In Cina un quarto delle emissioni di carbonio è dovuto alle esportazioni verso Europa e USA
di redazionale - 22/10/2007
| Secondo un report appena diffuso, un quarto delle emissioni cinesi di gas che causano il riscaldamento globale deriva dalle esportazioni di merci dal Paese del Sol levante verso Europa e Stati Uniti. Lo stesso documento denuncia anche la necessità di definire un nuovo metodo di calcolo delle emissioni di anidride carbonica. Lo studio è stato diffuso dal Tyndall Centre for Climate Change Research, l’istituto di ricerche di fama internazionale finanziato dal governo d’oltremanica. Secondo gli autori della ricerca, Tao Wang e Jim Watson, l’attuale metodo di assegnazione delle emissioni a uno stato è iniquo nei confronti delle nazioni in rapido sviluppo: «Focalizzare l’analisi all’interno dei confini nazionali non coglie appieno il problema: il commercio globale implica che l’impronta delle emissioni di un paese sia internazionale». I Paesi industrializzati non sono solo responsabili della maggior parte delle emissioni fino a oggi, ma hanno anche dirottato le fonti di inquinamento in Paesi in rapida crescita come la Cina. «Senza una domanda così forte proveniente da Europa e Stati Uniti, la Cina non sarebbe cresciuta così e le sue emissioni non sarebbero aumentare così tanto», affermano gli studiosi chiedendo che le cosiddette “emissioni importate” vengano inserire nel computo nazionale. Si tratta di un’ulteriore accusa rivolta alle economie sviluppate, già in passato additate per il loro tentativo di “lavar via” le emissioni di anidride carbonica dal loro sistema produttivo. Un esempio per tutti è quello della Gran Bretagna che ha ridotto la propria produzione di gas inquinanti esportando l’industria pesante in Cina, da cui adesso importa le stesse merci che avrebbe potuto produrre da sola. La Cina sta per superare gli Stati Uniti nella lista dei maggiori produttori di emissioni, ma il report ha evidenziato come proprio questi ultimi sono i più grandi importatori di merci cinesi. Fonte: Reuters, Tyndall.ac.uk |