Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Storace, Trastevere, Edmondo Berselli e il futurismo

Storace, Trastevere, Edmondo Berselli e il futurismo

di Carlo Gambescia - 16/10/2007

 

Le espressioni usate da Francesco Storace nei riguardi di Rita Levi Montalcini non hanno alcuna razionale giustificazione né politica né morale. Come non ha giustificazione politica il suo successivo attacco al Presidente della Repubblica, il quale lo aveva rimproverato, giudicando “indegno” il linguaggio usato nei riguardi di un Premio Nobel e Senatore a Vita. Lasciamo però che a replicare sia il senatore uscito da An. Addirittura, stando agli ultimi sviluppi, in sede giudiziaria, dal momento che è in corso un'indagine sul "caso Storace" da parte della Procura di Roma
Il che francamente sembra eccessivo. Anche perché Storace, benché sia nato a Cassino è romano d' adozione... E sotto questo aspetto sembra abbia respirato a pieni polmoni l'aria di sotto il Gianicolo. Insomma "antropologicamente" - se proprio vogliamo metterla sul lombrosiano - crediamo appartenga, sempre per adozione, alla tipologia del trasteverino (abitante di Trastevere), piuttosto che in toto a quella del fascista. Il trasteverino, soprattutto nell'Ottocento, spesso era mangiapreti o mangialiberali con la stessa virulenza verbale e spesso di coltello... I trasteverini - tutta gente di fegato - andarono poi a ingrossare le schiere dell'anarchismo, del socialismo, del comunismo e del fascismo (in minima parte). Diciamo, se ci si passa la battuta, che Storace politicamente, potrebbe aver "dirazzato". Ma trasteverino d'adozione resta... E i trasteverini - quelli seri - ancora oggi non riescono a tenere la bocca chiusa. Sono fatti così, parlano con le viscere, e per alcuni "cor core", costi quel che costi. Esercitano una specie di arcaico, e se si vuole brutale, diritto di critica . Certamente rozzo, ma che non può non essere ricondotto alla grande famiglia della democrazia... Magari democrazia degli antichi, segnata dal gusto barbaro e irrazionale della sopraffazione del nemico, e non quella in punta di forchetta dei liberali moderni. Ma sempre di democrazia si tratta... Chiusa la parentesi
Quello che invece non abbiamo assolutamente gradito è il taglio programmatico da polizia del pensiero, usato domenica scorsa da Edmondo Berselli per commentare l’episodio. L’editorialista di Repubblica ha liquidato il comportamento di Storace come “futurista” e “marinettiano”. Massacrando così, in due battute, la più importante corrente artistica del Novecento. I nostri complimenti.
Per farla breve, Marinetti fu fascista come Majakovskji comunista. Il che spiega che il futurismo fu un movimento trasversale e internazionale. Continuare a considerarlo esclusivamente “fascista” significa, in primo luogo, non non aver capito nulla, nonostante le migliaia di pagine pubblicate da De Felice, della natura, certo dittatoriale, ma anche modernista del fascismo. E in secondo luogo, non aver neppure intuito l’importanza e l’attualità storica del futurismo. A prescindere. Oggi fortunatamente riscoperto, studiato, e valorizzato da importanti studiosi e storici dell’arte.
Il vero punto della questione è che quando si fa parte della polizia del pensiero si deve reprimere, e in tempi rapidi. Chi insegue e deve catturare un bandito non può perdersi in sottili distinzioni… Usa il Testo Unico di Pubblica Sicurezza, che gli ordina quello che deve fare. Se il Testo Unico della Pubblica Sicurezza del Pensiero, recita che in quanto a banditismo il Futurismo sta al Fascismo come il Fascismo sta allo Storacismo, il “Maresciallo Berselli” non può non applicare alla lettera le disposizioni di legge… E deve catturare e mettere nella stessa cella Storace e Marinetti ( sembra che Majakovskji invece non sia fatto trovare …).
In realtà, il vero problema è quello di una cultura italiana pigra, che non studia e vive alla giornata rubacchiando idee qui e là. Le critiche alla famigerata “casta” politica, andrebbero estese anche alla casta culturale. Di cui la Repubblica è probabilmente tra i principali veicoli di promozione (e vendite). E alla base di tutto c’ è una visione della cultura molto borghese, progressista per finta, perché poco aperta alla reale innovazione culturale in tutte le sue forme.
E, guarda caso, il futurismo fu soprattutto un gigantesco e incendiario movimento antiborghese. E, in Italia, con Marinetti, trovò nel fascismo la sua sponda politica. Nessuno è perfetto.
Ma perché usarlo contro il "trasteverino" Storace?