Cosa mangia il pollo che mangi?
di Giada Saint Amour di Chanaz - 11/10/2007
Il nuovissimo libro allegato al CONSAPEVOLE 13: dal mercato globale al buon cibo locale. Conoscere, scegliere, costruire nuove economie a partire dall'alimentazione.
Cosa mangia il pollo che mangi?
Una bella tavola imbandita: pronta per noi, per placare la nostra fame e soddisfare i piaceri del nostro palato. Ma prima di attaccare la portata che fuma nel nostro piatto proviamo a farci qualche domanda: che cosa ha mangiato il pollo che stiamo per gustare in punta di forchetta? Come sono stati coltivati i fagioli della zuppa? Da dove vengono le banane del trionfo di frutta? Quanti chilometri hanno fatto per giungere fino a noi? Chi ha prodotto il dolce, acquistato direttamente al supermercato? Con quali materie prime? Cosa mangia il pollo che mangi? ricostruisce la storia del nostro cibo, spesso snaturato, contaminato, avvelenato e “addizionato” dalle esigenze commerciali dell’agroindustria e della grande distribuzione organizzata. Il percorso degli alimenti – dalla terra, al supermercato, al piatto, al bidone della spazzatura – ci aiuta a capire come il mangiare sia divenuto un atto meccanico e inconsapevole di cui dobbiamo riappropriarci. Coltivare un piccolo orto, far crescere erbe aromatiche sul proprio balcone, mangiare meno carne, imparare a cucinare e a produrre da sé, acquistare da produttori locali a cui possiamo stringere la mano, prestare attenzione alla riduzione dei rifiuti e degli imballaggi: gesti concreti che possono migliorare il sapore dei nostri cibi, giovare alla nostra salute fisica, rinsaldare rapporti comunitari e dare nuova vita alle economie locali. L'AUTRICE Giada Saint Amour di Chanaz Laureata in Economia a Marsiglia, ha sviluppato successivamente il suo percorso professionale con indirizzo umanistico occupandosi di Sviluppo Locale. Attualmente, coniuga ricerca universitaria e attivismo: è impegnata in un Dottorato triennale presso il Dipartimento di Urbanistica dell'Università di Firenze, svolge attività agricole volontarie, organizza laboratori di autoproduzione di cibo e di cucina, collabora con reti contadine e cittadine. Nei prossimi anni, intende costituire una Casa Internazionale della Cucina Popolare, che riproponga il cibo quale elemento centrale della vita da un punto di vista storico, geografico, culturale e spirituale. |