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Il Commissario del governo e la base Dal Molin di Vicenza.

di Giordano Montanaro - 23/10/2007

 

 

 

Sembra impossibile che certi articoli, certe parole, vaghino sulle pagine del giornale cittadino senza turbare i vicentini.

Le incongruenze traspaiono comunque in un testo, che sicuramente è stato analizzato prima di finire nella carta stampata.

Evidentemente, occultare programmi da tempo determinati, non è facile per nessuno specialmente quando la puzza fuoriesce a tombino chiuso.

Si comincia intanto con una bonifica, un  bel regalo per questa città dice Costa, che durante il secondo conflitto, è stata martoriata dai bombardamenti. Coloro che hanno distrutto a suon di bombe la città e fatto migliaia di morti, ora ci “regalano” la bonifica: “un’operazione” corredata dal verbo regalare, elemento, che il segretario di stato ha voluto ben sottolineare. Non vedo cosa ci sia da evidenziare in tale investitura economica su chi paga, piuttosto trovo inspiegabile il 41% delle spese di realizzo base, a carico dell’Italia per una superficie che godrà di extraterritorialità, e  sarà sottoposta a leggi americane su suolo italiano anzi, di suolo italiano non ci sarà nemmeno l‘ombra, in quanto all’interno di una qualsiasi base statunitense, ubicata in questo paese, è a tutti gli effetti terra degli Stati Uniti d’America.

Intanto le domande di alcuni vicentini residenti nelle vicinanze dell’aeroporto, giungono a cascata all’alta carica istituzionale, chiedendo informazioni su come intenderanno procedere con la bonifica, vista la  negativa partenza, in assoluto segreto ed in notturna;

ed egli risponde così:

“ in questo momento bisogna evitare la confusione” e subito dopo, afferma che lui non si occupa direttamente della bonifica e quindi non è al corrente delle procedure, delle scelte organizzative delle società preposte all’operazione, nè di come questa procedura si svolga, ma ribadisce:

“si deve fare chiarezza”.

Inizia così, un discorso descrivente il programma di bonifica, parlando sempre in prima persona come se in ogni operazione, fosse presente e avesse precise conoscenze di ordine logistico (errore del giornalista?). altrimenti per essere una persona che non segue direttamente la cosa, è informato assai.

Probabilmente, e noi non ce ne rendiamo conto, siamo fortunati ad avere nel nostro paese soggetti trasparenti e preparati, nell’affrontare certe complesse tematiche che, gestite nel modo giusto, riducono l’impatto al nostro territorio; altro che base aerea altrimenti, installavano direttamente Cape Canaveral 2, senza i nostri vigili funzionari.

Sembra alquanto fantomatica anche l’opzione lato ovest piuttosto che lato est.

È presumibile, a questo stato delle cose (gli appalti sono già stati assegnati), che siano esistenti e approvati dei progetti definitivi determinanti con esattezza, posizione e sviluppo del plesso militare.

Rivedere il tutto, ribaltando le superfici in cui deve essere ubicata la base, è un’operazione complessa che dovrebbe prendere in considerazione un’infinità di aspetti, che il tempo non concederebbe. Viene spontaneo immaginare, che la superficie interessata all’operazione è molto più ampia e che entrambe le aree dell’attuale aeroporto siano interessate all’insediamento.

Che si parta quindi da quella meno impattiva lasciando digerire più lentamente il rospo ai Vicentini?

Belle domande ma sempre secondo il nostro funzionario Costa, quella del dislocamento a ovest sembra sia una sua idea mirata proprio a rendere più sostenibile l’operazione al territorio:

e la falda d’acqua più grande d’Europa che si trova sotto alla futura base?

Di quella non si parla.

Molte sono le lacune in tutto questo intrecciarsi di parole, che distolgono dalle operazioni già in atto e non sono certo elementi che favoriscono la promessa trasparenza. Quando c’è di mezzo l’apparato militare, la parola più comune in gergo è top secret e non trasparenza  (notare la netta contrapposizione delle parole).

Dei segnali su come queste persone agiscono, vengono forniti dalla storia.

Quando si è verificato l’incidente alla base statunitense Pluto di Longare nel 1992,

una galleria fu completamente cementata per una presunta fuga di sostanza radioattiva (sarcofago modello Chernobyl). Alle preoccupate domande della popolazione, giungevano risposte evasive frutto di un rapporto militare, dove si esprimeva un “nulla di importante da segnalare”. Tuttavia, la zona adiacente alla base è stata oggetto di studio e successivo argomento di tesi, di una studentessa laureanda in medicina incuriosita dall’elevata concentrazione di pazienti malati di leucemia residenti nelle zone limitrofe. In questo caso si può usare anche un “no coment”?

Ne vedremo sicuramente delle belle e spero tanto che anche questa volta, la parte dormiente dei cittadini, non debba piangere sul latte versato, sarebbe un insulto a chi si è tanto prodigato per la giustizia e la pace.

Intanto, sarebbe interessante proporre al sindaco di Vicenza, l’idea di eleggere Costa a “cittadino benemerito”; è un funzionario estremamente preciso, intento a far rispettare gli impegni presi (o gli ordini subiti) dal nostro governo, nella realizzazione del più grande scempio (definito opportunità dalla giunta Hullweck), che si sia mai verificato nel territorio berico dal dopoguerra.