Elogio di Antonio Fazio
di Domenico de Simone - 21/12/2005
Fonte: malatempora.com
Fino all’ultimo Antonio Fazio ha difeso, con feroce coerenza il ruolo di supremo custode delle Istituzioni assunto nell’ormai lontano 1993. Anno difficile quello, dopo lo sfascio della politica, anno in cui tutti, lobbies media e imprenditori, indicarono negli uomini di Via Nazionale i Salvatori della Patria in pericolo. Ciampi, Dini, Monti e Fazio furono chiamati a gran voce a riempire il pericoloso vuoto lasciato dal ciclone di Tangentopoli. In un sol colpo,
Nulla, fino a quel momento aveva turbato la granitica fermezza con cui aveva condotto le vicende finanziarie ed economiche del paese. Non le intercettazioni delle telefonate con i furbetti del quartierino, non le accuse furibonde sui discutibili controlli su Parmalat e Cirio, non l’appoggio promesso e poi negato alla Telecom di Bernabé contro la scalata ostile dei soliti amici degli amici, nemmeno il palese conflitto di interessi tra Bankitalia e le sue proprietarie che essa stessa dovrebbe controllare, ebbene proprio nulla sembrava poterlo smuovere dal suo posto. Fino all’ultimo ha ripetuto, e non dubito che continuerà a ripetere in futuro, di essersi comportato sempre con la massima correttezza.
Ha ragione, è proprio vero. D’altra parte che volete? La menzogna, cari signori, è l’essenza del sistema finanziario e praticarla è perfettamente coerente con le regole del potere delle Banche. Non ci credete? Ebbene, pensate alla elementare regola di ogni mercato finanziario per cui è necessario dare fiducia agli investitori pena lo spavento, la crisi, il disastro, la catastrofe. Fiducia a tutti i costi, anche e soprattutto mentendo sapendo di mentire. Il Governatore di Bankitalia mente? Compie il suo dovere istituzionale. Dopo il 1992 il sistema bancario, che si fonda sulla menzogna e sulla truffa del signoraggio, è diventato la fonte dell’etica nazionale. Vuoi campare e avere un po’ di credito per comprare la macchina, il telefonino, la casa, un’azienda, una Banca? Solo se