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Sergio Luzzatto. Il “furbetto” della storiografia…

di Carlo Gambescia - 26/10/2007

Il libro non è ancora uscito ma è già partita l’operazione Padre Pio (a quanto pare contro); e in grande stile: prima, mercoledì, sul Tg1 di Riotta, con maxiservizio sull’ultima fatica di Sergio Luzzatto (Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia nel ‘900), e ieri replica sul Corriere della Sera: una pagina intera di Aldo Cazzullo. En passant: Luzzatto, come Riotta, sono entrambi made in Corrierone: il primo ogni tanto collabora, il secondo ne è stato vice-direttore. Le solite cosette entre nous . Per carità niente di male. Ma è bene che i lettori meno informati sappiano.
Tuttavia non vogliamo parlare di Padre Pio: né male né bene. Siamo per la libertà di culto. Anche dei santi e degli antisanti… Benché ci piaccia da matti quel vecchio adagio che dice “scherza coi fanti ma lasciare stare i santi”.
In realtà, per dirla con il giallista Lucarelli, "questa volta vorremmo affrontare il caso Luzzatto"…
Bene. Ora ogni storico è libero di scrivere i libri che vuole… Però, però però… Luzzatto, che quando gli gira per il verso giusto torna a occuparsi, e ottimamente, di Rivoluzione Francese, sembra che da un po’ di tempo in qua scelga i temi di ricerca solo per far rumore. Insomma, per lui, giorni e giorni di paginate, in stile festa di Piedigrotta, probabilmente sono più gratificanti di una cena (e poi chissà…) con Monica Bellucci…
Prima il libro sul corpo del Duce (1998): che ha scatenato i fasci e i controfasci, vecchi e nuovi; poi su quello di Mazzini (2001). Dopo di che ha addentato come una piadina la crisi dell’antifascismo (2004): mesi e mesi di polemiche degne di "Porta a Porta". E lui, Luzzatto, lì, come l’omino gommato della Michelin, pronto a rispondere a tutti, godendo probabilmente più di Gianfranco Funari quando aveva ai suoi piedi i politici di mezza d’Italia.
Insomma, tutti temi torridi, compreso Mazzini, alla cui memoria, certa Italia laica e incazzosa resta iperattaccata. E, guarda caso, ora è giunto il turno di Padre Pio. Nella cui santità crede l’altra metà d’Italia, quella pia e devota. Ma altrettanto incazzosa.
Uno potrebbe dire: “Perché criticare Luzzatto? Uno storico che mostra di non guardare in faccia a nessuno…”. Si, certo. Ma come dice Lucarelli, un indizio, non serve a nulla ma quattro libri, pardon, quattro indizi costituiscono un prova.
Di che cosa? Che il professor Luzzatto è un “furbetto” della storiografia. Per carità, non nel senso cattivo dei vari “furbetti”, tristemente finiti nelle cronache giudiziarie economiche … Il professore è persona specchiata e storiograficamente stimata (vedi gli studi sulla Rivoluzione Francese…). Ma nel senso che da un po’ di tempo in qua, si sceglie i temi più stuzzicosi. Per finire in prima pagina.
Caro professore, a quando un libro su Lady Diana? Così farà felici Riotta e Rossella…