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Violenta offensiva militare del regime pachistano contro gli indipendentisti baluci

di Enrico Piovesana - 21/12/2005

Fonte: peacereporter.net

Guerra in Balucistan 

Da domenica notte è guerra in Balucistan, regione occidentale del Pakistan ricca di risorse naturali e abitata da una popolazione tribale, i baluci, da sempre insofferente al dominio politico della maggioranza punjabi.
Le forze armate del regime militare di Islamabad hanno sferrato una massiccia offensiva contro le roccaforti dei guerriglieri indipendentisti dell’Esercito di Liberazione del Balucistan (Bla) nei distretti di Kohlu e Dera Bugti. Artiglieria e aviazione hanno bombardato i villaggi della zona uccidendo decine di persone, a quanto sembra in maggioranza civili.
 
Gli attacchi dei baluci contro Musharraf. Tutto è cominciato il 14 dicembre, quando i ribelli baluci hanno sparato otto missili su una caserma dell’esercito di Kohlu mentre il presidente pachistano, generale Pervez Musharraf , era in visita nella città che si trova 200 chilometri a sudest di Quetta. “Abbiamo sparato noi quei razzi”, ha dichiarato un esponente del Bla. “Noi baluci siamo trattati come schiavi! Siamo in guerra con il generale e continueremo nei nostri attacchi!”. Detto fatto. Il giorno dopo l’elicottero di due alti ufficiali dell’esercito pachistano venuti per un sopraluogo a Kohlu è stato bersagliato da colpi di mitragliatrice. I due militari sono rimasti feriti.
 
L’offensiva militare del governo. Dopo quattro giorni è scattata, inattesa e massiccia, la rappresaglia militare del governo che ha mobilitato migliaia di soldati impiegando l’artiglieria pesante, i caccia-bombardieri e gli elicotteri da combattimento per bombardare “i nascondigli dei miscredenti”, come il regime definisce normalmente tutti i suoi avversari. I guerriglieri del Bla hanno risposto sparando con le mitragliatrici pesanti antiaeree e lanciando decine di missili contro obiettivi militari governativi.
La popolazione civile è in fuga dalle zone dei combattimenti. Decine di innocenti sarebbero morti sotto le bombe governative e centinaia sarebebro stati arrestati durante i rastrellamenti, secondo quanto denunciato da Nawab Akbar Bugti, ex governatore del Balucistan e oggi capo di un partito d’opposizione. Anche testimoni locali contattati da giornali pachistani confermano la gravità della situazione, che rimane comunque poco chiara dato che la zona dei combattimenti è chiusa dalle forze amrate pachistane.
 
In ballo c’è la discussa diga di Kalabagh... Bugti sostiene che l’offensiva governativa era programmata da tempo e che i movimenti di truppe erano iniziati giorni prima della visita di Musharraf a Kohlu. Già l’11 dicembre, in un’intervista alla Bbc, Bugti aveva segnalato l’imminenza di un attacco. Un attacco preventivo allo scopo di eliminare definitivamente ogni possibile ostacolo alla fase finale di realizzazione di un progetto fortemente avversato dai baluci e non solo: la grande diga di Kalabagh, voluta da Islamabad per usare le acque del fiume Indo a beneficio delle terre del Punjab, la regione dai cui proviene tutta l’èlite del regime militare pachistano. Gli abitanti delle altre regioni – Balucistan, Sindh e North West Frontier Provinces – sostengono che la diga sottrarrà loro risorse idriche vitali per dirottarle verso i terreni del Punjab.
Lo scopo della visita del generale Musharraf  a Kohlu era proprio quello di provare a convincere la popolazione locale ad accettare questo progetto.
 
…e il controllo del gas e delle miniere della regione. Ma questo della diga di Kalabagh è solo uno dei motivi di tensione tra baluci e governo. Il principale rimane certamente quello dei proventi dell’estrazione del gas naturale e dei minerali preziosi di cui questa regione è ricca. I baluci rivendicano il diritto di utilizzare queste ricchezze per lo sviluppo della popolazione locale. In sostanza reclamano il controllo delle risorse minerarie ed energetiche del loro territorio. Nessun governo pachistano ha mai ceduto su questo punto preferendo la repressione militare al dialogo. Il risultato è stata la radicalizzazione dello scontro e delle posizioni dei baluci, che sono passati a rivendicare direttamente l’indipendenza dal “dominio punjabi”. La fase più violenta dello scontro si è avuta con le rivolte degli anni ’70, duramente represse dall’esercito pachistano. Da allora il conflitto, seppur attenuato, non è più rientrato.
Oggi rischia di riesplodere, mettendo in pericolo la stabilità di un paese che già deve fronteggiare la minaccia dell’estremismo islamico filo-talebano, sempre più diffuso nella popolazione e negli stessi apparati del regime, che dei talebani era il tradizionale alleato.