Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La società del Gossip

La società del Gossip

di Roselina Salemi - 19/10/2007





 

I ricercatori tedeschi: così il pettegolezzo riesce a manipolare le opinioni. Le cavie al termine della loro «full immersion», due persone su tre davano alla chiacchiera più credito che ai fatti.
Il virus da atto privato è diventato sempre più pubblico. E anche i politici lo sfruttano per avere più popolarità.

Il gossip è un virus. Si trasmette per contatto diretto dalle persone infette a quelle sane. Il contagio è rapido negli ambienti chiusi, ma un portatore girovago può contaminare anche aree lontanissime. Per fortuna c'è chi sviluppa l'immunità. Ma il guaio è che il virus si trasmette volontariamente, e non ci sono vaccini. Questa bella metafora medico-sociologica (di Ugo Volli) ci porta nel regno della Diceria.

Cate Blanchett è anoressica! Angelina Jolie è gravissima! Condoleezza Rice ha flirtato con Massimo D'Alema! Demi Moore è incinta! Eleonora Daniele (conduttrice di «Uno Mattina») è incinta! Dal brodo primordiale delle soft news nascono inchieste, talk show, polemiche, opinioni. Benvenuti nella società dell'«infotainment». Tutti a dire che schifo, tutti a reclamare le ultimissime. La spiegazione? L'ha trovata Ralf Sommerfeld del «Max Planck Institute for Evolutionary Biology» a Plon in Germania, e l'ha pubblicata sulla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze «Pnas» provando scientificamente una cosa che sappiamo tutti: il gossip ha il potere di manipolare le opinioni ed è qualche volta più forte della verità. Le cavie, 14 gruppi di 9 studenti, sono state nutrite (e anche un po' stordite) con abbondanti razioni di pettegolezzi gli uni sugli altri.

Risultato: gli sciagurati credevano più alle chiacchiere, buone o cattive, che ai fatti, e molti ( il 44 per cento) cambiavano opinione anche quando il gossip era contrario a un'informazione della quale avevano conoscenza diretta. La maggioranza, poi, rifiutava di lavorare con chi era oggetto di gossip «negativo».

Sommerfeld è arrivato alla conclusione che per due persone su tre, il pettegolezzo è informazione comunque, vera o falsa non importa. E si gonfia come un soufflé, nonostante le smentite. Anzi di più.

I gialli, per esempio eccitano l'immaginazione: il paese, il quartiere, diventano laboratorio e i media, cassa di risonanza. Su Cogne si è inventato di tutto, da un programma protezione testimoni per il marito di Annamaria Franzoni a una parentela con Flavia Prodi. Su Garlasco abbiamo la famosa telefonata anonima («Alberto Stasi è gay»), i rumors circa una love story dell'indiziato con la cugina, l'assassino visto dal satellite (in realtà un'indagine sofisticata, ma per il momento senza risultati clamorosi), manca solo un'astronave aliena. Ma le vite vip non hanno scampo. Condoleezza Rice, essendo single, è stata fidanzata a chiunque, dall'ovvio Bush (e gli strilli della first lady sono arrivati sull'altra sponda dell'Atlantico), all'ex ministro inglese Jack Straw, al ministro degli Esteri canadese Peter MacKay, al nostro Massimo D'Alema.

La gravidanza di Demi Moore, considerata una certezza, in primavera e rimbalzata da «People» in giù, si è smentita da sola, in estate, per incontestabile evidenza. Cate Blanchett non è anoressica, come voleva il «Daily Mirror», ma vittima di una foto spietata. Angelina Jolie, data per spacciata, gravissima, dal «National Enquirer», è furibonda contro la campagna vagamente jettatoria sulla sua salute. Altra invenzione: la fuga di Katie Holmes da casa, sei mesi dopo il matrimonio con Tom Cruise, pubblicata da «U.S. Weekly». Rania di Giordania, alla fine non ha divorziato, ma la storia delle camere separate ha fatto il giro del mondo e già la gossip society pregustava una versione mediorientale di lady D. Valentino Rossi ed Elisabetta Canalis hanno giurato inutilmente che non erano loro, nudi, all'alba di un certo giorno d'estate, erano anzi in due diverse e lontanissime parti del mondo, ma nessuno li ha creduti. In fondo, la liaison tra un evasore fiscale e un'ex velina è plausibile.

Anche la love story Fini-Prestigiacomo, smentita drasticamente dagli interessati, striscia con insistenza (lui si è separato). Ed Eleonora Daniele continua a dare interviste per dire che non aspetta un bambino e non ha avuto l'invidiato flirt con Nicholas Cage.

Passi per le chiacchiere sentimental-familiari ma c'è chi ci rimette la carriera. Per l'ex consigliere della Casa Bianca Sydney Blumenthal è una magra consolazione il risarcimento di 40 mila dollari ottenuto dal magazine on line «Drudge Report» (quello del caso Monica Lewinsky) che le aveva sparate grosse: per l'autorevolezza acquisita con l'affaire Clinton nessuno aveva dubitato delle accuse. Potenza delle soft news.

Non c'è niente da fare. Se non leggersi un grazioso libretto di Franco Angeli, «Rumor e pettegolezzi», curato da Marino Livolsi e Ugo Volli, dove il gossip, ribattezzato «comunicazione informale», assume dignità sociologica e smette di essere considerato un sottoprodotto. Perché le finte notizie, ormai, sono più di quelle «vere» e, mentre l'informazione costa, la chiacchiera è gratis, in molti casi è un piacere, o addirittura «un bisogno primario». Solo che, da atto privato (il quartiere, il bar) è diventato pubblico. E politico. I deputati considerano il pettegolezzo uno svago, i senatori, furbi, una raccolta di informazioni sugli avversari (lo dimostra la ricerca di Anna Colavita), il centrosinistra è più chiacchierone del centrodestra, ma tutti hanno bisogno di audience e il gossip significa popolarità, con i rischi annessi. La gossip society è una specie di Second life: sappiamo che non è reale, ma ci piace proprio per questo. Lo dimostrano le ultime iniziative on line: una «garagossip» con tanto di voto sull'attendibilità della notizia, il suo buon gusto e il suo valore sul mercato e una maratona di pettegolezzi, pardon comunicazioni informali, inventate. Vittime: la solita Paris Hilton (si è fidanzata in carcere), Britney Spears (scappa con l'ex Justin Timberlake), Flavia Vento (ama Totti, hanno lo stesso quoziente d'intelligenza,) Fabrizio Corona (farà un calendario).

A questo punto, come dimostra Sommerfeld, la verità è un optional. Il contagio è completo.