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Sciopero a pagina 37. La Francia non sta con Sarkozy a differenza dei media italiani

di Gianni Caroli - 24/10/2007





 

Pochi lo sanno e nessuno lo scrive, ma c' è una grande novità in Europa: la Francia Tricolore, quella innamoratissima di Sarkozy secondo i “media”, si è totalitariamente ribellata al suo nuovo caporal-maggiore, seppure non sia còrso come il predecessore di due secoli fa.

Di quello, cioè Napoleone Bonaparte, ha certo vocazione alle guerre rivoluzionarie per il “regime change”, così in voga ancor oggi (e infatti si “rivaluta” perfino Gengis Khan). Come pure lo furono sette decenni fa, per opera di un altro concorrente a quell' ambito trono: imperatore del mondo.

Sarkozy allora, ha subito aderito all' appello di Bush per prepararsi alla guerra contro l' Iran. Lo ha dichiarato espressamente il Ministro degli Esteri Bernard Kouchner, che fu l' uomo della guerra alla Jugoslavia nel 1999. Instancabile propagandista, durante il mandato Ue di Commissario ai “Diritti Umani”, finalmente la realizzò. Tanto più preoccupante quanto più verosimile.

Anche sul piano interno, naturalmente, il bravo Nicholas, così confidenziale ai teleschermi, fa il diligente blairiano-liberista: subito la “riforma” delle pensioni speciali, quelle anticipate di tre anni (37 di contribuzioni continuate, anziché 40: non uno scherzo) che consentono una vecchiaia più dignitosa per le categorie maggiormente usurate da lavori duri: ferrovieri, eléttrici, energétici ecc.

Amputarne i diritti necesse est, manco fosse Cartagine, per azzerare il deficit come dogma liberista impone.
E sorvoliamo pure sul fatto che in queste settimane e mesi le banche centrali, dall' Europa agli Usa passando per l' Inghilterra (qui incluso lo Stato: proprio il Ministero del Tesoro, liberisticamente, salverà Northern Rock dal fallimento) stiano profondendo centinaia di miliardi di euro, sterline e dollari, e tutti a spese nostre, nel salvataggio di fondi speculativi e banche fraudolente, che li piazzavano a clientela ignara del contenuto (i wurstel-bond, i mutui sub-prime, i derivati ecc.). Quelli sono diritti che non si scherza su !

E sorvoliamo ancora che tutto ‘sto frugare nei portafogli magri, finisca ad ingrassare il deficit degli Usa, che su quello ci campa addirittura (solo i ricchi però: per gli altri il “sogno” è diventato un incubo. La casa pignorata a valore “zero”, ma il mutuo da onorare fino in fondo), e fa pure le guerre a tutto il mondo.

Non bisognava ridurlo anche lì? A te sì, a me no. Lo Stato-guida funziona a liberismo alternato, come la corrente nei rasoi elettrici.

A tutto questo spròlogo, la Francia ha detto: no.

Uno sciopero generale delle categorie coinvolte, proclamato in coesa unità da tutti i sindacati, è riuscito totalitariamente, paralizzando i trasporti di città e regioni, da Parigi a Marsiglia, con incredibile quantità di manifestanti in piazza ed in corteo, dalle bandiere più variopinte. Centinaia di migliaia di francesi, inclusi i cittadini più disagiati dal blocco dei trasporti, hanno solidarizzato con gli scioperanti: la loro battaglia, contro la privazione dei diritti, è anche la nostra!

Una bella mazzata per “N” all' Eliseo: che era certo di convincere i citoyens, con le buone o le brutte, a trangugiare questa aranciata amara, che sa proprio di fiele.

Ma i francesi si sa, sono teste calde di tradizione . José Bové, l' impavido

agricoltore-sovranista, e partigiano anti-ogm di Monsanto e Dupont, non è un caso isolato ma un archétipo.

Al contrario degli italiani, sempre costretti a discutere di “modelli” importati: chi lo vuole tedesco, chi spagnolo, come ieri francese: ma vada come vada, oggi il modello unico è sempre “amerikano”.

Se tutto questo accade, l' importante è evitare il “contagio”.

Così una strettissima profilassi è stata adottata da tutti i tele&giornali, trasportatori di conoscenze ed idee. In questo grave caso inclusi i satellitari di Murdoch&companies.

“Nicholas e Cecilia: divorzio !”

Sparavano “à la une” solo questa notizia: Sarkozy infatti, con un comunicato dell' Eliseo reso noto il giorno dello sciopero, fa da primo violino, dando il “la” all' orchestra che esegue sempre lo stesso spartito. Con quale sintonia !

Lo sciopero è passato negli esteri (sui giornali francesi negli “interni”), boxino a pag. 37: “Sciopero in Francia contro la riforma pensionistica”, con i comunicati sindacali.

Questo è quanto. Ma chi ha potuto, perché sa “navigare” con bussola e astrolabio (viceversa ti perdi), si è informato su Internet. Pochi, rispetto all' enorme massa dei lettori di carta-piombata: un diluvio mellifluo di gossip rosa (come era vestita Cecilia, chi è la nuova amante di Nicholas) che intanto, mentre tu ti commuovi, il direttore ti frega il portafogli.

Dunque è inutile dire a cui davvero prodest il disegno insano prodotto dal governo (e poi ritirato), di regolarizzare in via amministrativa i siti, e i blog di rete: spesso soltanto dei “brouillons” condivisi, degli appunti esternati, dei zibaldoni un po' narcisi, ma comunque preziosi. Pensate sottoporre Leopardi, prima di scrivere, agli “obblighi di legge”, registrazioni notarili e affini.

Ma a parte la poesia, in tanti casi la rete è il solo mezzo, necessario e indispensabile, per una informazione né “altra” o “alternativa”, ma solo vera e attendibile, che racconta i fatti come si sono svolti, a prescindere dagli interessi (sempre molto corposi: dal cemento in su) dell' editore.

E magari le idee, oramai proibite alla Fortezza Bastiani, in questo mondo libero in guerra contro il mondo.