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Energia e miti economici - II parte

di Georgescu Roegen - 21/12/2005

Fonte: decrescita.it

 

Conferenza alla Yale University. Seconda parte

Dovremmo guarire da quella che ho chiamato "sindrome circolare del rasoio elettrico", che consiste nel radersi più velocemente, in maniera da avere più tempo per lavorare ad un rasoio che permetta di radersi più rapidamente ancora, in maniera da avere ancora più tempo per progettare un rasoio ancora più veloce, e così via all'infinito.

Eccezion fatta per alcune eccezioni insignificanti, tutte le specie diverse da quella umana usano solo strumenti endosomatici - come Alfred Lotka propose di chiamare quegli strumenti (gambe, artigli, ali, ecc.) che appartengono all'organismo individuale sin dalla nascita. Solo l'uomo è giunto, nel tempo, ad usare un bastone, che non gli appartiene alla nascita, ma estende il suo braccio endosomatico e ne accresce il potere. In quel momento, l'evoluzione umana trascese i suoi limiti biologici per includere anche (e primariamente) l'evoluzione di strumenti esosomatici, cioè di strumenti prodotti dall'uomo ma non appartenenti al suo organismo.(18) È per questo che l'uomo può volare o nuotare sott'acqua anche se il suo corpo non ha ali, né pinne, née branchie.
L'evoluzione esosomatica portò con sé due cambiamenti fondamentali ed irrevocabili alla specie umana. Il primo è il conflitto sociale irriducibile che caratterizza le specie umane [29, pp. 98-101; 32, pp. 306-315, 348f]. Infatti, ci sono altre specie che pure vivono socialmente, ma sono libere da tale conflitto. L'uccisione periodica di gran parte dei fuchi da parte della api è un'azione biologica, naturale, non una guerra civile.
Il secondo cambiamento è la dipendenza dell'uomo dagli strumenti esosomatici - un fenomeno analogo a quello del pesce volante che divenne dipendente dall'atmosfera e si tramutò in pesce per sempre. È a causa di questa dipendenza che la sopravvivenza dell'umanità presenta una problematicità del tutto diversa da quella di tutte le altre specie [31; 32, pp. 302-305]. Non è né esclusivamente biologica, né esclusivamente economica. È bioeconomica. I suoi tratti complessivi dipendono dalle asimmetrie multiple che esistono tra le tre fonti di bassa entropia che, insieme, costituiscono la dote dell'umanità - l'energia libera ricevuta dal sole, da una parte, e l'energia libera e le strutture materiali ordinate nascoste nelle viscere della terra, dall'altra.
La prima asimmetria concerne il fatto che la componente terrestre è una riserva, mentre quella solare è un flusso. La differenza deve essere ben compresa [32, pp. 226f]. I giacimenti di carbone sono una riserva perché siamo liberi di usarlo tutto oggi (se possibile) o nel corso di secoli. Ma in nessun momento possiamo possiamo usare una qualunque porzione di un flusso futuro di radiazione solare. In aggiunta, il tasso di questo flusso di radiazione è interamente al di là del nostro controllo; è esattamente determinato da condizioni cosmologiche, tra cui la dimensione della nostra sfera.(19) Una generazione, per quanto ci provi, non può alterare la quota di radiazione solare che spetta ad una qualsiasi altra generazione futura. A causa della priorità che il presente ha rispetto al futuro e dell'irrevocabilità della degradazione entropica, il contrario è vero a proposito delle quote delle riserve terrestri. Queste ultime dipendono da quanto la dote terrestre sia stata consumata dalle generazioni precedenti.
Secondo, poiché non sono disponibili procedure pratiche su scala umana per la trasformazione dell'energia in materia... la bassa entropia del materiale accessibile è di gran lunga il fattore più critico dal punto di vista bioeconomico. È vero, un pezzo di carbone bruciato dai nostri bisnonni sarà per sempre andato, proprio come una parte dell'argento o del ferro, per esempio, che essi stessi estrassero. Invece le generazioni future riceveranno comunque la loro quota inalienabile di energia solare (che, come vedremo fra poco, è enorme). In questo modo potranno almeno usare ogni anno una quantità di legno equivalente alla crescita della vegetazione annuale. Per l'argento ed il ferro consumato dalle generazioni anteriori, non esiste una compensazione così semplice. È per questo in bioeconomia dobbiamo enfatizzare il fatto che ogni Cadillac o Zim - per non parlare degli strumenti di guerra - significa meno disponibilità per alcune generazioni future e, implicitamente, anche meno esseri umani in futuro [31, p. 13; 32, p. 304].
Terzo, c'è una differenza astronomica tra la quantità del flusso di energia solare e la dimensione della riserva terrestre di energia libera. A prezzo di una diminuzione della massa di 131 x 1012 tonnellate, il sole irradia annualmente 1013 Q - con un singolo Q pari a 1018BTU! [1 BTU è uguale a 256,5 chilocalorie, NDT] Di questo fantastico flusso, solo circa 5300 Q sono intercettati ai limiti dell'atmosfera terrestre, mentre la metà circa viene riflessa nello spazio. Alla nostra scala, comunque, anche questa quantità è fantastica, dato che il consumo di energia mondiale ammonta a non più di 0,2 Q all'anno. Dall'energia solare che raggiunge il suolo, la fotosintesi assorbe solo 1,2 Q. Dalle cascate potremmo ottenere al massimo 0,08 Q, ma al momento ne ricaviamo solo la decima parte. Si pensi anche al fatto aggiuntivo che il sole continuerà a brillare con la stessa intensità per altri cinque miliardi di anni (prima di diventare una gigante rossa che farà aumentare la temperatura a oltre 500°C). Indubbiamente, la specie umana non sopravviverà per godere di tutta questa abbondanza.
Passando alla dote terrestre, troviamo che, in accordo con le migliori stime, la dote iniziale di combustibile fossile ammontava a soli 215 Q. Le riserve rimanenti (conosciute e probabili) ammontano a circa 200 Q. Queste riserve, perciò, potrebbero produrre solo due settimane di luce solare sulla terra.(20) Se il loro consumo prosegue ai ritmi attuali, potranno sostenere l'attività industriale umana solo per pochi decenni. Anche le riserve di uranio 235 non dureranno per un periodo più lungo se le usiamo negli attuali reattori. Si nutrono speranze oggi nei confronti dei reattori autofertilizzanti, che, con l'aiuto di uranio 235, possono "estrarre" l'energia degli elementi fertili ma non fissili, l'uranio 238 ed il torio 232. Alcuni esperti sostengono che questa fonte di energia è "essenzialmente inesauribile" [83, p. 412]. Nei soli Stati Uniti, si crede che esistano ampie aree ricoperte da argilla nera e granito che contengono 60 grammi di uranio naturale o torio per tonnellata [46, pp. 226f]. Su questa base, Weinberg e Hammond [83, pp. 415f] hanno elaborato un grande piano. Estraendo e frantumando tutte queste rocce, potremmo ottenere abbastanza combustibile nucleare per 32 mila reattori autofertilizzanti distribuiti in 4 mila locazioni remote e capaci di rifornire venti miliardi di persone per milioni d'anni calcolando una quantità di energia pro capite pari al doppio del tasso di consumo attuale negli Usa. Questo piano grandioso è un esempio tipico di pensiero lineare, in accordo al quale tutto ciò che occorre per l'esistenza di una popolazione, anche "considerevolmente superiore di venti miliardi di persone", consiste nell'accrescere tutte le disponibilita proporzionalmente.(21) Non che gli autori neghino che esistono anche questioni non tecniche, solo che le minimizzano con un certo zelo [83, pp. 417f]. La più importante, cioè se una organizzazione sociale compatibile con la densità di popolazione e la manipolazione nucleare a grande scala possa essere ottenuta, è spazzata via da Weinberg in quanto "trans-scientifica" [82].(22) I tecnici dimenticano facilmente che a causa dei loro successi, oggigiorno, può essere più facile che la montagna vada a Maometto che Maometto alla montagna. Oggi l'ostacolo è ancora più palpabile, perché anche un solo reattore presenta pur sempre un rischio sostanziale di catastrofe nucleare ed il problema del trasporto sicuro dei combustibili nucleari e soprattutto quello dello stoccaggio delle scorie radiattive attengono ancora una soluzione, anche su scala operativa ridotta [35; 36; soprattutto 39 and 67].
Rimane il grande sogno dei fisici, la reazione termonucleare controllata. Affinché costituisca una vera rivoluzione, deve essere una reazione deuterio-deuterio, l'unica che potrebbe rendere accessibile una formidabile risorsa di energia terrestre per una lunga era.(23) Comunque, a causa delle difficoltà cui si accennava prima ... finanche gli esperi che vi lavorano non vedono ragioni di essere troppo speranzosi.
Per completezza, dovremmo anche menzionare l'energia delle maree e quella geotermica, che, benché non negligibile (in tutto, 0,1 Q all'anno) può essere raccolta solo in situazioni molto ristrette.
Il quadro generale è ora chiaro. Le energie terrestri su cui possiamo contare effettivamente esistono solo in piccolissime quantità, laddove l'uso di quelle che esistono in quantità maggiori è circondato da grandi rischi e ostacoli tecnici formidabili. D'altra parte, c'è l'immensa energia del sole che ci raggiunge senza fallo. Il suo uso diretto non è ancora praticato su scala significativa, e la ragione primaria è che le industrie alternative sono ancora molto più efficienti economicamente. Ma risultati promettenti vengono anche da altre direzioni [37; 41]. Ciò che conta dal punto di vista bioeconomico è che la fattibilità dell'uso dell'energia del sole direttamente non è circondata da rischi o grandi punti interrogativi; è un fatto provato.
La conclusione è che la dota entropica dell'umanità presenta un'altra importante scarsità differenziale. Dal punto di vista del periodo estremamente lungo, l'energia libera terrestre è molto più scarsa di quella ricevuta dal sole. Ciò denuncia l'inutilità delle grida di vittoria al pensiero che possiamo ottenere proteine a partire da combustibili fossili! La ragione ci dice di muoverci nella direzione opposta, e convertire massa vegetale in idrocarburi - ovviamente una linea di ricerca battuta da diversi studiosi [22, pp. 311-313].(24)
Quarto, dal punto di vista dell'utilizzo industriale, l'energia solare soffre di uno svantaggio enorme in confronto all'energia di origine terrestre. Quest'ultima è disponibile in forme concentrate; in alcuni casi troppo concentrate. Per effetto di ciò, ci permette di ottenere in maniera pressoché istantanea enormi quantitativi di lavoro, gran parte del quale non potrebbe neppure essere ottenuto in altro modo. Invece, il flusso di energia solare giunge a noi con una intensità estremamente bassa, come una pioggerellina, quasi una nebbia microscopica. La differenza importante dalla vera pioggia è che questa pioggia radioattiva non si raccoglie naturalmente in piccoli flussi, poi in ruscelli e fiumi ed infine in laghi in cui possiamo usarla in maniera concentrata, come nel caso delle cascate. Immaginiamo la difficoltà che ci troveremmo a fronteggiare se tentassimo di usare direttamente l'energia cinetica di gocce di pioggia microscopiche (cioè, non attraverso l'energia chimica della vegetazione, o l'energia cinetica del vento e delle cascate). Però, come si enfatizzava un po' di tempo fa, la difficoltà non è impossibilità.(25)
Quinto, l'energia solara, d'altro canto, ha un unico ed incommensurabile vantaggio. L'uso di qualsiasi energia terrestre produce una certa quantità di inquinamento, che, in aggiunta, non è smaltibile e quindi si accumula, fosse anche soltanto nella forma dell'inquinamento termico. Al contrario, l'uso dell'energia solare è privo di inquinamento. Infatti, che l'energia sia usata o meno, il suo destino ultimo non cambia, quello di dissiparsi sotto forma del calore che mantiere l'equilibrio termodinamico tra il globo e lo spazio ad una temperatura propizia.(26)
La sesta asimmetria riguarda direttamente il fatto elementare che la sopravvivenza di ogni specie sulla terra dipende, direttamente o indirettamente, dalla radiazione solare (in aggiunta ad alcuni elementi dello strato superficiale dell'ambiente). L'uomo soltanto, a causa della sua dipendenza esosomatica, dipende pure dalle risorse minerarie. Per l'uso di queste risorse l'uomo non compete con alcuna altra specie; però il loro uso da parte sua mette di solito in pericolo molte forme di vita, tra cui la sua propria. Alcune specie sono state costrette di fatto al limite dell'estinzione dai bisogni esosomatici dell'uomo o dal suo desiderio di ciò che è stravagante. Ma niente in natura raggiunge la ferocia della competizione umana per l'energia solare (nella sua forma elementare o in quelle derivate). L'uomo non si è spostato di un millimetro dalla legge della giungle, anzi, l'ha resa ancora più spietata con i suoi strumenti esosomatici. L'uomo ha cercato apertamente di sterminare ogni specie che lo privi del cibo o che si nutra a sue spese - i lupi, i conigli, l'erbaccia, gli insetti, i microbi ecc.
Questa lotta che l'uomo sostiene contro le altre specie per il cibo (in ultima analisi, per l'energia solare) ha degli aspetti che sfuggono. E, curiosamente, è uno di questi aspetti che ha ampie conseguenze e allo stesso tempo fornisce una confutazione estremamente istruttiva della comune credenza che ogni innovazione tecnologica costituisca un passo nella giusta direzione per quanto concerne l'economia delle risorse. Il caso riguarda l'economia delle moderne tecniche culturali. ...
Justus von Liebig osservò che la "civilizzazione ' l'economia del potere" [32, p. 304]. In questa ora, l'economia del potere in tutti i suoi aspetti ha bisogno di una svolta. Invece di continuare ad essere massimamente opportunisti e di concentrare la nostra ricerca nella individuazione di maniera economicamente efficienti di accedere alle risorse minerarie - tutte disponibili in quantità finite e tutte altamente inquinanti - dovremmo rivolegere i nostri sforzi verso il miglioramento degli usi diretti dell'energia solare - l'unica fonte pulita e praticamente illimitata. Tecniche già note dovrebbero essere diffuse senza ritardi tra tutte le persone cosicché possiamo apprendere tutti dalla pratica e sviluppare la forma corrispondente di scambio.
Un'economia basata primariamente sul flusso di energia solare farà anche a meno, anche se non completamente, del monopolio delle generazioni presenti rispetto a quelle future, perché anche in una economia del genere avremmo bisogno di far ricorso alla nostra dote genetica, soprattutto per il materiali. Le innovazioni tecnologiche avranno certamente un ruolo in questo senso, ma è il momento di smettere di dare importanza esclusivamente - come tutte le piattaforme hanno fatto finora - all'aumento dell'offerta. Anche la domanda può fare la sua parte, una anche più importante e di maggior efficienza in ultima analisi.
Sarebbe stupido proporre la rinuncia completa al comfort industriale dell'evoluzione esosomatica. L'umanità non tornerà nelle caverne, o, piuttosto, agli alberi. Ma vi sono alcuni punti che potrebbero essere inclusi in un programma minimo bioeconomico.
Anzitutto, la produzione di tutti gli strumenti di guerra, non solo la guerra stessa, dovrebbe essere proibita completamente. È del tutto assurdo (ed anche ipocrita) continuare a coltivare tabacco se, nelle dichiarazioni, nessuno vuole più fumare. Le nazioni che sono tanto sviluppate da essere i principali produttori di armamenti dovrebbe essere capaci di raggiungere un ampio consenso su questo divieto senza alcuna difficoltà se, come affermano, possiedono anche la saggezza per guidare l'umanità. Interrompere per sempre la produzione di questi strumenti di guerra non solo la farà finita con gli assassini di massa per mezzo di armi ingegnose ma libererà anche grandissime forze produttive che potranno essere impiegate per l'aiuto internazionale senza pregiudizio del livello di vita nei rispettivi paesi.
Secondo, grazie all'uso di queste forze produttive, come per mezzo di misure aggiuntive ben pianficate e oneste, le nazioni sottosviluppate devono essere aiutate a raggiungere il più rapidamente possibile un buon livello di vita (anche se non lussuoso). Entrambi questi aspetti devono pesare efficacemente negli sforzi richiesti da questa trasformazione per accettare la necessità di un cambio radicale nei loro sguardi polarizzati sulla vita.(27)
Terzo, l'umanità dovrebbe far decrescere gradualmente la sua popolazione fino ad un livello tale da poter essere alimentata esclusivamente dall'agricoltura organica.(28) Naturalmente, le nazioni che stanno conoscendo un'alta crescita demografica dovranno impegnarsi seriamente per ottenere i risultati più rapidi possibili in questa direzione.
Quarto, fino a che non sia diventato comune l'uso diretto di energia solare o sia ottenuta la fusione controllata, tutti gli sprechi energetici - dovuti ad eccesso di riscaldamente, eccesso di raffreddamento, eccesso di velocità, eccesso di illuminazione ecc. - dovrebbero essere evitati con cura e, se necessario, regolati strettamente.
Quinto, dobbiamo curarci dal desiderio smodato di gadget stravaganti e da splendori mammuthiani come le automobili gigantesche. Fatto ciò, i produttori dovranno smettere di produrre questi "beni".
Sesto, dobbiamo liberarci anche della moda, quella "malattia mentale umana", come l'abbate Fernando Galliani la caratterizzò nel suo celebre Della Moneta (1750). Costituisce infatti una malattia mentale liberarsi di un cappotto di un pezzo d'arredamento quando può ancora servire. Comprare un'automobile "nuova" ogni anno e riammodernare la casa ogni due è un crimine bioeconomico. Altri autori hanno già proposto di far produrre i beni in maniera tale da durare di più [e.g., 43, p. 146]. Ma è finanche più importante che i consumatori si rieduchino in maniera da disprezzare la moda. I produttori dovranno quindi concentrarsi sulla durevolezza.
Settimo punto, e strettamente legato al precedente, è la necessità che i beni durevoli siano progettati in maniera da essere riparabili. (Con un'analogia plastica, in molti casi oggigiorno dobbiamo gettare un paio di scarpe solo per un difetto minore).
Ottavo, in completa armonia con i pensieri sopraelencati, dovremmo guarire da quella che ho chiamato "sindrome circolare del rasoio elettrico", che consiste nel radersi più velocemente, in maniera da avere più tempo per lavorare ad un rasoio che permetta di radersi più rapidamente ancora, in maniera da avere ancora più tempo per progettare un rasoio ancora più veloce, e così via all'infinito. Questo cambiamento richiederà una buona dose di autocritica da parte di tutte quelle professioni che hanno allettato l'umanità a questo regresso infinito. Dobbiamo arrivare a capire che un requisito importante per una buona qualità di vita è una quantità sostanziosa di svago spesa in maniera intelligente.
Sulla carta, astrattamente, le raccomandazioni che ho elencato sovrebbero apparire ragionevoli nel complesso a chiunque voglia esaminare la logica alla loro base. Ma un pensiero ha continuato ad aggirarsi per la mia mente da quando ho cominciato ad interessarmi alla natura entropica del processo economico: l'umanità darà ascolto a qualsivoglia programma implichi una riduzione della sua dipendenza dal confort esosomatico? Forse il destino dell'uomo è quello di avere una vita breve ma di fuoco, eccitante e stravagante invece che un'esistenza lunga, priva di eventi e vegetativa. Facciamo in modo che le altre specie - l'ameba, per esempio - che non hanno ambizioni spirituali ereditino una terra ancora bagnata dai raggi solari.
[Seconda parte. Fine]


(17) Ho trovato questo termine usato per la prima volta in una lettera da Jiri Zeman. (<<)

(18) La pratica della schiavitù, nel passato, e la possibilità, in futuro, del commercio di organi sono fenomeni omogenei all'evoluzione esosomatica. (<<)

(19) Un fatto ampiamente incompreso: la terra per Ricardo ha valore economico per la stessa ragione per cui l'ha la rete di un pescatore. La terra cattura l'energia di maggior valore, approssimativamente in proporzione alla sua superficie totale [27, p. 508; 32, p. 232]. (<<)

(20) Le stime usate in questa sezione sono state calcolate dai dati di Daniels [22] ed Hubbert [46]. Questi dati, soprattutto quelli relarivi alle riserve, variano da autore ad autore ma non in misura realmente significativa. Comunque, l'affermazione che "i vasti giacimenti petroliferi che saranno scoperti in tutto il mondo [dureranno] per non meno di 40 mila anni" [59, p. 99] è pura fantasia. (<<)

(21) In una risposta ai critici (American Scientist 58, no. 6, p. 610), gli stessi autori dimostrano, ancora una volta lineramente, che i complessi agroindustriali potrebbero facilmente rispondere ai bisogni di una tale popolazione. ENFNOTE

(22) Per una discussione recente dell'impatto sociale della crescita industriale, in generale, e dei problemi sociali prodotti dall'uso su larga scala dell'energia nuclare, in particolare, si veda [78], una monografia di Harold e Margaret Sprout, pionieri in questo campo. (<<)

(23) Solo l'1% del dueterio nell'oceano potrebbe fornire 108 Q se impiegato in quella reazione, una quantità di energia ampiamente sufficiente per alcune centinaia di milioni di anni di elevano confort industriale. La reazione deuterio-trizio ha migliori possibilità di successo perché richiede una temperatura inferiore, ma poiché coinvolge il litio 6, che esiste in piccoli quantitativi, potrebbe fornire in totale 200 Q. (<<)

(24) Dovrebbe essere di interesse sapere che durante la secongua guerra mondiale, in Svezia per esempio, le automobili erano alimentate con il gas di risulta ottenuto dalla combustione del carbone in un contenitore che fungeva da serbatoio.! (<<)

(25) [Nota del redattore: gli scritti più recenti di Georgescu-Roegen sono meno ottimisti rispetto alle prospettive di uso diretto dell'energia solare. Si veda il suo "Energy Analysis and Economic Valuation," Southern Economic Journal, April 1979.] EDNOTE

(26) Una precisazione necessaria: anche l'uso dell'energia solare potrebbe alterare il clima se l'energia viene rilasciata in un luogo diverso da quello in cui viene accumulata. Lo stesso è vero per la dilazione temporale, ma in questo caso difficilmente in una misura di interesse nella pratica. (<<)

(27) Alla Conferenza Dai Dong (Stoccolma, 1972), ho suggerito l'adozione di una misura che mi sembra applicabile con molte meno difficoltà di installazioni di qualunque tipo. Il mio suggerimento, invece, consisteva nel permettere alle persone di muoversi liberamente da un paese ad un altro qualsiasi. L'accoglienza che ricevette fu meno che tiepida. Si veda [2, p. 72]. (<<)

(28) Per evitare qualsiasi fraintendimento, dovrei aggiungere che l'entusiasmo attuale nei confronti dell'agricoltura biologica non ha niente a che vedere con questa proposta [...] (<<)
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Traduzione di Sergio De Simone
Tratto da znet.it