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La campagna di Limanowa-Lapanow

di Francesco Lamendola - 26/10/2007

  

 

 

 

      Dopo aver sgominato quattro armate austriache in una delle più grandi operazioni manovrate della prima guerra mondiale - la duplice battaglia di Lemberg, tra la fine di agosto e la metà di settembre del 1914 - le armate russe del granduca Nicola avanzano verso i Carpazi e verso la Slesia cone un rullo compressore. Cracovia, nodo strategico di primaria importanza della Galizia occidentale, sta per essere investita e, di lì, la via verso Praga sembra schiudersi all'invasore, con grande fermento degli ambienti nazionalisti céchi. Ma in dicembre gli Austriaci, che sembravano irrimediabilmente battuti, contrattaccano con inaspettato vigore e riescono a bloccare l'avanzata russa nell'unica importante battaglia vittoriosa in cui si trovano ad agire senza l'appoggio dell'alleato tedesco.

 

 

 

 

 

I N D I C E

 

 

 

1. IL PIANO AUSTRIACO, p. 2.

 

2. DISPOSIZIONE DELLE TRUPPE, p. 4.

 

3.     L'ATTACCO DELLA QUARTA ARMATA AUSTRIACA A LIMANOWA, p.7.

 

4.     L'OFFENSIVA DELLA TERZA ARMATA AUSTRIACA NEI BESCHIDI, p. 9.

 

5.     LA VITTORIA AUSTRIACA, p. 12.

 

6.     L'ESAURIMENTO DELL'OFFENSIVA AUSTRIACA, p. 15.

 

7.     LA CONTROFFENSIVA RUSSA, p. 17.

 

8.     STABILIZZAZIONE DEL FRONTE, p. 19.

 

9.     CONCLUSIONI, p. 22,

 

NOTE, p. 25.

 

 

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1.     IL PIANO AUSTRIACO.

 

 

Verso la fine del novembre 1914  la situazione austriaca a sud della Vistola si era fatta quanto mai minacciosa: i Russi, avanzando come il "rullo compressore" tanto caro alla propaganda bellica dell'Intesa, erano arrivati a ridosso di Cracovia e premevano sui Carpazi, verso la Pianura Ungherese. Al tempo stesso, però, la posizione delle armate del generale Ivanov sembrava offrire il destro per una grande contromanovra ispirata, al solito, al concetto di una doppia manovra avvolgente. Stratega certamente audace e incline ai piani grandiosi, anche se soverchiamente tecnico e poco sensibile alla dimensione psicologica di soldati e comandanti, Conrad von Hötzendorf intravide prontamente la sostanziale precarietà della posizione strategica russa a sud della Vistola, originata dal fatto che le armate zariste erano troppo sbilanciate in avanti e prive di buone posizioni difensive naturali. Da una parte, a nord, la Terza Armata premeva minacciosamente su Cracovia e si era spinta fin oltre Grabie e a ridosso di Wieliczka,  a soli 13 chilometri dalla piazzaforte; dall'altra, a sud, l'Ottava Armata si era addentrata pronfondamente nelle valli e nei passi dei Carpazi. Essa aveva superato dappertutto la cresta della catena principale, nel tratto formato dai Bassi Beschidi, fra il passo di Tylicz e il Passo di Lupków, col Passo di Dukla quasi al centro; Bartfeld (Bardejov), nella valle del Tapoly (Topl'a), Sztropkó (Stropkow) in valle Ondava, e Ökröske  in val Laborcza (Laborec) erano cadute in mano ai Russi. In tal modo il generale Brusilov, controllando la strada per Eperjes (Prešov) e l'importantissima ferrovia di Mezölaborcz (Medzilaborce) adducente ad Homonna (Humenné), era in grado di portare la guerra nel cuore della Slovacchia e in Ungheria, né si frapponeva più alcun grande ostacolo naturale al suo sbocco in pianura.

 

     Tuttavia la minaccia immediata veniva dalla parte della Vistola,  davanti a Cracovia, dove la vicinanza di un obiettivo di primaria importanza e il terreno pianeggiante, favorevole alla manovra, poneva in una situazione criticissima tutto lo schieramento austriaco nella Galizia occidentale. In realtà la Stawka (il Comando Supremo russo), considerando il grave stato di esauriemto delle truppe e, soprattutto, la penuria di munizioni e materiali, aveva già deciso una sospensione di tutte le operazioni offensive e l'arretramento del fronte. Inoltre, nel Consiglio di guerra tenutosi a Siedlec, in Polonia, il 29 novembre, venne decisa una ritirata parziale sulla riva destra della Vistola. Questo particolare è stato confermato anche dal generale Danilov, primo collaboratore del Capo di Stato maggiore, Janushkević, in una pubblicazione posteriore.

 

     Proprio la necessità di allontanare il pericolo da Cracovia, che per gli Austro-Ungarici aveva un'importanza decisiva, e l'opportunità di sfruttare a proprio vantaggio la profonda ma incauta avanzata russa nei Carpazi, offrironoa Conrad il nucleo essenziale dello schema d'operazioni per la progettata campagna. Egli contava infatti di urtare frontalmente con la Quarta Armata l'avversario avanzante sulla piazzaforte, per poi sorprenderlo con una offensiva attraverso i Carpazi, mediante la Terza Armata. Era, sotto certi aspetti, un'anticipazione di quella che sarà la campagna di Tarnow-Gorlice, che partirà dai medesimi presupposti differendone solo, in parte, nei modi d'esecuzione. Conrad von Hötzendorf ignorava la decisione, già presa al Comando Supremo russo, di arretrare le proprie armate in Galizia; ma, anche se ne fosse stato a conoscenza, egli avrebbe probabilmente affrettato i preparativi dell'offensiva, nell'intento di chiudere i Russi in una morsa a occidente del Dunajec. Il compito decisivo delle operazioni incombeva all'ala destra della Quarta Armata, negli Alti Beschidi. Il concetto di far agire a  massa la Terza Armata sul fiancoe il tergo avversari, sboccando dai monti, per portare la decisone, non sarebbe maturato nel Capo di Stato Maggiore austriaco che in un secondo momento, a battaglia già incominciata.

 

      La regione in cui doveva aver luogo l'avanzata austro-ungarica era peraltro inadatta alla manovra perché montuosa, povera di vie di comunicazione; e la stagione era quella invernale. L'ala sinistra della Quarta Armata era attestata nella valle della Vistola, su un terreno collinoso a est di Cracovia; il centro era nella regione collinare davanti a Myslenice, a cavallo della Rab; la destra si trovava schierata in una regione montuosa, gli Alti Beschidi, che a nord di Limanowa superano i 1.000 metri s. l. m. (Mogielica, 1.170 m.); la neve era alta e il freddo intenso. Esistevano due linee ferroviarie nella Galizia occidentale al di qua del Dunajec: la Cracovia-Bochnia-Tarnów, che proseguiva fino a Przemyś (ov'era assediata la guarnigione del generale Kusmanek) e Lemberg; e, più a sud, la Limanowa-Neu Sandec-Gorlice, addossata alle pendici dei Carpazi, che più a ovest si diramava per Cracovia e per Zakopane, nei Tatra.Questa seconda ferrovia, che ai fini dell'offensiva doveva servire maggiormente agli Austriaci, era però di scarsa potenzialità e non consentiva rapidi ed efficienti spostamenti di truppe. Inoltre le comunicazioni trasversali, che sono lo strumento indispensabile di qualsiasi operazione strategica per linee interne, dovevano fare capo esclusivamente al tronco Cracovia-Chabówka, poiché il secondo tronco trasversale, fra Tarnów e Stróze, si trovava già nelle retovie della Terza Armata russa. La rete delle vie di comunicazione dei Carpazi, poi, era decisamente insufficiente, e la situazione era aggravata  dal fatto che non solo i passi, ma anche i tratti superiori delle valli adducenti all'Ungheria erano nelle mani dell'avversario.

 

 

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2.     DISPOSIZIONE DELLE TRUPPE.

 

 

     Il fronte austriaco a nord della Vistola era tenuto dalla Seconda Armata del generale Böhm-Emolli e dalla Prima Armata del generale Dankl; fra l'una e l'altra  era schierato il Corpo Woyrsch, formato da truppe tedesche. Tali forze non parteciparono direttamente alla battaglia, pur trovandosi le ali interne della Prima e della Quarta Armata appoggiate alle opposte sponde del fiume. A sud della Vistola la Quarta Armata austro-ungarica dell'arciduca Giuseppe Ferdinando era distesa davanti a Cracovia (dov'era appoggiata attivamente dalla guarnigione della fortezza) fino a sud di Mszana, nella valle superiore della Raba. L'ala sinistra della Quarta Armata, nella valle della Vistola, era costituita dal gruppo Křitek; il centro, presso Myslenice, dal Gruppo Ljubičić; la destra, incaricata della principale manovra avvolgente su Limanowa, dal Gruppo Roth. Il generale russo S. Andolenko ha scritto che la Quarta Armata austro-ungarica, per la battaglia di Limanowa, venne rinforzata dal XXIV Corpo d'Armata germanico, ma tale affermazione non risponde a verità.  Il Comando Supremo tedesco del fronte orientale, per aiutare Conrad nella progettata offensiva, poté solamente cedergli  - su sua espressa richiesta - una Divisone, la  47.a di riserva, ciò che è confermato da tutte le altre fonti. (1)

    A sud di Limanowa e a est di Neu Sandec  il fronte austro-russo formava un gomito,  allungandosi attraverso i Beschidi e i Carpazi Selvosi  fino alla Bucovina; in realtà, esisteva  un'ampia breccia negli Alti Beschidi, fra l'ala destra  della Quarta Armata austriaca e l'ala sinistra della Terza. Quest'ultima si manteneva  aggrappata al terreno nelle valli del Tapoly, dell'Ondava, della Laborcza e della Virava, attraversate dalle uniche strade della regione  che conducevano ad Eperjes ed Homonna. L'ala sinistra della Terza Armata, tra Bartfeld  ed Eperjes, era costituita dal Gruppo Szurmay, il centro dai Corpi d'Armata IX, III e VII; l'ala destra, in Val Laborcza, dal Gruppo Krautwald.

     Ancora più ad oriente, nei carpazi Selvosi e fino oltre il Passo di Jablonica (Tataren), l'immenso fronte montano non era attraversato da una linea di combattimento continua: colà il Distaccamento d'Armata Pflanzer-Baltin  conduceva una guerriglia mobile, mantenendo ancora il possesso della cresta principale; esso venne rinforzato, il 12 dicembre 1914, dal Gruppo Czermak.

     Delle Armate austriache Quarta e Terza, che condusserom la campagna di Limanowa-Lapanów, furono poste gradatamente in azione 13 divisioni di fanteria e 4 divisioni di cavalleria.  Poiché le unità austro-ungariche, nel dicembre 1914, avevano i propri effettivi grandemente assottigliati, si trattava nel complesso di soli 90.000fucili, che scendevano a 80.000 considerando che  l'ala destra della Terza Armata, la più lontana  dal settore cruciale della battaglia,  non poté far sentire il proprio peso in misura  efficace se non il 12 dicembre,

 

    Da parte russa, a nord della Vistola la Quarta Armata del generale  Evert era contrapposta alla Seconda Armata austriaca e al Corpo Woyrsch, e la Nona Armata del generale Lečitzkij faceva fronte alla Prima Armata austriaca. A sud della Vistola, la Terza Armata del generale Radko-Dimitriew fronteggiava la Quarta Armata austriaca sulla linea Grabie-Wieliczka-Wisńiowa-Dobra, e l'Ottava Armata del generale Brusilov era impegnata contro la Terza Armata austriaca nei Carpazi.  Nella Foresta Carpatica orientale, il Gruppo russo Dniestr era contrapposto al Distaccamento d'Armata Pflanzer-Baltin. Infine l'Undicesima Armata russa del generale Selivanov  assediava Przemyśl, copriva Lemberg  e inviava aliquote contro  le truppe del Pflanzer-Baltin. 

     La Terza Armata russa manteneva il X Corpo d'Armata sulla riva nord della Vistola; a sud di essa, l'ala destra era costituita  da metà dell'XI Corpo. Il centro era formato dal IX e dal XXI Corpo, e l'ala sinistra dall'altra metà dell'XI Corpo. L'Ottava Armata schierava 3 divisioni di cavalleria (la 3.a, la 10.a  e l'11.a) sull'ala destra, il XXIV e il XII Corpo al centro, e l'VIII Corpo sull'ala sinistra. La Relazione Ufficiale austriaca valuta  che alla campagna di Limanowa-Lapanów parteciparono  da 11 a 13 divisioni di fanteria e 4 divisioni di cavalleria delle Armate russe Terza e Ottava, non comprendendo il XXIV Corpo d'Armata. Anche gli effettivi russi erano scheletrici, ma poiché le divisioni russe erano più grandi di quelle austriache, in realtà il generale Ivanov potè disporre, nel corso della battaglia, di 110 o 120.000 fucili, sempre escludendo dal computo il XXIV Corpo e non considerando i complementi eventualmente fatti affluire nel corso della battaglia. Il rapporto numerico fra Austriaci e Russi a Limanowa fu dunque di 2 a 3 a favore dei secondi. (2)

 

     È degno di rilievo che su quello stesso teatro di guerra austro-russo, che nell'agosto-settembre aveva visto in campo circa un milione di combattenti da ciascuna delle due parti, già alla fine di novembre le perdite erano state così enormi che non restavano più in campo, sul fronte principale a sud della Vistola, che 200.000  uomini in tutto fra i due opposti schieramenti. Se le risorse umane fossero state il fattore decisivo sul piatto della bilancia, indubbiamente l'Austria-Ungheria, prima di Natale, avrebbe già perso la guerra. Già al principio di novembre l'ambasciatore francese a Pietroburgo, Maurice Paléologue, ammoniva: "On peu considérer que l'armée autrichienne est anéantie. Ses debrits son poursuivis à outrance dans les défilès des Carpathes." (3) 

      Era però un giudizio affrettato, e i fatti lo avrebbero smentito. I Russi, che pure disponevano di riserve umane quasi inesauribili, erano di fatto in condizioni peggiori dei loro avversari, perché non avevano più dotazioni di materiale per armare non già i complementi, ma le stesse truppe di campagna. In una guerra moderna, dove la quantità e l'efficienza delle armi prevalgono nettamente sul numero dei combattenti (e in questo senso Limanowa fu forse  l'ultimo episodio della guerra "vecchio stile"), i Russi erano destinati a soccombere per le loro penose insufficienze  nella produzione bellica; e tanto più rapidamente, quanto più i Tedeschi accorrevano  in soccorso degli Austriaci. L'esercito di Francesco Giuseppe era effettivamente, dal punto di vista numerico, quasi annientato; ma l'esercito russo mancava di tutto: fucili, munizioni, artiglieria e, non potendo sostituire in misura adeguata il materiale consumato, si trovava davanti al dilemma: tenere in linea degli effettivi insufficienti, oppure mandare al fronte le divisioni di riserva senz'armi. La situazione, ormai, non poteva che deteriorarsi sempre più, dal momento che, dopo l'entrata in guerra della Turchia e la chiusura degli Stretti, vennero recisi i canali di cui si erano fino ad allora servite le Potenze occidentali dell'Intesa per rifornire il loro alleato russo. La rotta per Arcangelo e Murmansk era ostacolata dai ghiacci, oltre che insidiata dai sommergibili tedeschi; e quella per Vladivostok, oltre a costringere le navi alleate a compiere un mezzo periplo del globo terracqueo, rendeva poi necessario il lunghissimo spostamento delle merci attraverso tutta la ferrovia transiberiana, a un unico binario; viaggio che poteva richiedere settimane e perfino mesi.

      Anche dal punto di vista puramente numerico, comunque, l'esercito russo si era enormemente indebolito nel corso di quattro mesi di campagne estremamente sanguinose. Scrive infatti il generale Danilov che "i reggimenti della Terza Armata non contavano più che 1.200-1.600 baionette in luogo dell'effettivo normale di 3.000; l'Armata del generale Lečitzkij comprendeva dei reggimenti ridotti a 400 uomini, raggruppati in un solo battaglione. La situazione era la stessa nell'Armata del generale Brusilov." (4)

 

 

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3.     L'ATTACCO DELLA QUARTA ARMATA AUSTRIACA A LIMANOWA.

 

 

     Il 1° dicembre il Gruppo del generale Roth (XIV Corpo d'Armata) arrivò nella zona fra Chabówka e Mszana, sulla ferrovia pedemontana dei Carpazi, nella valle della Raba: doveva essere quella la sua base di partenza per l'offensiva su Limanowa. Conrad aveva chiesto a Hindenburg, alla fine di novembre, una divisione tedesca di rinforzo, ma la 47.a Divisione di riserva, che gli era stata inviata, era ancora in fase di trasferimento. Come data per l'attacco venne deciso il 3 dicembre, e vennero confermati i compiti già stabiliti in linea generale. Al generale Roth toccava l'operazione principale, ossia l'avvolgimento dell'ala sinistra di Radko-Dimitriew; a sua volta Boroević avrebbe dovuto prendere l'offensiva dal fronte dei Carpazi verso la Galizia, alla scopo di vincolarvi tutta l'Ottava Armata russa e impedire a Brusilov di portar soccorso alla Terza Armata verso Limanowa. Questo piano iniziale sarebbe stato modificato in misura notevole nel corso della campagna.

 

     Al principio di dicembre avvenne, però, un fatto inatteso, e cioè una energica ripresa delle operazioni offensive dell'Ottava Armata russa nei Carpazi. Il centro e l'ala sinistra della Terza Armata austriaca vennero attaccati a Homonnaolyka e nella valle della Laborcza oltre Ökröske, disorientando il Comando Supremo austriaco che si credette preso sul tempo. Mai, come in quel dicembre del 1914, i Russi erano avanzati così profondamente traverso i Carpazi fin quasi ai bordi della Pianura Ungherese, e mai dopo d'allora avrebbero avanzato tanto. La situazione appariva così compromessa e la Terza Armata austriaca talmente logorata che il suo comandante, generale Svetozar Boroević, in caso di una ulteriore offensiva russa avrebbe voluto ripiegare addirittura su Kaschau, ciò che avrebbe portato i Russi ai margini della fertile pianura sottostante e a breve distanza da Miskolc, la "porta" di Budapest. Però  tale arretramento, proposto dal Comando della Terza Armata al Comando Supremo di Teschen, fu da quest'ultimo rifiutato.

 

      Il 3 dicembre incominciò l'offensiva della Quarta Armata austro-ungarica contro la Terza Armata russa. Il giorno stesso le truppe di Radko-Dimitriew vennero forzate ad evacuare Timbark, a una decina di chilometri da Limanowa; la cavalleria austriaca si spinse, per Lososina, fino a Limanowa, penetrandovi in giornata. Il giorno 4 essa si diresse verso Bochnia e Neu Sandec. Mentre il gruppo avvolgente del generale Roth ottenne discreti successi iniziali, l'ala destra ed il centro della Terza Armata russa rimasero inattivi fino al mattino del 4; nel pomeriggio, accentuandosi la minaccia di avvolgimento da sud-ovest, anch'essi parteciparono alla violenta battaglia. Il 5 dicembre, essendosi ormai rivelato l'obiettivo dell'offensiva austriaca, i Russi presero le prime importanti contromisure, avviando rinforzi verso Bochnia e Neu Sandec; nello stesso tempo il generale Brusilov eseguì il trasferimento dell'VIII Corpo d'Armata dall'ala sinistra alla destra della sua Ottava Armata, dirigendolo verso la breccia creatasi fra le Armate austriache Terza e Quarta: direzione assai sensibile per l'avversario, giacché minacciava di far cadere l'VIII Corpo sul Gruppo Roth e paralizzare, così, la branca avvolgente della Quarta Armata.

      Il 6 dicembre la forza d'urto delle truppe dell'arciduca Giuseppe Ferdinando andò scemando - a dispetto del tempestivo invio di rinforzi disposto da Conrad - su tutto il fronte, e specialmente sull'ala destra avvolgente. Il 7 gli Austriaci raggiunsero la linea Gdow-Grabie, spingendo avanti il centro e l'ala sinistra, ma vedendo rallentata proprio l'avanzata dell'ala destra. Infatti l'VIII Corpo russo, avanzando su Rajbrot (a sud-est di Lapanów), minacciava di scendere nella valle della Lososina e di investire il Gruppo Roth.

     

     Furono giornate di lotte incerte e sanguinose; la Terza Armata russa, sotto la spinta iniziale del Gruppo Roth, aveva dovuto arretrare la sua ala sinistra fronte a sud, talché l'intera armata era schierata adesso ad angolo retto. Vedendo minacciato il suo XIV Corpo, Conrad pensò di stornare il pericolo ordinando alla terza Armata una immediata ripresa offensiva nei Carpazi e, alla Prima Armata, l'invio di rinforzi alla Quarta, oltre la Vistola.

     Il giorno 9 la battaglia continuò indecisa. La sinistra di Radko-Dimitriew teneva il suo terreno  davanti al Gruppo Roth, benché fortemente premuta, con l'intento di consentire un ordinato ripiegamento dell'ala destra davanti a Cracovia. Fino a quel momento la Quarta Armata austro-ungarica aveva catturato 10.000 prigionieri, respingendo la Terza Armata russa, ma senza riuscire a batterla in maniera decisiva. Dal canto suo, il generale Ivanov trasse dalle Armate contigue Nona e Ottava ben quattro corpi d'armata e mezzo, avviandoli nel settore critico della battaglia. Gli Austriaci, comunque, pensavano che Radko-Dimitriew stesse facendo arretrare il grosso della sua Terza Armata, e all'alba del 10 rimasero assai sgradevolmente sorpresi da un ritorno offensivo avversario tra la Vistola e la strada Lapanów-Mukowcka.

      In quella occasione si vide la grande efficacia dell'artiglieria, il cui bombardamento stroncò l'attacco russo. Tuttavia la Quarta Armata austriaca non sembrava in grado di venire a capo, in tempi brevi, delle forze che la fronteggiavano; e Conrad, pur continuando la manovra avvolgente del Gruppo Roth, fece rinforzare lo schieramento dell'arciduca Giuseppe Ferdinando col XVIII Corpo, tratto dalla Prima Armata del generale Dankl. Al tempo stesso, il capo di Stato Maggiore austriaco chiese un deciso e tempestivo intervento della Terza Armata, la cui inerzia già aveva consentito a Brusilov di spostare l'VIII Corpo su Rajbrot, minacciando così il Gruppo Roth.

 

 

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     4. L'OFFENSIVA DELLA TERZA ARMATA AUSTRIACA NEI BESCHIDI.

 

 

     La decisione di Conrad di spingere all'attacco la Terza Armata, non dovette essere presa senza dubbi e perplessità. Il fatto che il Comando di quell'armta avesse appena manifestato l'intenzione di ripiegare, se necessario, fino a Kaschau, indicava chiaramente che esso non era nell'ordine di idee auspicabile per chi debba intraprendere una difficile offensiva su un terreno montano gelato, povero di strade, lanciando all'attacco quelle stesse divisioni che soltanto pochi giorni prima erano state battute dai Russi. Oltre a ciò, esistevano molti fondati dubbi sull'efficienza combattiva delle truppe della Terza Armata di nazionalità slava, che già nella precedente ritirata avevano dati una sconfortante dimostrazione di sfaldamento, e parte delle quali aveva disertato. D'altra parte occorreva por rimedio all'intervento dell'VIII Corpo russo nella battaglia, e vincolare sui monti l'Ottava Armata di Brusilov, per impedirle di portar soccorso a Radko-Dimitriew. Infine, un'avanzata nei Beschidi avrebbe reso possibile dare la mano la Gruppo Roth oltre Limanowa, e al tempo stesso minacciare le comunicazioni dell'avversario verso est. Tutte queste ragioni indussero Conrad a sollecitare insistentemente l'intervento della Terza Armata, non senza aver dovuto prima affrontare un difficile problema di ordine strategico.

      Avendo infatti domandato il Boroević se l'attacco della sua ala sinistra dovesse svilupparsi dapprima su Bartfeld, indi su Neu Sandec, ovvero direttamente su quest'ultima cittadina (come sembrava avergli chiesto il Conrad) il Comando Supremo, che non disponeva ancora di un quadro completo della situazione, si decise a rispondere che l'attacco doveva iniziare su Bartfeld. Fu una decisione affrettata, perché un'avanzata diretta su Neu Sandec avrebbe probabilmente sortito l'effetto di far crollare la resistenza dell'ala sud di Radko-Dimitriew, o quanto meno di stornare la minaccia dell'VIII Corpo russo dal Gruppo Roth. Tuttavia, come fa notare la Relazione Ufficiale austriaca, il 7 dicembre non era ancora possibile valutare con esattezza tutti questi fattori, che sarebbero emersi solo più tardi.

   

     Il generale Boroević ricevette l'8 dicembre l'ordine di attacco immediato dal Comando Supremo; il 6 e il 7 la sua ala destra (Gruppo Krautwald) aveva già dato segni d'attività, effettuando attacchi dimostrativi nella valle della Laborcza. Per prima cosa, il mattino dell'8 dicembre Boroević radiotelegrafò al generale Kusmanek, chiuso in Przemyśl dall'assedio dell'Undicesima Armata russa, al fine di sincronizzare il proprio attacco nei Carpazi con una contemporanea sortita della guarnigione che, come quella della piazza di Cracovia, partecipava attivamente alle operazioni dell'esercito di campagna.

    Numericamente la guarnigione di Przemyśl era anche troppo forte, poiché contava 68 battaglioni, quattro batterie mobili (ma su un totale di quasi 1.000 pezzi), 43 compagnie di artiglieria da fortezza, 52 reparti di artiglieria di landsturm e 8 compagnie zappatori. Il prolema più pressante degli assediati, come si può facilmente immaginare, era pertanto quello degli approvvigionamenti. Kusmanek aveva già effettuato delle sortite, il 15 e il 21 novembre, nelle giornate drammatiche in cui l'Ottava Armata russa scendeva lungo i Carpazi facendo un enorme bottino, principalmente allo scopo di impedire che aliquote dell'Undicesima Armata del generale Selivanov potessero andare a rinforzare la minacciosa avanzata di Brusilov, determinando un tracollo forse decisivo. Boroević chiese adesso a Kusmanek di rinnovare le sortite, sia per alleggerire il più possibile il compito della sua Terza Armata, sia per evitare un rafforzamento dell'avversario lungo il proprio fronte di avanzata.

 

     Nel primo mattino dell'8 dicembre la Terza Armata austro-ungarica incominciò l'offensiva nei Bassi Beschidi con un triplice obiettivo: Bartfeld in val Tapoly, Sztropkò in valle Hoczanka (alta Ondava) e Ökröske in val Laborcza. Quella sera stessa, però, aggravandosi la minaccia dell'VIII Corpo russo, Conrad comprese di aver commesso un errore ordinando l'attacco dell'ala sinistra della Terza Armata su Bartfeld; occorreva, al contrario, serrare verso ovest al fine di ristabilire un contatto con la Quarta Armata, per agire in stretto collegamento con essa. In tal senso il capo di Stato Maggiore austriaco comunicò le proprie istruzioni al comandante della Terza Armata. Boroević, dunque, ebbe ordine di spostare più a nord-ovest la propria ala sinistra; e, per il caso che i Russi - vedendo minacciate le proprie linee di comunicazione - avessero arretrato su Zboró (Zborow) - d'irrompere direttamente su Neu Sandec, impadronendosi dei ponti sull'alto Dunajec (Poprad), interrompendo così le comunicazioni fra la Terza e l'Ottava Armata russe. Il Gruppo Szurmay, che - secondo le istruzioni ricevute dal Comando Supremo - aveva intrapreso, il 7 dicembre, l'offensiva verso Bartfeld, fu perciò deviato su Neu Sandec, verso le valli superiori della Biała e della Kamienica, al limite fra Alti e Bassi Beschidi.

 

     Da parte russa, l'entrata in azione della Terza Armata austriaca indusse il generale Ivanov a prendere tutta una serie di notevoli contromisure. Anzitutto, per impedire all'avversario di far affluire rinforzi dalla Polonia sud-occidentale, fu prescritta un'offensiva dimostrativa delle Armate Quarta e Nona contro la Prima e la Seconda austriaca e il Corpo tedesco Woyrsch, ciò che avrebbe - fra l'altro - reso possibile il trasporto di tutto il X Corpo di Radko-Dimitriew sulla riva destra della Vistola, ciò che fu ordinato al Comando della Terza Armata il 9 dicembre. Dal canto suo, l'Ottava Armata doveva sostenere la Terza con la propria ala destra e, al tempo stesso, fronteggiare la minaccia della Terza Armata austriaca, contrattaccandola qualora essa fosse riuscita a superare le montagne. Infine l'Undicesima Armata doveva sostenere il Gruppo Dniester nella Foresta Carpatica orientale, poiché si pensava che un successo sul Distaccamento d'Armata Pflanzer-Baltin avrebbe costretto l'avversario ad alleggerire la pressione nei Beschidi da parte del Boroević, costringendolo ad inviare rinforzi oltre la linea Baligród-Taksány. Contemporanamente, l'investimento della piazzaforte di Przemyśl doveva essere stretto quanto più possibile, rendendo impossibile qualsiasi velleità della guarnigione di tentare delle sortite.  Inoltre il generale Ivanov chiese al proprio Comando Supremo un rinforzo di 2 corpi d'armata o, almeno, l'autorizzazione ad effettuare un parziale ripiegamento a nord della Vistola, in modo da poter disporre di forze più concentrate.

      La Stawka, angosciata per l'esito della battaglia che si stava combattendo, proprio in quei giorni, sulle rive della Bzura, non concesse alcun rinforzo alle armate del fronte sud-occidentale. Del pari rifiutò di autorizzare l'arretramento proposto in alternativa dal generale Ivanov, dal momento che - in precedenza - essa aveva già considerato l'opportunità di un ripiegamento destinato, appunto, ad accorciare il fronte divenuto troppo esteso per le scheletriche divisioni russe; né le armate del fronte sud-ovest sembravano in condizioni di poter sopportare lo sforzo di una estenuante battaglia invernale.

 

     Il 9 dicembre la Terza Armata di Boroević ottenne una serie di successi su tutto il frone dei Beschidi. Ad ovest il Gruppo Szurmay occupò Nowa Wies e Czyrna, nella valle superiore della Kamienica, a sud-est di Neu Sandec; al centro il III Corpo d'Armata s'impadronì di Bartfeld e il VII di Sztropkó. Anche sull'estrema ala destra la terza Armata fece dei progressi; i Russi abbandonarono Ökröske senza combattere, e il Gruppo Szurmay prese Felsöalmad e Telepócz, fra le valli della Virava e della Cziróka.

     Il Comando Supremo, però, era fortemente amareggiata contro la Terza Armata, che a suo parere procedeva con soverchia lentezza e non sapeva profittare del notevole indebolimento dell'Ottava Armata russa. Brusilov, effettivamente, aveva potuto ritirare dai Beschidi anche il suo XXIV Corpo d'Armata, al centro del proprio schieramento, per inviarlo in soccorso di Radko-Dimitriew che stava attraversando delle ore critiche. Ne conseguiva che l'Ottava Armata russa, che appena due settimane prima si era affacciata sulla Pianura Ungherese, seminando tanto spavento, al momento non poteva disporre che del XII Corpo d'Armata e di 3 divisioni di cavalleria su di un fronte molto esteso, più l'VIII Corpo che si stava affrettando da Rajbrot su Limanowa.

     In realtà l'Ottava Armata stava ripiegando su tutta la linea, attraverso i Passi dei Carpazi, lungo il versante galiziano: tale movimento era velato solo da modeste unità di retroguardia, ed è fuori di dubbio che se la Terza Armata austriaca le avesse premute con maggior vigore, avrebbe potuto raggiungere risultati notevoli. Bisogna però riconoscere che le grandi difficoltà del clima e del terreno ostacolavano una rapida avanzata, molto più di quanto Conrad - chiuso nel suo ufficio e lontano dal fronte - potesse immaginare.

      Aspramente biasimato dal Conrad, comunque, Boroević a partire dal giorno 9  impostò con maggior vigore tutta l'azione della propria armata, spronando anche i  suoi comandanti di corpo d'armata a mantenere un contegno offensivo più energico e determinato.

 

      Il 10 dicembre il Gruppo Szurmay, forte di 20 battaglioni, 7 squadroni e 6 batterie, occupò Nawojówka sulla bassa Kamienica, quasi alle portedi Neu Sandec. Quel giorno le truppe di Boroević avanzarono anche a Ladomérmezö, a pochi chilometri dal passo di Dukla, sulla strada Stropkó-Dukla; sull'ala destra il Gruppo Krautwald guadagnò terreno nella valle della Laborcza.

      Contemporaneamente il generale Kusmanek effettuava una sortita, secondo quanto richiestogli dal Boroević, fuori della piazza di Przemyśl. Tale sortita venne condotta con forze notevoli: 19 battaglioni e 3/4, 2 squadroni e 15 batterie: un contingente paragonabile al gruppo Krautwald della Terza Armata, ma più dotato in fatto di artiglieria. Dopo un breve successo iniziale, però, il giorno 10 Kusmanek decise d'interrompere il tentativo e rientrò nella fortezza, dietro la protezione dei reticolati e delle batterie pesanti.

 

     Negli stessi giorni si svolgeva una guerriglia, con alterne vicende, più lontano verso est, nella Foresta Carpatica. Qui il Distaccamento d'Armata Pflanzer-Baltin combatteva contro il Gruppo russo Dniester, in una regione impervia dove l'assenza di un fronte continuo dava ad entrambi gli avversari ampie possibilità di condurre una guerra manovrata. Nonostante la loro sensibile preponderanza numerica (70.000 fucili contro 40.000 circa)  i Russi non erano riusciti a forzare la linea dei Carpazi, anzi, per lo più non erano neanche riusciti a guadagnarne la cresta. Infine, attaccando su Ökörmezö, essi riuscirono a costringere Pflanzer-Baltin a un parziale ripiegamento, attestandosi su una linea che correva da Rafailowa, nella valle superiore della Bystrzyka Nadworniańska, al Passo di Jablonica (Tataren) e ad Hadikfalwa  sulla Suczawa, nella Bucovina centrale, a nord di Radautz (Rǎdǎuti) . La valle superiore del Tibisco, attraverso la quale - in novembre - la Stawka aveva pensato di poter effettuare un'incursione nella Pianura Ungherese, era dunque per il momento al riparo dalla minaccia russa.

 

 

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5.     LA VITTORIA AUSTRIACA.

 

 

     Nel frattempo, l'arciduca Giuseppe Ferdinando procedette a una ulteriore riorganizzazione della sua Quarta Armata, poiché il Gruppo del generale Roth, che disponeva di ben 9 divisioni di fanteria e 3 divisioni di cavalleria, in realtà aveva le proprie unità ridotte a un numero di effettivi di molto inferiore al normale. Le divisioni di fanteria non avevano se non  2 o 3.000 fucili, che in un caso scendevano addirittura a 900: tale era il terribile logoramento cui la sanguinosa battaglia invernale sottoponeva incessantemente le truppe. La nuova ripartizione delle forze assegnò circa 4 divisioni di fanteria e 3 di cavalleria al Gruppo Roth; circa 3 divisioni di fanteria al Gruppo Ljubičić; e altrettante al Gruppo Křitek.

 

      Nella notte fra il 10 e l'11 dicembre l'VIII Corpo russo si spinse fino a Limanowa, ma venne ricacciato. Fatto degno di nota, i Russi furono messi in ritirata dalla cavalleria austriaca smontata, quella stessa che fino ad allora - impiegata appunto  appiedata - aveva dato ripetute e sconfortanti prove di inefficienza. Il giorno 11 i combattimenti proseguirono, con esito incerto, sui Beschidi. Il Gruppo Krautwald (rinforzato da una divisione), benchè fosse ormai giunto nelle vicinanze di Neu Sandec, non fu in grado di occupare quell'importante nodo stategico; invece il IX. Corpo austriaco, superata la cresta della catena principale,  scese fin nei pressi di Gorlice. A dispetto della minaccia di avvolgimento che si profilava, ormai, per  l'VIII. Corpo russo e per l'ala sud della Terza Armata, i Russi continuarono ad opporre una accanita resistenza davanti a Neu Sandec.

      Frattanto  il VII Corpo della Terza Armata austriaca si impadronì del Passo di Dukla e il Gruppo Krautwald ottenne un notevole successo  in val Laborcza, occupando Mezölaborcz e spingendo innanzi la cavalleria fino al Passo Beskid. Benché il III Corpo austriaco avesse mancato di completare la manovra avvolgente, la situazione strategica generale si era talmente aggravata per i Russi  che, il 12, essi ritirarono il proprio  VIII Corpo, sfondato dall'attacco avversario, da Rajbrot fino al Dunajec. Anche in questo caso, come già nei Beschidi, l'arretramento  dell'ala sinistra di Radko-Dimitriew venne mascherato da un'intensa attività delle unità di retroguardia. Più a nord, invece, nel settore di Bochnia, tutti gli sforzi della Quarta Armata austro-ungarica si stavano rivelando vani, talché l'arciduca Giuseppe Ferdinando rinunciò a continuare la pressione frontale su Wisznic, affidando all'ala destra del Gruppo Roth il compito d'irrompere a sud di Limanowa su Neu Sandec, per far crollare la resistenza della Terza Armata russa.

 

      Così avvenne; e il giorno 12 portò la decisione. Il generale Roth, e il suo comandante subordinato generale Arz, sfondarono le ali interne della Terza e dell'Ottava Armata russe a Neu Sandec e Limanowa. Quel giorno anche la Terza Armata austriaca ottenne dei successi notevoli: Neu Sandec e Florynka sulla Biała