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La balcanizzazione della Bolivia

di Luiz Alberto Moniz Bandeira * - 25/10/2007



Stimolata tra identità ed economia, la regione della “mezza luna” avanza verso la secessione


Non è molto lontana dalla realtà la denuncia fatta dal presidente della Bolivia, Evo Morales, secondo la quale i leader politici della regione orientale boliviana, la cosiddetta “mezza luna”, formata dalle circoscrizioni amministrative di Tarija, Chuquisaca, Santa Cruz, Beni e Pando, vorrebbero mettere in atto un colpo militare contro il governo.

Nel corso del mese di agosto, al termine dei lavori della Costituente, la crisi che in Bolivia sta diventando cronica, si potrebbe aggravare e sfociare in uno scontro armato per la presenza di un potere duale con la formazione della Giunta Autonoma Democratica di Bolivia da parte dei prefetti di quelle cinque province.

Vincolato ai capitalisti cileni, il banchiere Branko Marinkovic Jovicevic, di origine croata, è stato eletto presidente della federazione degli Imprenditori Privati di Santa Cruz (FEPSC) e si trova a dirigere il Comitato Civico Pro Santa Cruz, braccio politico del Movimento Nazionale Camba, sostenuto da influenti organizzazioni, come la Camera Agricola e Zootecnica dell’Est (CAO), Camera degli Industriali, Commercio, Servizi e Turismo di Santa Cruz (CAINCO), la Federazione degli Imprenditori e la Federazione degli Allevatori di Santa Cruz (FEGASACRUZ).

Il Movimento Nazione Camba, parte dalla premmessa che la regione di Santa Cruz de la Sierra è stata annessa alla Bolivia a causa della sua debolezza istituzionale, demografica ed economica, la quale è stata già superata, e che pertanto esiste una identità nazionale da parte dei cruceños e, in generale, da parte delle popolazioni chaco-amazzoniche e delle valli, come conseguenza della geografia e della cultura in fusione con l’America latina e con il mondo.

Questa identità nazionale, secondo quanto si argomenta, è alla base del loro sviluppo, della loro storia comune, del linguaggio e delle tradizioni che gli danno una personalità culturale diversa a quella dei cholos – gli abitanti dell’Altipiano, indigeni, nella loro maggioranza, di origine quechua e aymará.

Inoltre, essa considera la vastità del loro territorio come una patria comune a tutti i cambas, che si estende fino a dove arriva la loro cultura, la base materiale del loro potere nazionale e la proprietà inalienabile della Nazione Camba – le risorse naturali di santa Cruz de la Sierra, dove si trovano 2,8 trilioni di piedi cubici di gas dei 26,7 trilioni delle riserve accertate dalla Bolivia. Se sommate a quelle probabili, il volume sale a 48,7 trilioni di piedi cubici.

Il Movimento Nazione Camba ha un carattere evidentemente separatista e il suo obiettivo apparente è quello di formare un altro Stato, integrato dalle circoscrizioni amministrative della “mezza luna”, le quali Manfred Reyes Villa, prefetto di Cochabamba, aveva preteso di annettere quel territorio ubicato esattamente tra la zona che si trova a Est e quella occidentale, rompendo così il fragile equilibrio tra autonomi e non autonomi, episodio che è stato vanificato dalla mobilitazione di 40 organizzazioni sociali, molte di esse composte da indigeni e contadini.

Da un altra parte, Reyes Villa, ex militare formato nella Scuola delle Americhe di Panamá, quando fu capo della sicurezza nella dittatura del generale Luís García Mesa Tejada (1980-1981), si è opposto all’autonomia indigena e crede che l’Assemblea Costituente sarà un fiasco.

Tutto fa pensare che Washington prevede una situazione molto difficile in Bolivia, di fronte alla possibilità reale che Santa Cruz de la Sierra e le altre circoscrizioni della “mezza luna” si ribellino contro La Paz.
Questa sarebbe la ragione per la quale il presidente George W. Bush ha nominato Philip Goldberg come ambasciatore in Bolivia.

Questo diplomatico possiede esperienza per quanto concerne i conflitti etnici e le tendenze separatiste che sono sorte nell’Est europeo dopo la desintegrazione della Iugoslavia.
Egli ha lavorato dal 1994 al 1996 nel Dipartimento di Stato sulla questione bosniaca; è stato assistente speciale dell’ambasciatore Richard Holbrooke, artefice dello smembramento della Iugoslavia ed ha esercitato come capo della Missione degli USA a Pristina, Kosovo (2004-2006), dove diresse la separazione degli stati di Serbia e di Montenegro, dopo essere stato ministro consigliere nell’ambasciata degli Stati Uniti a Santiago de Cile (2001-2004).

A La Paz si ha il sospetto che lui sia stato nominato con il proposito di condurre il processo di separazione di Santa Cruz de la Sierra nel caso in cui questo dovesse avvenire, dopo l’approvazione della nuova Costituzione e in mezzo all’esacerbazione delle tensioni etniche, sociali e politiche, acuite dallo scontro d’interessi economici delle diverse regioni della Bolivia.




Luiz Alberto Moniz Bandeira
. È esperto in scienze politiche, professore titolare (pensionato) dell’Università di Brasilia e autore di svariate opere, tra le quali “Formazione dell’Impero Americano (dalla guerra contro la Spagna fino alla guerra in Iraq)”, il quale gli è valsa la nomina da parte dell’Unione Brasiliana degli Scrittori, con il patrocinio della Folha, di Intellettuale dell’anno 2005. E' recentemente uscito in traduzione italiana il suo saggio Brasile contro Stati Uniti: la predizione di Hegel, Eurasia. Rivista di Studi Geopolitici, 3/2007

(trad. dal portoghese di V. Paglione)

Si ringrazia il prof. Moniz Bandeira per la pubblicazione in italiano di questo articolo apparso in Folha di São Paulo, 15 luglio 2007