Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / I "buoni" alla riscossa

I "buoni" alla riscossa

di Pierluigi Paoletti - 05/10/2007

 

Il gioco di inondare il mercato di carta, fino a che dura, fa fare grossi affari a coloro che

riescono ad appropriarsi dei biglietti colorati per primi. Prima che il mercato si accorga

dell’aumento della massa monetaria passa un po’ di tempo e chi ha possibilità di indebitarsi

a basso costo riesce a comprare beni reali a sconto. Il giochino è vecchio come il mondo ma

oggi ha raggiunto livelli mai visti. Nel nostro caso la liquidità attualmente è solo nelle mani

degli speculatori, banche e corrotti. I nuovi ricchi sono i dipendenti di Goldman Sachs che

in media guadagnano 600.000$ comprese segretarie e fattorini, sono i russi che gestiscono il

gas, i petrolieri, i cinesi che sfruttano la loro gente per inondare il mondo di merce….e

comprano, comprano, Ferrari, case, gioielli…

Dall’altra parte tutti coloro i quali hanno entrate fisse, dipendenti, precari, piccoli

imprenditori, pensionati che oberati di debiti e aumenti di bollette e beni di prima necessità

stentano a campare.

Chi ha un entrata fissa vede calare drasticamente il suo potere di acquisto nel tempo lo

dimostra la pensione minima di 500 euro che nel 1999 ancora era sufficiente mentre già nel

2000 si era dimezzata nel suo potere di acquisto.

Gli imprenditori che non hanno delocalizzato si sono trovati, pieni di debiti perché non

capendo come mai perdevano sempre più quote di mercato, hanno rilanciato cercando di

essere “competitivi” ritrovandosi in un mare di guai.

Per capire meglio che cosa vuol dire aumentare la massa monetaria (che ribadiamo si

espande sempre contraendo un debito), come è accaduto negli ultimi anni date un’occhiata a

questa semplice tabella che riporta l’aumento della massa monetaria americana e i

consegueti prezzi di Petrolio e Oro se avessero seguito lo stesso trend

Il petrolio dovrebbe costare 236 dollari e l’oro 3910 !!!

Il meccanismo è semplice da capire: se non aumenta la ricchezza reale, ma solo la sua

rappresentazione (denaro) è automatico che i beni reali aumentano di prezzo adeguandosi al

denaro in circolazione.

Come mai ancora non siamo arrivati a quei prezzi?

Perché per non far scoprire troppo il gioco si è tenuto artificialmente basso il prezzo dell’oro

e per il petrolio si sta cercando di tenere buoni i produttori agganciando il prezzo

all’aumento dell’euro per compensare le perdite sul dollaro… ma ancora per quanto lo si

potrà fare?

Il fatto è che se uno non può aumentare le entrate di denaro in proporzione alla diminuzione

del potere di acquisto, come accade oggi con gli stipendi o le pensioni agganciate a

statistiche sull’inflazione false e costruite ad uso e consumo dei politicanti di turno, allora è

matematico che il nostro benessere diminuisce. Non esiste più la classe media e il divario tra

ricchi e poveri è aumentato enormemente.

Intanto la politica chiede sempre maggiori sacrifici e sforzi e incita gli imprenditori ad

investire in ricerca e sviluppo per essere più competitivi.

Se ci prendono per un branco di mentecatti va benissimo, ma basta fare 2+2 per capire che

la strada è senza via d’uscita.

Il costo del lavoro in occidente è altissimo rispetto a popolazioni sfruttate (come noi negli

anni ’50) e senza alcuna garanzia, i costi dell’indebitamento, sia pubblico che privato, hanno

raggiunto livelli assurdi ed insostenibili, i costi delle materie prime sono letteralmente

esplosi (sintomo anche quello di un’inflazione galoppante) e l’alto costo dell’euro

impedisce ogni esportazione.

In Italia poi non possiamo nemmeno pensare di esportare all’interno della UE per il

semplice motivo che i costi energetici (grazie ENEL), delle autostrade (grazie

BENETTON), delle telecomunicazioni (grazie Colaninno, Tronchetti-Benetton ecc.), sono

tra i più elevati. Quindi se 2+2 fa ancora 4 e sentendo i discorsi in televisione si fa fatica

ancora a crederci, il nostro destino è segnato e senza via di fuga: impoverimento

progressivo, industrie in rapido declino e chiusura, invasione di beni dall’estero grazie al

dollaro in caduta libera.

E c’è ancora qualcuno che crede ancora nel liberismo? Concorrenza, globalizzazione ecc.

ecc.? Ma possibile che nessuno si sta accorgendo che siamo alla frutta?

Alla frutta? Ma come, se appena pochi giorni fa Prodi e tutti i suoi (ma sembra la riedizione

di quello che diceva Berlusconi) continuano a dire che la ripresa è in atto?

I casi ovviamente sono solo due: o siamo rincitrulliti noi o sono in mala fede loro.

Però….siccome ancora non ci sembra ancora di essere affetti da demenza senile ancorchè

precoce…rivediamoci qualche grafichetto…

il costo del lavoro in Italia e negli altri paesi

La differenza di produttività in percentuale nei confronti della media europea

dove si vede che dal 1992 la nostra produzione nei confronti della media europea è

letteralmente crollata e anche in questo anno di espansione (?) economica ci avviamo ad un

-28% rispetto alla media europea (1,8 contro il 2,5%).

E qualcuno dice che l’euro forte migliorerà la nostra bolletta energetica che nel 2003 era di

17,5 miliardi di $ mentre ai costi attuali sarebbe (udite udite) 56 miliardi di $, ma chi pensa

che trarremo beneficio dalla debolezza del dollaro dovrebbe vedere questo grafico che

mostra i prezzi del petrolio insieme a quelli dell’euro/dollaro

La risposta al nostro quesito sulla nostra demenza precoce o sulla mala fede di chi sta in

parlamento ora dovrebbe essere scontata.

Questo significa una sola cosa, che se vogliamo uscire da questo incubo l’unica cosa che

possiamo (dobbiamo) fare è quella di sviluppare il nostro mercato locale, la nostra

agricoltura. Abbiamo moltissime micro-piccole imprese che sono state tagliate fuori dal

gioco della globalizzazione che invece se opportunamente indirizzate risolleverebbero le

loro sorti nell’arco di pochissimo tempo. Le nostre città devono ritornare ad essere un

amplificatore della ricchezza che viene prodotta nel territorio e arrestare quell’emorragia di

denaro che prende le strade dell’estero attraverso la grande distribuzione, le multinazionali

ecc.

Lo scatto di reni per ridare dignità ad un paese allo sbando politico, economico e sociale si

chiama mercato locale e gli strumenti da utilizzare sono i Buoni Locali di Solidarietà

http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2007_sett_3.pdf .

Qualcuno di voi lo può andare a dire ai nostri parlamentari? Ma forse è meglio lasciar

perdere sarebbe solo fiato sprecato.

E allora non resta che cominciare a rimboccarsi le maniche per ricostruire la vita di tutti su

altre basi, ma questa volta però partiamo dalla moneta e dal debito o come tutte le altre

volte, a guadagnarci saranno sempre i soliti…. Mumble mumble…thinkle thinkle….

Meno male che alla fine, come in ogni film che si rispetti, i Buoni vincono sempre!!!

That’s all folks