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Watson, il razzista "scientifico"

di Ettore Casadei - 20/10/2007

     

 

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James Watson, 79 anni, premio Nobel per la medicina per aver "scoperto" il DNA insieme a Francis Crick, si è dichiarato pessimista sull’Africa: “l'intelligenza degli africani è come la nostra? Ciò contraddice tutti gli esperimenti effettuati”.
Giusto il pessimismo sull’Africa: noi bianchi occidentali e il nostro sistema di sviluppo ne abbiamo decretato la tragica fine.
L'opinione di di Watson, tuttavia, oltre che essere semplicemente razzista (gli esperimenti di cui parla non sono dotati di alcuna validità scientifica), è anche di una arroganza senza precedenti. Come se non fossimo stati noi bianchi, con la nostra stupidità, la nostra violenza e il nostro umanitarismo interessato, ad avere decretato la devastazione dell’Africa. Un continente, dati alla mano, che era autosufficiente e “felice” fino agli Anni Sessanta del secolo scorso. Ma, giustamente, in democrazia la libertà di espressione impone che ciascuno possa dire la sua. Ci sono però affermazioni responsabili e irresponsabili. Essendo Watson un premio Nobel, la sua parola è autorevolissima e potente. Le opinioni di Watson pesano come macigni: non è certo un avventore da bar che dice che i marocchini sono tutti nullafacenti e stupratori.
L’idea “i bianchi sono più intelligenti dei neri” (magari supportata in futuro da qualche test di intelligenza che, in un mostruoso rituale di autocelebrazione della mente umana, sarebbe dotato di valore scientifico) giustifica la morsa in cui l'Occidente tiene avvinta l'Africa.
Tiriamone le conseguenze. L’uomo bianco sarebbe scientificamente superiore all’uomo nero. I neri sarebbero scientificamente schiavi dei bianchi perché meno intelligenti. Quindi non solo il libero mercato, il capitalismo, l’economia, i teorici del destino manifesto giustificherebbero lo scempio che è stato fatto dell’Africa e del resto del mondo (compreso lo stesso Occidente), ma anche la scienza ufficiale.
Spesso il razzismo nasce dalla paura verso ciò che non si conosce o non si comprende o da qualche sentimento di inferiorità. Non sarà che Watson abbia qualche infantile complesso d'inferiorità verso i neri, ancora non del tutto assoggettati al dominio bianco?
L’eminente scienziato premio Nobel ha sostenuto in passato il diritto delle donne ad abortire quando test genetici avessero dimostrato l’omosessualità del feto. Il Museo della scienza di Londra ha fatto bene a mettere a tacere un vecchio razzista come Watson. Se vuole, che scriva, come gli altri, le sue stronzate su un blog.