove nel
Medioevo la regola era
cooperazione, in modo che
ciascuno, artigiano, contadino
e persino mendico,
avesse un suo posto, sia pur
piccolo, nel mondo. Ma c’è
di più: il profondissimo disagio
provocato dalla modernità,
che porta con le degenerazioni
congenite della
depressione, della nevrosi,
dell’anomia, della frustrazione,
della perdita del senso
della vita, è dovuto proprio
a questo meccanismo economico
che con sua velocità e
la sua impellenza tutto
ingloba e divora.
Laddove nel Medioevo l’economia,
una volta assicurato
il fabbisogno essenziale, aveva
un’importanza
segue dalla prima
marginale rispetto
ai legami esistenziali. In
più, oltre alla mentalità
della maggioranza degli
uomini dell’epoca che
non riuscivano a capire
che senso avesse accumulare
ricchezza, spendendo
così bene più prezioso,
il tempo, per portarsele
nella tomba, c’era
la religione che provvedeva
a tagliare le
unghie al profitto, all’interesse,
all’usura, all’ingordigia
del mercante
oggi diventato imprenditore,
anzi, sempre più,
anonima e dominante
impresa.
Nel medioevo moderno
questo meccanismo economico,
basato sulla
competizione paranoica,
non solo resta intatto,
ma allarga sempre più le
sue pretese sulle Nazioni
(vedi guerra all’Iraq:
100 mila morti a la
disgregazione di un
popolo per procurarsi il
petrolio) e sugli uomini
costretti, dalla globalizzazione,
a lavorare sempre
di più e ad avere
sempre di meno, in termini
di tempo (da 37 ore
lavorative a 47 e fine
della settimana corta,
per esempio, in Germania)
e di capacità di
acquisto che era la
magra consolazione alla
perdita della serenità di
cui godevamo quando la
società, preindustriale,
era statica e non dinamica.
Lo stritolante meccanismo
economico moderno
diventa sempre più onnipotente,
mentre perdiamo
le libertà moderne. E
anche il ritorno alla religiosità
è stravolto. Più
che di religiosità si tratta
di faziosità religiosa da
contrapporre all’Islam,
di una religiosità senza
Dio. Perché ci si è resi
conto (vedi, in Italia,
Giuliano Ferrara) che
un mondo vuoto di valori
come l’occidentale alla
fine perde con un mondo
di valori come quello
musulmano. Ma è un tentativo
vano, perché nessun
valore si può ricostruire
intorno al mercato
che è scambio di oggetti
inerti. Vista, o detta, in
altri termini è il trionfo,
al suo vicino stadio, del
protestantesimo che aveva
fatto della ricchezza il
segno della grazia divina.
Di un protestantesimo
degenerato, perché
del rigore morale ha perso
i tratti positivi (l’onestà,
la responsabilità, la
frugalità) per conservare
solo quelli intolleranti e
sessuofobici.