Sull’ultimo numero di Charta Minuta, poi ripreso qui, Luciano Lanna, con l’articolo “Facciamola finita con il pasolinismo”, denuncia duramente il pensiero di Pasolini applicato alla cultura politica italiana e, in particolare, a un certo ambientalismo che sembra rifarsi all’antimodernismo ben visibile negli scritti del friulano. Quel che l’Autore sembra più temere è che i versi: “Difendi, conserva...(...) i paletti di gelso o di ontano, / in nome degli Dei, greci o cinesi / i campi tra il paese / e la campagna, con le loro pannocchie / abbandonate (...) il prato / tra l'ultima casa del paese e la roggia...”, rivolti esplicitamente a “un giovane fascista”, nella poesia Saluto e augurio, possano essere effettivamente raccolti dalla destra, ecologista e non solo, infettandola di virus “neo-passatisti”. Ed è sul passatismo di Pasolini che voglio soffermarmi.

Intendiamoci. Persino io che per il poeta di Casarsa nutro da sempre una certa affezione letteraria, condivido anche le virgole dell’articolo di Lanna: quel Pasolini che lui denuncia è assimilabile ad una destra che più reazionaria non si può. Ciononostante, se fossi stato lui, mi sarei soffermato più in positivo sulle molte contraddizioni del pasolini-pensiero, tanto che mi viene da dire, per esempio: magari una certa destra avesse osato denunciare la condizione parossistica in cui ormai si invera il matrimonio (etero...), piuttosto che difenderlo, a suo tempo, incollandosi al manifesto degli antidivorzisti con il pietoso: “Vota sì, come il giorno delle nozze”; magari fosse stata antiabortista con la forza di una critica radicale al “potere dei consumi”, piuttosto che arrampicarsi sugli specchi di una ipocrita ed incredibile “difesa della vita”; magari ci fosse stata, perfino nella destra più conservatrice, una corrente eretica capace di essere antimoderna e civilmente tradizionale nel senso pasoliniano (prego andarsi a leggere “La poesia della tradizione”), invece di quella autocoltivata a dosi massicce di esoterismi, alchimie ed occultismi evoliani, politicamente incapaci ed incapacitanti fino alla nausea...

Voglio dire: ci fosse stata appena ieri una destra del genere, oggi, forse, Pasolini se lo sarebbe lasciato definitivamente alle spalle. Come merita di essere trascurato o combattuto qualsiasi rigurgito reazionario, ambientalista o meno, che trasuda, ormai, da ogni poro della cultura politica italiana...

Infatti, l’autore dell’articolo - ripeto - non si limita a chiedere alla destra di non contaminarsi di pensiero pasoliniano vulgarmente corretto: Lanna invoca la liberazione dalle sue suggestioni per l’intera cultura politica italiana, quindi anche per quella di sinistra. Ora, a me sembra che la cultura politica di sinistra delle suggestioni pasoliniane, al di là di certi recuperi di maniera, se ne sia sempre fatta un allegro baffo: al massimo, ha fatto della sua morte (ché in vita lo ha a malapena sopportato...) un’icona dell’antifascismo più bieco (il che non fa cultura: fa schifo). E non potrebbe essere altrimenti: ce li vedete voi Veltroni e Bertinotti che predicano in televisione il coito anale come sistema contraccettivo?

Eppure, eppure... Restando nello stretto della questione ambientalista, proprio qualche sera fa, in televisione hanno intervistato Mario Capanna (sì, proprio l’ex compagno dei “formidabili” anni ’70...). Deposto il martello, convertito ormai totalmente alla falce delle agronomie biologiche, il suddetto ha manifestato tutta la sua ostilità per la ricerca scientifica sui prodotti transgenici (Ogm), con argomentazioni che avrebbero certamente trovato Pasolini consenziente, ma in cui la sinistra di un tempo avrebbe sicuramente sentito lezzo di reazione.

Per questo, paradossalmente ma mica tanto, l’articolo di Lanna sarebbe stato ben più devastante se a scriverlo fosse stato un giornalista - diciamo per esempio - del Manifesto, sul Manifesto. Immaginate l’effetto: titolo identico; occhiello: “Inutile perpetuare l’equivoco: era di destra...”; sottotitolo: “...e non solo per la questione delle lucciole”. Il corpo dell’articolo, poi, sostituendo qua e là qualche aggettivo, invertendo qualche valore di segno e di riferimento, restando pressoché immutato... Oh! allora sì che sull’“equivoco-pasolini” sarebbe calata definitivamente la pietra tombale. Magari sotto l’epigrafe: “né destra né sinistra”...