Ti offrono illusioni e ti prendono l’anima
di Pierluigi Paoletti - 19/10/2007
Evento della settimana è stato senz’altro il bel reportage di Report di Rai3
http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiTre-Report%5E23%5E37208,00.html
sui prodotti derivati. Il servizio fattomolto bene ha evidenziato come i prodotti derivati permettano al sistema bancario di
occultare al loro interno introiti da capogiro, ovviamente esentasse, di cui nessuno si
accorge. Ribadiamo
esentasse perché quei lauti guadagni occulti non crediamo proprio chevadano a finire nei bilanci, ma sarebbe interessante verificarlo se avessimo una banca
centrale che non fosse di proprietà dei controllati.
Anni fa denunciammo l’abuso, senza alcun criterio, delle coperture su cambi e tassi
effettuate dalle banche ai propri clienti e sapevamo che prima o poi tutto questo avrebbe
creato moltissimi problemi in specialmodo alle piccole e medie imprese che furono inondate
dai prodotti derivati che fanno guadagnare lautamente il sistema bancario, ma riducono sul
lastrico migliaia di imprese. Oltretutto la vendita a pioggia di questi strumenti, senza
un’adeguata consulenza, non ha portato né porterà alcun beneficio a chi li ha sottoscritti.
Ricordiamo che nel 2002-3 quando si pronosticava nei nostri report una debolezza cronica
del dollaro nei confronti dell’euro, ci arrivavano mail di imprenditori che ci dicevano che le
banche avevano loro consigliato di stare tranquilli perché il dollaro non aveva mai perso
valore e che come al solito avrebbe continuato a guadagnare sull’euro.
Se vi fate due conti vedete che le quotazioni del rapporto euro dollaro nel 2003 erano
intorno alla parità e oggi invece siamo vicini a 1,43. Se questa è la consulenza delle banche,
possiamo immaginare che pasticci abbiano combinato a danno degli imprenditori i poveri
impiegati che si sono improvvisati, loro malgrado, consulenti di alto livello su cambi e tassi,
mentre chi costruiva questi strumenti derivati aveva lauree in matematica e master in
prestigiose università inglesi e americane e sapeva benissimo quale era il fine di quei
prodotti.
Ma tralasciamo per un momento questo squallido, ma drammaticamente attuale, quadro
della consulenza, per arrivare al nocciolo del problema che forse a qualcuno sta sfuggendo.
Sappiamo che le banche centrali si comportano (quasi) come i contadini: seminano,
annaffiano e poi mietono
http://www.centrofondi.it/report/report_06_02_07.pdf .Analogamente fanno le banche commerciali, elargiscono crediti a destra e a manca, nel
tempo si curano il loro orticello e continuano ad indebitare i poveri animali da macello,
imprenditori e privati, e poi piano piano iniziano a tirare le reti ed a raccogliere il “meritato”
raccolto di ricchezza reale, aziende, macchinari, immobili industriali e civili.
Questi sono i cicli economici, in un vai e vieni di questi faticosi ritmi di lavoro, ma al
contrario dei contadini e dei pescatori, i cicli vengono guidati dal rubinetto dell’erogazione
del credito, che per noi si chiama debito e schiavitù e in più non comportano alcun rischio
per le banche perché se guadagnano quando il ciclo è in espansione con i tassi ed il credito
che aumenta, guadagnano forse anche di più quando il ciclo si inverte perchè chiudono il
rubinetto del denaro, raccogliendo i pesci e mietendo chi non può far fronte ai debiti e
fallisce.
Questo sistema è così perfetto, che di corollario alla vendemmia, per rimanere nella
metafora agricola, si costruiscono appositamente e si scatenano tensioni geopolitiche (oggi
si chiamano così), crack finanziari prevedibili come i mutui subprime, crisi di civiltà e
problematiche sociali e ancora altro per arrivare a distruggere il più possibile per poi
ricorstruire, tutto ovviamente aiutato magistralmente da una campagna mediatica che tende
a creare consensi e sostenere queste distruzioni programmate. Questo non è altro che il
fulcro del meccanismo del conteggio del PIL dove paradossalmente le distruzioni
producono più ricchezza di tutte le altre cose e così via, questa è la logica che viene
contrabbandata da crescita, ricchezza, benessere, welfare e così via.
Quando la piramide dei debiti diventa troppo alta, si distrugge creando ad arte i presupposti
e poi si ricostruisce guadagnando sempre da ogni passaggio, perpetuando questi assurdi
meccanismi.
Ogni volta di diverso ci sono solo i “trigger” i grilletti che fanno scattare le collaudatissime
molle distruttive.
Ieri era la pazzia di Hitler, lautamente finanziato dai banchieri, dai petrolieri e dagli
industriali made in Usa. La seconda guerra mondiale sarebbe potuta finire in pochi giorni se
alcuni americani tra cui un certo Prescott Bush
http://it.wikipedia.org/wiki/Prescott_Bush e un certoFord avessero smesso di rifornire le truppe di Hitler di petrolio, acciaio, armi e mezzi di
locomozione (la stragrande maggioranza dei mezzi furono prodotti dalla Ford tedesca e fatti
andare con il petrolio americano).
Ma la cosa era funzionale e oltretutto era una fonte inesauribile di profitti e quindi si
continuò fino a quando non si intervenne in forze, completando la distruzione dell’europa
che avrebbe dato nel 1945 il via alla seconda fase dell’impero americano alla conquista del
mondo.
Oggi il “trigger” sarebbe potuto essere la distruzione delle torri gemelle, che avrebbe dovuto
dare inizio alla terza guerra mondiale e ancora non siamo fuori del tutto anche se, almeno
per adesso, abbiamo respinto al mittente tutte le chiamate alla guerra globale.
Chiarito questo percorso ciclico che rigidamente segue l’attività finanziaria (sia delle banche
centrali che di quelle commerciali) e di conseguenza condiziona la vita di tutti noi, al
contrario del passato c’è oggi un elemento di novità che molto lucidamente il servizio di
Report ha messo in luce: se prima l’indebitamento aggrediva in gran parte solo stato, privati
ed aziende oggi si è aggredito un mercato ancora più facile e florido, quello degli enti locali.
L’artificiosa carenza di denaro si riflette in prima istanza sui servizi e sull’attività periferica
e quindi sugli enti locali che negli ultimi anni si sono visti ridurre drasticamente le entrate
dallo stato centrale.
I politici che notoriamente non vedono oltre il tempo del loro mandato, hanno risposto con
le multe selvagge e con l’indebitamento. La loro ignoranza e la poca accortezza visto che si
tratta sempre e comunque di soldi non loro, ma della collettività, hanno fatto il resto.
In questo caso la cosa drammatica è che scientificamente si sono portati gli enti locali verso
la strada del fallimento, come già è accaduto al comune di Taranto. In questo caso
l’ingentissimo patrimonio pubblico immobiliare e mobiliare, passerà inesorabilmente di
mano dando corso alla seconda grande svendita del patrimonio statale iniziata nel 1992.
Ti danno illusioni e prendono ricchezza reale, triste ma è così.
I contadini sardi ne sanno qualcosa e stanno lottando contro l’iniquità che li vuole separare,
per chissà quali interessi, dalle loro radici, dai loro averi. Una piccola nota di colore, nello
scorso report avevamo messo il collegamento al bel servizio della trasmissione Agri3 sulla
situazione, ma da un paio di giorni a quell’indirizzo appare una laconica frase “spiacenti ma
il video richiesto non è più disponibile”. Il sistema ha semplicemente rimosso il problema,
non fa piacere vedere le vergogne di un paese e di una classe politica collusa con i poteri
forti finanziari, i contadini sardi non esistono più, anche se continuano a lottare
strenuamente nessuno lo sa più. Per continuare ad esprimere la vostra solidarietà a chi lotta
per la propria vita mandate una mail a
sardegna@altragricoltura.net.Intanto è stato battezzato dalla folla il partito democratico, l’ennesimo tentativo
gattopardiano di cambiare tutto per non cambiare niente, stesse facce, stesse modalità, un
modo per continuare a prendere in giro le persone che ancora ci credono…
La buonissima notizia è che proprio in quella Sardegna tradita e truffata, molte persone si
stanno riunendo attorno all’idea di riprendersi la propria vita partendo dalla loro economia
locale adottando i Buoni Locali di Solidarietà
http://www.disinformazione.it/buoni_locali.htmperchè quello che è successo a quelle 5000 aziende agricole non possa più accadere.
Il nuovo mondo si costruisce partendo dalle piccole cose di tutti i giorni
.That’s all folks