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Le Nazioni Unite sfidano gli Usa sugli attacchi aerei illegali in Iraq

di Nicolas J. S. Davies - 25/10/2007




Proprio mentre le operazioni aeree Usa sull'Iraq hanno raggiunto il livello più alto dalla distruzione di Falluja nel novembre 2004, con 70 missioni di supporto aereo ravvicinato in molti giorni a partire dal 1 ottobre, un nuovo rapporto sui Diritti umani pubblicato dalla Missione delle Nazioni Unite di assistenza all'Iraq esige che gli Stati Uniti smettano di uccidere civili in attacchi aerei illegali.


Il rapporto sui Diritti umani - relativo al secondo trimestre del 2007 – avrebbe dovuto essere pronto da molto tempo, e alla fine è stato pubblicato l'11 ottobre. In esso si spiega che è stato modificato dopo discussioni con le autorità di occupazione statunitensi e con le autorità irachene, e questo sembra essere il motivo del lungo ritardo nella pubblicazione.


Il rapporto dice chiaramente che gli attacchi aerei Usa contro zone civili densamente popolate sono violazioni del diritto internazionale umanitario. Una nota in calce alla sezione su "Le operazioni della Forza multinazionale e le uccisioni di civili" spiega: "Il diritto internazionale umanitario consuetudinario esige che, per quanto possibile, gli obiettivi militari non debbano essere ubicati all'interno di aree densamente popolate da civili. La presenza di singoli combattenti in mezzo a un gran numero di civili non altera il carattere civile dell'area".


L'UNAMI esige "che tutte le accuse credibili di uccisioni illegali da parte delle MNF (Forze Multinazionali) siano oggetto di indagini esaurienti, tempestive, e condotte in modo imparziale, e che vengano prese azioni appropriate contro il personale militare che si scopra avere fatto uso di forza eccessiva o indiscriminata", e aggiunge che "L'inizio delle indagini su incidenti di questo tipo, nonché le loro conclusioni, dovrebbero essere resi pubblici".


Il rapporto dell'UNAMI fornisce i seguenti particolari su 88 civili iracheni uccisi da attacchi aerei, 15 civili uccisi "nel contesto di raid e operazioni di perquisizione" da parte delle forze Usa di terra, e parecchi incidenti di tortura ed esecuzioni extragiudiziali da parte di membri delle forze ausiliarie irachene sotto comando generale Usa. L'UNAMI ha indagato su questi incidenti perché un parente, un giornalista, o un funzionario locale hanno portato ciascuno di essi alla sua attenzione. Senza dubbio, il Dipartimento alla Difesa Usa è a conoscenza di molte altre uccisioni di civili in attacchi aerei e operazioni di terra, da qui la richiesta urgente dell'UNAMI perché tutti gli omicidi di questo tipo vengano resi di pubblico dominio nella loro totalità, e siano oggetto di indagini.


11 marzo – Nove civili uccisi da attacchi aerei Usa in 5 villaggi nei pressi di Ba'aquba.


13 e 14 marzo- Dodici palestinesi arrestati dal Ministero degli Interni ad al-Baladiyat e torturati con scosse elettriche in parti delicate del corpo, stecche di metallo cacciate in gola, e strupri e altre aggressioni di tipo sessuale con oggetti metallici.


15 marzo – Due civili uccisi da un attacco aereo Usa a Dulu'iya.


29 marzo – Un ragazzo di 14 anni e altri tre familiari uccisi a Mosul da un raid Usa contro l'abitazione di Zeyur Mohamed Khalil.


30 marzo – Sedici civili uccisi da attacchi aerei Usa a Sadr City.


2 aprile – Sei civili uccisi in raid Usa contro le abitazioni di Bashar Mahfudh e Walid al-Ahmadi nei pressi di Mosul.


3 aprile – Ventisette civili uccisi da attacchi aerei Usa a Khaldiya, nei pressi di Ramadi.


12 aprile – Tre civili uccisi in un raid delle forze Usa contro una abitazione nella zona sud di Haditha.


26 aprile – Attacchi aerei Usa uccidono quattro civili a Sadr City e altri quattro a Taji.


29 aprile - Al-Kesra, Baghdad, cinque uomini trovati morti dopo essere stati tenuti in custodia dall'esercito iracheno ad al-Sifina.


30 aprile – Tre civili uccisi da un attacco aereo a Bassora.


3 maggio - Hay al-Amel, Baghdad, 16 persone arrestate e uccise dalle forze dell'ordine del Ministero degli Interni.


4 maggio - Al-Dubbat, Baghdad, 14 civili arrestati e poi uccisi a colpi di arma da fuoco dalle forze di sicurezza irachene.


5 maggio – Sette civili uccisi da un attacco aereo a est di Baghdad.


5 maggio - Hay al-Rissala, Baghdad, alcuni uomini che erano di guardia a una moschea arrestati e giustiziati dalle forze di sicurezza irachene.


6 maggio- Un civile ucciso da un attacco aereo Usa a Sadr City.


8 maggio – Sette bambini uccisi da un attacco di un elicottero Usa contro una scuola elementare nella provincia di Diyala.


26 maggio – Otto civili uccisi da attacchi aerei a Bassora.


29 maggio – Quattro prigionieri giustiziati dal Governo regionale del Kurdistan dopo aver testimoniato sulla morte sotto tortura di Fahmi Ismail Abu Bakr avvenuta nel 2005.


6 giugno - Yassin Farhan e suo figlio Sarmad uccisi dal soldati Usa in un raid contro una abitazione a Baghdad.


Aprile-giugno – Il 73% dei detenuti da parte del governo regionale del Kurdistan intervistati dall'UNAMI ha riferito di essere stato vittima di torture.


Il recente aumento delle operazioni aeree Usa in Iraq ha portato un numero enorme di informazioni altri incidenti di questo tipo. Il giorno in cui è stato reso pubblico il rapporto dell'UNAMI, sei donne, nove bambini, e 19 uomini venivano uccisi in attacchi aerei nei pressi del Lago Tharthar, a nord di Baghdad. L'ufficio stampa del CENTCOM (il Comando Centrale Usa NdT) ha dichiarato immediatamente che i 19 uomini erano "terroristi", ma affermazioni simili in merito ad attacchi aerei precedenti sono state contraddette da abitanti e funzionari del posto, e pongono l'interrogativo su come si fa a sapere che 19 uomini erano "terroristi" dopo averli cancellati dalla faccia della terra.

Il 25 settembre, un attacco aereo a Mussayyib, 48 km a sud di Baghdad, ha ucciso cinque donne e quattro bambini; e il 28 settembre uno contro il distretto di al-Saha a Baghdad ha ucciso sette uomini, due donne, e quattro bambini. Ancora una volta, devo sottolineare che si dà il caso che questi incidenti  siano stati riferiti, e che probabilmente sono solo la punta dell' iceberg dei civili che vengono uccisi dagli attacchi aerei Usa.


I rapporti del ministero della Sanità iracheno relativi al settembre 2004 e al gennaio 2005 attribuivano rispettivamente il 72 % e il 62 % delle morti di civili in Iraq alle forze della "coalizione", non agli "insorti", e attribuivano il numero elevato di quelli uccisi dalle forze Usa specificamente agli attacchi aerei. Il primo di due studi epidemiologici sulla mortalità in Iraq, pubblicato sulla rivista medica Lancet, convalidava queste conclusioni, mentre il secondo non ha cercato di fornire dati disaggregati sulle morti, a seconda di chi ne aveva la responsabilità.

Il ministero della Sanità ha ritrattato le sue cifre relative al gennaio 2005 dopo che le aveva riferite la BBC, e ha smesso di attribuire qualunque proporzione delle morti irachene alle forze di occupazione.

E' importante capire che, anche se le armi di "precisione" oggi sono più accurate che in passato, circa il 15-25 per cento mancano ancora l'obiettivo di almeno 13 metri. Quindi, l'impressione trasmessa dall'ufficio stampa del CENTCOM e dalla CNN, secondo cui esse possono essere utilizzate per "colpire" una abitazione in un'area urbana in modo sicuro e chirurgico, è una abile miscela di propaganda e di fantascienza.


Rapporti precedenti di osservatori dei diritti umani iracheni e internazionali hanno inoltre scoperto che il 60-80 per cento dei prigionieri tenuti in custodia dalle forze irachene reclutate, addestrate, e dirette dal Comando Usa in Iraq sono stati torturati, e l'UNAMI ha documentato casi in cui persone sono state condannate a morte e giustiziate sulla base di confessioni apparentemente ottenute con la tortura. Il rapporto attuale protesta anche contro la detenzione a tempo indeterminato di iracheni da parte delle forze Usa senza capi di accusa, e afferma che "le persone che vengono private della loro libertà hanno diritto a essere informate dei motivi del loro arresto; a essere condotte immediatamente davanti a un magistrato se detenute per un reato penale, e a impugnare la legalità della propria detenzione".


Il rapporto dell'UNAMI non affronta direttamente la tortura da parte delle forze Usa, ma il Comitato Internazionale della Croce Rossa e altri gruppi per i diritti umani hanno documentato violazioni ampie e sistematiche del diritto umanitario internazionale nel trattamento dei prigionieri da parte delle forze Usa in Iraq. Il governo Usa ha torturato e maltrattato prigionieri in tutta la sua rete di carceri in Iraq, Afghanistan, e a Cuba, nonché in prigioni gestite dalla CIA in Romania, Mauritania, a Diego Garcia, e in altri luoghi. I gruppi per i diritti umani hanno accumulato prove inconfutabili di torture sistematiche, autorizzate ai più alti livelli, in ogni parte di questo gulag, fra cui minacce di morte, finte esecuzioni, semi-annegamenti, posizioni di stress atroce, ipotermia, privazione del sonno, scosse elettriche, varie forme di sodomia, e percosse continue, per non parlare di forme più psicologiche di tortura, come l'umiliazione sessuale e la tortura di familiari.


Nel febbario 2006, Human Rights First ha pubblicato “Command’s Responsibility,” un rapporto su 98 morti avvenute in custodia Usa in Iraq e in Afghanistan, avallato da due generali in pensione e da un ammiraglio. Fra questi c'erano otto persone di cui è stata confermata la morte in seguito a torture; altri 37 omicidi sospetti o confermati; e una mancanza rivelatrice di informazioni su altri 48 morti per cause “indeterminate” o “improvvise”.


Finché non riusciremo a porre fine all'occupazione Usa e a ripristinare un'autentica sovranità e indipendenza per l'Iraq, impedire la tortura e l'uccisione dei civili iracheni da parte delle forze Usa deve essere una priorità assoluta.

A parte lo scandalo breve e localizzato sulle immagini di Abu Ghraib, questo è un argomento che il dibattito politico nel Congresso e nei media dominanti ha scrupolosamente evitato. Il Senatore Bob Graham nell'ottobre 2002 aveva detto ai suoi colleghi che "avrete le mani macchiate di sangue", e adesso ci sono dentro fino alle ascelle, anche se negano sia la carneficina che il loro ruolo nella sua continuazione e nella sua escalation.

Fino a quando questo orrore non finirà, gli americani devono unirsi all'UNAMI nel pubblicizzare, condannare ed esigere che si chiami a rispondere di ogni singolo atto di uccisione illegale, indiscriminata, ed eccessiva da parte delle forze americane in Iraq, con particolare attenzione alle uccisioni di massa di civili iracheni provocate degli attacchi aerei Usa.

di Online Journal, 23 ottobre 2007

(Traduzione di Ornella Sangiovanni)