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Scenari mediorientali

di Amir Madani - 17/10/2007





 

Una guerra, anzi, più guerre in Medio Oriente e nelle aree limitrofe definite genericamente islamiche (Somalia, Sudan, Afghanistan, Pakistan,…) sono già in corso. La Palestina, in evidente emergenza umanitaria, è divisa in due parti, con Hamas nella striscia di Gaza e Abbas e Fatah in Cisgiordania.

I raid israeliani sono una pratica quotidiana, la condotta di Israele è sostenuta politicamente e militarmente dagli Usa in modo incondizionato ed acritico. In Libano le coalizioni 14 Marzo (sostenuta da Usa e Francia) ed 8 Marzo (sostenuta da Iran e Siria,…) sono schierate una di fronte l'altra; nascono nuovi gruppi terroristici e saltano in aria le colonne Unifil.

In Siria, dove nelle settimane scorse in accordo programmatico con gli Usa è avvenuto un misterioso raid aereo israeliano, secondo quel che scrive Jan's di Londra e confermato dal New York Times saltano in aria “un impianto nucleare in allestimento” e una fabbrica nella quale un numero imprecisato di ingegneri iraniani perde la vita mentre “stava accumulando e modificando gli armamenti” provenienti dalla Corea del Nord, per renderli adatti ad una grande guerra e forse spedirli agli Hezbollah libanesi. E tra Libano Siria e Turchia viene rapito (oppure si è consegnato) dai servizi israelo - americani l'ex vice ministro della difesa iraniano Asgari, subito trasferito in una località sconosciuta.

Il premier turco Erdoghan dichiara : “se gli Usa non troveranno un rimedio per gli attacchi della guerriglia curda che ha le basi in Irak i nostri rapporti degenereranno; se gli Americani non interverranno provvederemo noi”. I turchi mentre firmano accordi energetici con l'Iran, parlano anche della necessità di coinvolgere Hamas nelle trattative israelo - palestinesi. Subito dopo in Usa viene approvata una mozione in una commissione del Congresso che riconosce il genocidio degli Armeni risuscitando i fantasmi del passato. Questa volta non è Bush ma la democratica Pelosi ad insistere di volere portare la mozione al Congresso per il voto. Gli onnipresenti generali turchi diventano ulteriormente irriqueti e mandano avvertimenti a Washington.

Il gruppo PJAK che è kla costola iraniana del partito kurdo PKK sostenuta dall'esercito Usa, penetra nel territorio iraniano. Il generale dei pasdaran Rahim Safavi ammette che Iran abbia bombardato alcune montagne curde in Irak dove risiede la guerriglia che ha compiuto raid terroristici nel territorio iraniano, nelle città di Kermanshah,Urmiyeh,.. il governo del Kurdistan irakeno (KRG) condanna ufficialmente le operazioni militari iraniane. L'esercito Usa rapisce Farha, un membro della delegazione ufficiale iraniana ospite del governo dell'entità autonoma dell'Kurdistan irakeno , definendolo un membro del Qods, l'esercito extranazionale di pasdaran. Si continua a parlare del pericolo del nucleare iraniano ma è noto che il vero problema è il controllo del medio oriente (specie Irak) e le sue risorse.

In Irak , dove è in atto una tripartizione augurata e ufficializzata dal senato Usa, l'esercito americano, sempre più in difficoltà ed impegnato nel rapimento sistematico dei cittadini iraniani, accusa l'Iran di sostenere la resistenza e la guerriglia alimentando a sua volta vari separatismi al suo interno. Anche se l'Iran e gli Usa dichiarano ufficialmente di avere il comune interesse di combattere il terrorismo e garantire la sicurezza in Irak e in tutta la regione, in realtà sono in forte contrapposizione alla luce degli interessi diversi che perseguono. I regimi arabi esportano i propri terrorismi verso l'Irak dando una mano affiché si impantani ulteriormente la macchina bellica Usa . Più si avvicinano le elezioni Usa più probabile diventa un attacco palese contro l'Iran.

Operando in silenzio la Cina e la Russia tessono le nuove alleanze geopolitiche. Solana continua a portare il fardello dell'immobilismo europeo, con un' Europa sempre più pallida e più disunita e con caratterizzazioni politiche sempre meno europee. Sarkozi continua a fare “l'americano” , la Merkel è pensierosa ed incerta e Zapatero ha scelto di stare in silenzio all'insegna dell'invisibilità. D'Alema è l'unico a parlare con coraggio e saggezza per ribadire che non bisogna relegare Hamas in un angolo per regalarla ad al-Qaeda e che la guerra all'Iran non serve.

Mentre si combattono più guerre in silenzio, da un momento all'altro può scoppiare tutta la polveriera mediorientale con l'attacco all'Iran . L'asse Usa - Israele nonostante tutto continua a dominare. L'Asia dell'asse SCO (Shanghai Cooperation Organization) insieme all'India - giganti non traghettabili verso una democrazia "american style" - avanza in silenzio, assorbendo le risorse e producendo sempre più merci e armi. Chi può mediare tace e pensando a quale pesce pigliare, rimane immobile .

Più che la conferenza americana (November Israeli- Palestinian Peace Conference) per dividere ulteriormente i palestinesi e continuare a voler definire a proprio compiacimento gli assetti medio orientali ed energetici , c'è la necessità di una “Conferenza di stabilizzazione “ del Medio Oriente: per la sicurezza, per arginare le guerre e i terrorismi, per poter garantire una convivenza all'insegna dei diritti e consentire lo sfruttamento sostenibile delle vitali risorse energetiche.