Pietà, principe dei fotografi, re della provocazione tramite affissione. Pietà stilisti in cerca di pubblicità e pronti a cavalcare shock umanitari pur di far circolare il vostro logo. Pietà critici illustri, sulle cui spalle grava la difesa dell’arte, e la libertà della stessa, ed anche, per estensione e traslazione, di tutto ciò che arte sicuramente non è, ma potrebbe sembrare, e rientra quindi comunque nel vostro sacro territorio e laico sacerdozio.
Pietà politici dal cuore duro, a cui non importa di nulla e di nessuno, ma avendo il sindaco Letizia Moratti (donna dalla grandezza di cuore collaudata nel tempo, per consistenza di opera a favore di chi soffre), dichiarato la sua contrarietà al manifesto con scheletro, vi precipitate ad approfittarne per gridare alla censura, al bigottismo, nella disperata ricerca di qualcuno che vi ascolti, ancora vi creda, forse vi voti. Pietà, da tutti voi, fieri e potenti protagonisti dell’apparenza, cavalieri abituali dell’immagine e della visibilità, voi per i quali la pubblicità, la foto sui giornali con annesse righe di citazione è tutto ed anche di più. Pietà, se ne siete capaci.
Perché l’anoressia non è uno slogan da affissione murale, un “trend” della moda, ma una malattia, spesso mortale. E chi ne soffre patisce, profondamente, oscuramente, in ogni momento della sua esistenza.
E’, anche, un male, l’anoressia, sufficientemente profondo da creare un’identificazione, tra il malato e la sua malattia. E voi, esperti di immagine e di pubblicità, signori dell’effimero superbo, col vostro manifesto perturbante, supervisibile, manipolatorio delle coscienze attraverso il vecchio schema sadico dell’attrazione-ripulsa (esattamente lo stesso che fa sviluppare e crescere quella malattia), non state affatto facendo campagna contro l’anoressia, ma per la sua celebrazione e diffusione.
Non prendeteci per i fondelli: non siamo appassionati di immagine come voi, ma sappiamo bene che il no scritto su un manifesto grande come una casa, e con sopra una giovane donna, nuda e devastata, funziona come no per i nostri aspetti psichici buoni e sani, ma diventa un , ed anche un viva!, per le nostre parti distruttive e malate.
E siccome sono quelle a prevalere all’interno della personalità anoressica, voi, esimi combattenti per le vostre tasche, medaglie, e poltrone, con la vostra santa guerra contro oscurantismo, bigottismo, “anoressia culturale milanese”, e quant’altro siete riusciti a dire e fare, avete montato una colossale battaglia per l’anoressia, per l’autodistruzione della donna.
Avete implicitamente assicurato, anche, che ci sarà sempre un manifesto, con tanto di famosi paladini che lo difendono, per la donna che si riduca così. E poiché l’anoressica oscilla continuamente tra l’autonegazione e l’esibizionismo, il nascondere e il mostrare il proprio corpo negato, le avete garantito che faccia pure, ci saranno sempre per lei manifesti grandi come case, e star della vita pubblica pronti a difenderne il mortifero spettacolo.
Pietà, amici, e fratelli nella debolezza umana. Tutti abbiamo bisogno di tutto: soldi, clienti, estimatori, e/lettori. Ma cerchiamo, almeno, di avere pietà per la sofferenza di chi è divorato dalla malattia psichica. Furba, insidiosa, spietata, bugiarda. Come una campagna pubblicitaria.

da “Tempi”