Per capirne di più ci siamo affidati alla trascrizione stenografica della comunicazione al Parlamento e a "Pagine di Difesa" con un risultato pressoché identico.
La percezione che ne abbiamo ricavato è quella di un pastone di clamorosi depistaggi e di flagranti omissioni.
Il sospetto è che in ogni caso si tratti di un unico, maldestro, tentativo di disinformazione dettato dall'esigenza di salvare l'immagine dell'Italietta messaggera di "pace" in Afghanistan e dell'inconsueto avventurismo (decisionista) del Presidente del Consiglio che ha dato il via al blitz da New York, dopo un colloquio a quattr'occhi con Karzai e Kalilzad.
A convincere il sempre problematico Prof "Titano", sembra che questa volta siano state le pressioni del Segretario Generale Ban Ki Moon e quelle dell'Ambasciatore USA al Palazzo di Vetro.
Le bufale propalate dai "media" sono partite dalla Toyota Corolla dove sarebbero stati legati e imbavagliati Lorenzo D'Auria, l'altro sottufficiale del Sismi e l'interprete afghano per arrivare al presunto imbarco del plotone di Consubim sugli A 109 Mangusta.
Su "Repubblica" D'Avanzo contribuirà da par suo a rendere ulteriormente inintelligibile il resto con un mix di tempi e ricostruzioni ampiamente manipolate.
Per sapere che il Maresciallo del Sismi colpito gravemente alla testa aveva prestato servizio nella Folgore, come il Sergente Marracino (suicidato al Poligono Garibaldi di Nassiryia) del 185° RAO, Reggimento di "eccellenza" da cui è spesso transitato personale per il SISMI, si è dovuto aspettare, chissà perché, la sua morte.
Esaminando lo spazio del bagagliaio dello stesso modello di auto usata da Calipari per la liberazione della Sgrena abbiamo trovato problematico comprimerci un uomo, per un viaggio di trasferimento su terreno fortemente accidentato, magari per conservare un briciolo di sopravvivenza a un ostaggio prezioso, e valutato palesemente insostenibile farcene stare 3 come si è voluto pervicacemente accreditare.
Una ricostruzione confermata sia dal Ministro della Difesa Parisi sia da tutti i giornali e tivvù, pubbliche e private.
L'autista che accompagnava il gruppo esplorante, stando ai resoconti, sarebbe misteriosamente sfuggito alla cattura e al conflitto a fuoco.
Lo si è dato in una prima versione per rientrato al PRT di Herat e successivamente per disperso, facendo intendere una sua presunta collusione con la banda dei rapitori.
Anche in questo caso si tratta con tutta probabilità di una ricostruzione finalizzata alla necessità di dare ai "liberatori" degli italo-afghani, SBS e Consubim, un'immagine di operatività ad altissima specializzazione.
Un morto, un ferito grave e due leggeri come risultato sul terreno della liberazione di 4 ostaggi avrebbe potuto incrinare il mito dell'efficienza militare delle truppe d'assalto di ISAF e di Enduring Freedom e suggerire, in casi analoghi, la necessità di una trattativa con i "terroristi" piuttosto che il ricorso alla forza, agli effetti di ritorno del "fuoco amico".
Per l'uso degli elicotteri Agusta-Westland da parte degli Incursori della Marina Militare poi si è addirittura entrati a vele spiegate nel falso.
L'Amm. Branciforte, visto l'esito del blitz, ha fatto sapere a Palazzo Chigi che d'ora in avanti, valutati i risultati, il metodo delle "maniere forti" dovrà essere abbandonato anche alla luce di una situazione sul terreno ampiamente compromessa per Nato e Usa nelle province di confine col Pakistan. L'on Brutti al Copaco ha parlato di un avvicinamento della guerriglia alle 4 provincie affidate al West Rac a guida italiana di Herat.
L' 109 è un biposto da combattimento con 2 abitacoli separati, uno per il pilota e uno per il navigatore-armiere. All'aereoporto dell'"Italian Air Force" ne hanno in dotazione 3.
Lo Stato Maggiore del PRT sarebbe riuscito a infilarci, a quanto ci hanno detto, fra andata e ritorno missione, 30 incursori del Varignano con tanto di armi ed equipaggiamento.
Insomma, un bim-bum-bam da prestigiatori.
L'Afganistan è e rimane un osso particolarmente duro da far digerire all'opinione pubblica del Bel Paese.
Dalla cartina pubblicata in data Venerdì 12 Ottobre sul giornalone della Finegil ci sono tutte le "missioni italiane" all'estero con tanti di scarponi impiegati sul terreno eccetto quelli che stazionano ad Herat e a Kabul e i 300 che si apprestano a partire per il Darfur con "asset privilegiati" .
Ci sarà tempo per entrare nel linguaggio misterioso della Spectre e dei suoi collaboratori ai "maccaroni" al Consiglio di Sicurezza: l'esimio Vicepresidente del Consiglio e il suo tuttofare al Palazzo di Vetro l'ambasciatore Spatafora.
Mancano invece i costi-missione semestrali e annui degli impegni umanitari del Bel Paese all'estero.
Gli importi, parziali e totali, di finanziamento possono spaventare e attirare critiche a cui è sempre più difficile replicare.
Specie quando l'"antipolitica" va alla grande e i Padroni delle Ferriere cominciano a farsela addosso.
Passiamo ad altro di più serio.
Avevamo avanzato il dubbio, scrivendolo, che sul corpo di Lorenzo D'Auria, per essere stato stabilizzato in un centro clinico di Enduring Freedom, non sarebbero stati trovati proiettili ritenuti.
La dichiarazione del portavoce della NATO in Afghanistan che attribuiva a terroristi patshun lo sparo dei colpi che avevano attinto il Maresciallo Lorenzo D'Auria non lasciava alcun dubbio.
Non ci sarebbero né proiettili deformati né frammenti di calibro 5.56 degli M 16 di Consubim, né di 270 R delle SBS o di altre armi di accompagnamento in calibro 7.62X 54 in dotazione alla NATO.
Gli AK 47 dei terroristi Taliban, come si sa, sputano 7,62x33. Roba facilmente riconoscibile da quella NATO anche quando le camiciature si deformano nell'impatto.
Ce lo suggeriva l'esperienza vissuta dal Capitano Roberto Punzo dell'UNTSO colpito da schegge di granata alla colonna vertebrale in Libano nel Luglio-Agosto 2006 a 40 km ad est di Naqura durante un bombardamento di Tsahal.
L'ufficiale, che rimarrà inchiodato su una sedia a rotelle, sarà prelevato da un Black Hawk e trasportato nell'ospedale di Rambam in territorio israeliano per l'asportazione dei frammenti metallici e "restituito" a Beirut, dopo l'intervento chirurgico, e da qui al Celio dove rimarrà in cura nel Reparto Spinale 6 mesi.
È possibile che la "Toyota Corolla" e i pick-up siano rimasti dove sono stati fermati dalle migliaia di proiettili proiettili sparati (unicamente? ) dalla SBS.
L'azione di fuoco è durata 4 minuti e 37 secondi. Almeno così si è sostenuto. Un diluvio di piombo. Una fucilazione in abbondanza. E qui si entra nel "giallo".
Bastano 2 Mangusta A 109, in scorta di protezione, un C 47 C e una squadra di operatori del West Rac per trasportarne ad Herat la carcassa e da lì imbarcarla su un C 130 J per farla arrivare nel giro di meno di 8-10 ore a Ciampino.
Il Pm Franco Ionta potrebbe facilmente rendersi conto della traiettoria, del tipo e del numero dei proiettili che hanno attinto il bagagliaio dell'auto ancor prima di poter affidare una perizia balistica ad un esperto del Tribunale di Roma e se ci sono tracce organiche da cui ricavare la compatibilità con il DNA di D'Auria. Tanto per essere certi della bontà della ricostruzione.
Non vorremmo sentirci dire tra qualche tempo che la Toyota Corolla è sparita nel nulla o è stata imbottita di esplosivo e fatta detonare.
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