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La Banca Mondiale finanzia la distruzione delle foreste?

di Luca Manes - 12/10/2007



Per l’Inspection Panel, organismo della stessa Banca mondiale, i prestiti a Kinshasa per 540 milioni di dollari sarebbero dannosi dal punto di vista socio-ambientale. A rischio 500 mila pigmei.


Secondo indiscrezioni apparse sul quotidiano inglese The Guardian, l’Inspection Panel, l’organismo di valutazione indipendente della Banca mondiale, nel suo ultimo rapporto criticherebbe aspramente l’operato dell’istituzione nella Repubblica Democratica del Congo.
 
L’Inspection Panel ha raccolto prove sufficienti per affermare che negli ultimi mesi la Banca avrebbe favorito la distruzione delle foreste primarie congolesi da parte di compagnie occidentali, mettendo a rischio l’esistenza delle popolazioni indigene residenti nei territori interessati dall’opera di deforestazione. Non solo, l’atteggiamento dell’istituzione con sede a Washington nei confronti dell’esecutivo di Kinshasa è definito “ingannevole”, in quanto teso a sottovalutare il valore delle foreste e ad infrangere le stesse normative congolesi. Il rapporto fa seguito al ricorso presentato nel 2005 dai pigmei impattati dalle attività di deforestazione.
 
Quando la Banca “approdò” in Congo nel 2002, dopo anni di conflitti che erano costati la vita a quattro milioni di persone, dichiarò subito che la locale industria del legno avrebbe contribuito in maniera massiccia a favorire la ripresa economica del Paese. Non a caso la nuova legge forestale prevedeva una sorta di frazionamento in zone del territorio nazionale, così da creare “un clima adatto per gli affari”, almeno secondo quanto sostenuto dai responsabili delle pubbliche relazioni della Banca mondiale.
 
Nonostante la missione di una delle due istituzioni di Bretton Woods (l’altra è il Fondo monetario) sia quella di eliminare la povertà dal pianeta garantendo la massima tutela dell’ambiente, ora il suo ente di valutazione ritiene che le normative suggerite all’esecutivo di Kinshasa, a fronte di prestiti per un totale di 540 milioni di dollari, siano addirittura dannose dal punto di vista socio-ambientale: tali norme, infatti, metterebbero in pericolo un’area di territorio estesa per 600mila chilometri quadrati e abitata da circa 500mila pigmei. Inoltre le stime eseguite dalla Banca mondiale in merito agli aspetti economici dello sfruttamento del legname si sono rivelate non aderenti alla realtà dei fatti.
 
Membri dello staff dell’Inspection Panel hanno compiuto numerose missioni sul campo, recandosi nelle foreste congolesi.
 
Visto il persistere della scarsa efficacia dell’azione della Banca nel combattere la povertà, lunedì 15 ottobre all’Aja, in Olanda, si terrà un’udienza pubblica in cui numerosi esponenti delle comunità del Sud del mondo pesantemente impattate dai progetti e dalle politiche promosse dalla stessa Banca mondiale potranno fornire le loro testimonianze dinnanzi ad una giuria di esperti convocati dal Tribunale Permanente dei Popoli. In particolare saranno analizzate due politiche specifiche: le condizionalità economiche e i finanziamenti ai progetti del settore estrattivo. Dopo l’udienza gli esperti stileranno un documento finale che sarà presentato ufficialmente durante una conferenza stampa che si terrà martedì 16 ottobre.