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Il de profundis dell’agricoltura

di Pierluigi Paoletti - 12/10/2007

 

Quante volte abbiamo denunciato lo stato della nostra agricoltura e quante volte abbiamo

spiegato come il sistema basato sul debito ad un certo punto arriva e chiede il conto.

Oggi purtroppo si iniziano a vedere gli effetti devastanti. Ci riferiamo alla desolante

situazione dei contadini sardi che si sono visti presentare il conto dalle banche con le quali

avevano contratto prestiti. Molti hanno pagato molto più di quello che hanno ricevuto, ma

gli interessi hanno continuato a correre mentre il mercato agricolo è stato quasi annientato

da politiche assassine di una commissione europea che risponde solo ai grandi interessi e

che nella persona del suo commissario all’agricoltura, la sig.ra Fisher invitava gli agricoltori

che si lamentavano, a cambiare mestiere o a crearsi un secondo lavoro

http://www.teatronaturale.it/articolo/3171.html .

5.000 aziende non riescono a far fronte ai debiti che sono stati elargiti con generosità negli

anni passati dalle banche. E’ chiaro che dalle istituzioni che hanno voluto questa situazione

non arriverà nessun aiuto. Se le aziende agricole sarde sono all’asta anche in altre parti

d’italia le aziende della filiera del grano non stanno molto meglio come testimonia il grido

di dolore che è arrivato a Centrofondi qualche giorno fa dalla Puglia dopo gli aumenti

speculativi del cereale:

BUONGIORNO, LA CAUSA DEGLI AUMENTI DEL GRANO DURO ( 140% RISPETTO ALLO

STESSO PERIODO DEL 2006) NON E' NE' COLPA

DEGLI AGRICOLTORI NE' DEI PASTIFICI,MA DI CHI E'?

1-COMMERCIANTI E SPECULATORI ( COMPRESE ALCUNE GRANDI SOCIETA' MOLITORIE

E GRANARIE CHE AGISCONO AD ALTI LIVELLI DI COMMERCIO EUROPEO E MONDIALE )

MERITEREBBERO UNA INDAGINE PER AGGIOTAGGIO E DETENZIONE

OCCULTA DI PRODOTTI ALIMENTARI PRIMARI (GRANO), CIOE'

PRODOTTO STOCCATO E NON VENDUTO PER SOLE FINALITA' SPECULATIVE

( LE STESSE SPECULAZIONI IN BORSA STANNO PRODUCENDO FINO AL 350%

DI UTILE NETTO)

2-ALCUNI GRANDI MARCHI INDUSTRIALI (BARILLA,ECC...)

COLLUSI AD UNA MANOVRA POLITICA E COMMERCIALE INSIEME AD UNA

PARTE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA (SCHIERATA POLITICAMENTE ):

LA MANOVRA PRINCIPALE IN ATTO E' QUELLA DI STERMINARE UNA SERIE DI PICCOLE

E MEDIE AZIENDE INDUSTRIALI IN FAVORE DEI LORO GRANDI INTERESSI FINANZIARI

ED ECONOMICI -RIMANERE POCHE GRANDI MARCHE (STERMINANDO I MEDIO-PICCOLI )

E CONTINUARE A FREGARE I CONSUMATORI , FACENDO APPARIRE CHE AUMENTERANNO

DI POCO IL PREZZO DELLA PASTA (dichiarano furbescamente solo il 10%) , PER

UN PRODOTTO SOLO APPARENTEMENTE DI QUALITA' SUPERIORE. SAPPIAMO INFATTI CHE

MOLTE PICCOLE E MEDIE IMPRESE ( COSTRETTE AD AUMENTARE I LORO LISTINI DEL

60-70%) PUR PRODUCENDO PASTA DI QUALITA' SUPERIORE RISPETTO A BARILLA ,

SARANNO PURTROPPO COSTRETTE A CESSARE LA LAVORAZIONE NELLE LORO IMPRESE

O A CHIUDERE DEFINITIVAMENTE LA LORO ATTIVITA' PERCHE' LA GRANDE

DISTRIBUZIONE RIFIUTERA' I LORO RINCARI DI LISTINI ( VEDASI AD ESEMPIO LA

PRETESTUOSA CAMPAGNA PUBBLICITARIA IN RAI DEL FALSO STOP DEI RINCARI

PROCLAMATI AD ESEMPIO DALLE COOP , IN REALTA' IL LORO GUADAGNO RESTA SEMPRE

LO STESSO E ANZI AUMENTA)

E' BENE CHE LA PARTE POLITICA PIU' SERIA ( SE ESISTE ANCORA IN ITALIA )

E LA MAGISTRATURA INDAGHINO PER PUNIRE QUANTO PRIMA I COLPEVOLI PER

EVITARE CHE IL TESSUTO PIU' FLORIDO DELLA ECONOMIA NAZIONALE E CIOE'

LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE SIANO TRAVOLTE DA QUESTI GRANDI SPECULATORI

SEMPRE PIU' RICCHI , PIU' AVIDI E PIU' IMPUNITI

( CON BILANCI CHE OGNI ANNO SI RADDOPPIANO E SI TRIPLICANO

INGIUSTIFICATAMENTE ) IN DANNO DELLE MIGLIAIA DI FAMIGLIE DI LAVORATORI DI

PICCOLE E MEDIE IMPRESE CHE POI SONO I CONSUMATORI STESSI.

CORDIALI SALUTI (mail firmata)

E la cosa brutta che questa è la situazione di tutte le piccole e medie aziende, ovvero oltre il

90% delle aziende italiane, con settori particolarmente disastrati dalla globalizzazione come

quello del tessile a Prato ed a Empoli che hanno visto il 23% delle aziende chiudere in

appena 5 anni come vi dicevamo qualche settimana fa.

Vi ricordate questo grafico?

È la dimostrazione matematica che una società che basa la sua crescita sul debito non potrà

mai finire di ripagarlo al suo carcieriere e che dopo un certo periodo di tempo il debito

esplode. Il debito assorbe porzioni sempre maggiori del reddito fino a quando i costi del

debito superano il livello della liquidità necessaria al commercio e crolla su se stesso come

un castello di carte.

Non ci credete ancora? Guardate il grafico del debito mondiale escluso gli Usa

L’andamento del debito, ma soprattutto la sua esplosione dopo il 1992 avvalora i grafici

teorici riportati sopra e spiega come mai tantissimi imprenditori, famiglie, stati, sono alle

prese con l’impossibilità di restituire i debiti contratti. Ma è tutta colpa loro o c’è lo

zampino di qualcuno?

Lo zampino c’è eccome ed è proprio nascosto nel meccanismo stesso del debito:

se ogni euro di carta (stampato dalla bce) e ogni euro elettronico (creato dal nulla dalle

banche commerciali) viene emesso a debito, chi emette i soldi necessari a restituire gli

interessi?

NESSUNO! È proprio questo il trucco. Ognuno è costretto a “lottare” ogni giorno per

strappare agli altri i soldi per gli interessi o ad indebitarsi sempre di più e aumentando il

debito, il livello di difficoltà diventa sempre maggiore fino arrivare all’impossibilità di

reperire i soldi degli interessi. Chi non ce la fa è destinato al fallimento ed è additato come

un farabutto che non ha onorato i propri debiti, ma il poveretto non ha colpa, è il sistema che

si basa su questo meccanismo per accaparrarsi quote sempre maggiori di ricchezza e i

terreni della Sardegna di ricchezza ce l’hanno eccome!

Guardatevi questo servizio di rai 3 sui contadini sardi

http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/stream.srv?id=19447&idCnt=64390&pagina=1&path=RaiClickWeb ed in

particolare sentite cosa dice l’imprenditrice agricola al minuto 15,17 fino al minuto16,20.

Gli antichi che conoscevano il sistema degli interessi, anche se gli mancava la creazione del

denaro dal nulla o comunque era ancora una quota molto ridotta, sapevano che se

periodicamente non si rimettevano i debiti, il sistema di usura crollava. Per questo gli ebrei

avevano l’anno sabbatico che ogni 7 anni rimetteva i debiti e i cattolici il Giubileo che ogni

50 rimetteva tutti i debiti. 7 anni e 50 anni poi guarda caso corrispondono perfettamente alle

esigenze dei cicli economici che trovano ancor oggi la loro validità.

Ora naturalmente vi chiederete come mai non si è mantenuta questa usanza o perlomeno

perché con il passare del tempo queste manifestazioni hanno mantenuto solo il piano

spirituale (la remissione dei peccati) e hanno invece abbandonato il loro significato

materiale (la remissione dei debiti)? Ovviamente perché gli usurai contro i quali si scagliò

Gesù nel tempio, si sono presi la loro rivincita e hanno preteso e ottenuto che la religione si

occupasse solo di questioni spirituali –anche se poi sappiamo che qualche sconfinamento

con lo IOR lo hanno fatto- che a quelle materiali ci avrebbero pensato loro. A

dimostrazione di questo con la chimica e la coltivazione intensiva hanno abolito anche il

riposo dei campi che questi saggi precetti religiosi prevedevano, per la serie il tempo è

denaro e il profitto non può attendere (rivisitazione del titolo del noto film “il paradiso può

attendere”).

La funzione materiale dell’anno Sabbatico e del Giubileo erano quella di azzerare il sistema

e ripartire da capo per evitare che si arrivasse alla Torre di Babele tanto per rimanere in

tema. Nella visione moderna questa funzione è stata risolta dalle periodiche recessioni,

scatenate con la riduzione artificiale del flusso monetario che nel 1929, riducendo la

liquidità improvvisamente di 18.000 milioni di dollari, causarono fallimenti a catena e

passaggi di proprietà di molte ricchezze. Con la successiva guerra mondiale si preparò il

terreno per un lungo periodo di ricostruzione e lauti profitti per gli attori della compagnia

degli affari.

Visto che la cosa aveva funzionato bene, nel 2001 hanno tentato di farci ricadere nella terza

guerra mondiale, che avrebbe distrutto e sgonfiato a dovere la torre di babele degli interessi,

ma ancora non ci sono riusciti e infatti dal 2003 hanno rilanciato mettendo in pista i derivati

che hanno creato una moltiplicazione del denaro tale da far ripartire, temporaneamente, con

la complicità della Cina e dell’uso di manodopera a bassissimo costo, l’intera economia del

globo, prendendo così ancora un po’ di tempo.

Qualcosa, è evidente, si è inceppato, non sono riusciti a scatenare una nuova guerra, se non

alcune e pesanti guerre periferiche (Iraq, Afganistan, Libano), tattiche, ma che non

risolvono il problema alla radice. Come se non avessero più trovato il terreno fertile delle

masse che spingendo un bottone rispondevano ai loro stimoli imbracciando fucili e

uccidendo. Ora siamo al punto in cui ci vorrebbero una recessione pesante e una guerra, ma

il fronte contrario ad una guerra ormai è troppo vasto e anche l’80% degli americani non

vuole più conflitti.

Le persone oggi sono anche consapevoli, in misura sempre maggiore, delle manipolazioni

mediatiche e dei meccanismi che creano debito e denaro dal nulla e si stanno organizzando e

sinceramente non crediamo che questa volta assisteranno passive all’ennesimo “travaso”

delle loro ricchezze frutto del loro lavoro alle banche senza lottare, come dimostrano i

contadini sardi ai quali va tutto la nostra solidarietà.

Per i burattinai, banchieri, affaristi e speculatori la situazione si sta facendo veramente dura

e non è detto che non siamo vicini ad un cambio di paradigma, questa volta radicale, che

faccia nascere un’economia dal volto umano.

Questo dipende da tutti, dal panettiere, alla casalinga, al pensionato, al calzolaio, al

dirigente, all’industriale e ahinoi sì anche al politico…diamoci da fare.

That’s all folks