Politica ed Antipolitica
di Marco Bollettino - 16/10/2007
... non ha avuto nessun peso nel determinare la reazione dei media. Lasciamo però stare il comico genovese e parliamo invece di quello che è stato il popolo del V-day, ovvero le centinaia di migliaia di persone che sono scese in piazza l'8 Settembre e soprattutto parliamo della moltitudine di volontari che hanno organizzato in duecento piazze italiane i banchetti per la raccolta delle firme a favore della legge popolare promossa da Grillo. I media li hanno chiamati “i grillini” e li hanno liquidati con un termine secco: antipolitica. Ma il termine “politica” deriva dal greco polis ed è strettamente imparentato con la parola polites, cittadino. Ecco come Pericle descriveva i politai Ateniesi nel celebre encomio ai caduti per il primo anno della Guerra del Peloponneso: “Le medesime persone da noi si curano nello stesso tempo dei loro interessi privati e delle questioni pubbliche: gli altri poi che si dedicano ad attività particolari sono perfetti conoscitori dei problemi politici; poiché il cittadino che di essi assolutamente non si curi siamo i soli a considerarlo non già uomo pacifico, ma addirittura un inutile. “ Il vero polites è quindi chi si interessa delle questioni pubbliche e conosce i problemi politici, ovvero fa politica. Aristotele, nel terzo libro della Politica, va oltre e spiega che solo il cittadino che partecipa alla vita politica, “consigliando e giudicando” doveva essere considerato “polites”. Da questa categoria restavano perciò esclusi sia gli schiavi sia i meteci, ovvero gli stranieri, ma non solo. Vi era anche chi veniva definito ”idiotes”, parola che origina dal greco ”Idios” ovvero proprio, personale e che stava ad indicare quei cittadini che badavano solo delle proprie faccende private, senza partecipare alla vita pubblica. Un redivivo Aristotele si troverebbe in grande imbarazzo oggigiorno. Non riuscirebbe infatti a capire come si possano etichettare col termine “antipolitica” dei gruppi di normali cittadini i quali, dopo una dura giornata di lavoro, riescono lo stesso a trovare il tempo per interessarsi dei problemi della loro città o del loro paese, dimostrando spesso di conoscerli meglio dei loro rappresentanti. Il filosofo greco potrebbe avere qualche difficoltà iniziale a comprendere la nuova agorà virtuale, Internet, ma non avrebbe nessun dubbio ad usare il termine “politica” per descrivere ciò che fanno i ragazzi dei Meetup Avrebbe forse qualche problema a distinguere tra “polites” ed ”idiotes”. |