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Come si possono uccidere innocenti così semplicemente?

di Laith - 28/10/2007

 


Volendo avere maggiori dettagli sull’avvenimento di Piazza Al Nosoor, ci siamo incamminati verso l’obitorio: lungo il cammino abbiamo incontrato una colonna di mercenari, dall’altro lato della strada. Ricordo di aver detto al mio collega, il guidatore, "Bene, amico, sta’ in campana e non fare niente che loro non si aspettino. Occhio a quelli e occhio anche al checkpoint dell’esercito iracheno. Ci potrebbero sparare per qualsiasi cosa, amico, e sono sicuro che tu non lo vuoi. Vogliamo fare un servizio sulla gente uccisa ma non vogliamo certo fare la stessa fine, giusto? Ricorda, amico, che entrambi teniamo famiglia e ci stanno aspettando a casa."

Non avrei mai immaginato che la sicurezza di alcuni avrebbe significato, per altri, essere uccisi per niente. È un pensiero orribile. Un incubo che non si sognerà di finire in fretta.

Non so proprio come esprimere i sentimenti che provai quando Leila, il mio capo, ed io facemmo visita all’uomo che perse la moglie a Piazza Al Nosoor, tredici giorni orsono. Lo vedevo combattere per trattenere le lacrime, per non permettere loro di scappare dai suoi occhi. Percepivo distintamente la fatica che faceva per parlare. Sentivo come volesse scegliere le parole più appropriate per dimostrare amore alla donna che gli era stata al fianco per quarant’anni. Quando il mio capo gli chiese di raccontarle la storia d’amore che culminò nel loro matrimonio, egli restò ammutolito per poi parlarle, rivolto verso di noi, "è proprio come il vostro amore e il vostro amore e il vostro amore".

Avrei voluto fare qualcosa per lui ma non potevo. Mi chiese una cosa sola. Disse : "puoi portarmi una copia del giornale in cui pubblicherete la mia storia; altrimenti, finirò col pensare che mi avete preso in giro". Mi scusai dicendogli di non riuscire a farlo, in quanto la mia agenzia [di stampa] era negli Stati Uniti, ma gli promisi di portargli una copia dell’articolo presa da Internet. L’uomo accettò sia le mie scuse sia la mia controfferta.

Ieri ho scaricato una copia dell’articolo da Internet e sono andato a trovarlo a casa. Suo figlio mi disse che era via. Gli dissi di voler vedere suo padre. Vidi l’uomo. Sembrava persino più fiacco di tre giorni prima. Aveva perso una parte della sua vita. La visita si rivelò brevissima. Gli dissi "Bene, volevo solo darle questo", dandogli copia dell’articolo. Mi sorrise mestamente, di ritorno. Fu lo stesso sorriso a dirmi: "Grazie per avermi portato la storia della morte del mio amore".

Venendo al lavoro ieri, mentre mi trovavo vicino al ponte che porta per via diretta a uno dei varchi della Zona extraterritoriale, mi accorsi di un’autocolonna di security contractor [agenti delle ditte appaltatrici dei servizi di sicurezza e di scorta N.d.T]. Li vidi nascondere i visi dietro le mitragliatrici, che puntavano chiunque, appollaiati su veicoli a trazione integrale che sfrecciavano come proiettili. Accelerai i passi verso una svolta vicina in modo che, se fosse avvenuta una sparatoria, non mi ci sarei trovato immischiato.

Un campo di battaglia immaginario si disegnò velocemente nella mia mente. Una visione triste si muoveva nella mia testa. Vidi il mio corpo sanguinare. Vidi la mia famiglia gridare di dolore e mia moglie piangere. Oh mio Dio! Non potrò vedere i miei adorati figli un’altra volta! Chi annuncerà la mia morte alla mia famiglia? Ok. Ritorniamo alla realtà. Sono vivo e il convoglio dalle facce nascoste è un ricordo. Grazie ad Allah, non era successo nulla e avrei potuto rivedere i miei cari. Mi tormentava un solo interrogativo. Come si possono uccidere innocenti così semplicemente?

Titolo originale: "How can man kill innocent people so simply?"

Fonte: http://www.mcclatchydc.com/
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27.09.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PIERLUIGI ARMEGONI (PG)