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Agenzie di rating: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio

di Salvatore Tamburro - 28/10/2007

 Le agenzie di rating hanno il compito di valutare quanto un soggetto possa definirsi “rischioso” e/o quanto sarà produttivo in futuro, se gli venisse concesso un credito o qualora dovesse gestire (ripagare) un debito già contratto.

Adesso con Basilea II si raccolgono delle informazioni più dettagliate e approfondite valutando se, quanto e in quanto tempo il soggetto genererebbe reddito (ciò non accadeva con Basilea I in cui ci si limitava a una visione patrimoniale ad esempio di un soggetto quale una ditta e della capacità attuale di rimborso della stessa). 

Le principali agenzie sono tre e sono tutte americane (ma con sedi sparse per il mondo): Moody's, Standard & Poor's e Fitch.

I soggetti analizzati dalle agenzie di rating sono...

molteplici, giudicano imprese, banche ed assicurazioni, e perfino stati, enti, governi. Del resto ecco l’Ansa riportare l’immancabile giudizio di S&P circa la nostra economia:

Standard and Poor's conferma il rating dell'Italia con outlook stabile. Stando alla previsione contenuta nell'ultimo rapporto di Standard & Poor's sul nostro Paese, il debito italiano si attestera' nel 2007 al 106% del pil (Roma, 23/10/2007).

 

Ricordo che un giudizio negativo fatto da un’agenzia di rating di notevole importanza come S&P influisce negativamente sul Paese, perché declassano la sua economia, consigliando implicitamente di disfarsi di titoli di stato che appaiono deboli come i BOT italiani, a vantaggio di quelli di altri Paese (come i Bot tedeschi) che invece vantano un giudizio  di rating positivo sul risanamento del proprio debito pubblico. 

Bisogna ricordare che il più delle volte tali agenzie, che non sono altro che società private (società per azioni), prendono della gran cantonate. Adusbef, associazione di consumatori, ha effettuato un monitoraggio su oltre 1.000 “report” (consigli per gli acquisti o per le vendite su titoli e/o azioni) emessi a pagamento dalle maggiori agenzie di rating, constatando che tali rapporti sono risultati sballati nel 91% dei casi. Quando le agenzie diffondono i loro solenni giudizi, tramite i loro reports su società quotate, questi 9 volte su 10 si sono rilevati vere e proprie bufale a danno dei risparmiatori che si sono ridotti ad investire in azioni che magari le agenzie reputavano oro, mentre nella realtà si sono rivelate azioni di società prossime al fallimento.

Le società di rating inoltre includono al loro interno un conflitto di interessi, poiché sono pagate dai committenti e non dagli investitori: le “tre sorelle” hanno partecipazioni dirette all’interno delle più grandi corporations internazionali e delle più grandi banche internazionali, coinvolte in speculazioni finanziarie principalmente responsabili delle bolle speculative e dell'attuale crisi economica globale.

In pratica, una banca paga una società di rating per esprimere un giudizio positivo (magari tipo una bella AA+) su una società X di cui vorrà vendere le azioni al pubblico dei risparmiatori, pur sapendo che tale società nell’arco di qualche mese dichiarerà la bancarotta e fallirà, con la conseguenza che i risparmiatori si ritroveranno ad aver investito in pezzi di carta che valgono meno della carta igienica, gettando al vento magari i risparmi di una vita. A seguito di ciò, l’agenzia di rating si discolperà affermando che c’è stato un equivoco, che loro forniscono solamente una valutazione del credito e un commento, che non forniscono alcuna sorveglianza, si limitano a dare un rating alle transazioni che gli emittenti consegnano, basandosi sui loro criteri pubblicati; insomma il loro diventerebbe solo un giudizio personale da prendere con le pinze, esentandosi così dall’incorrere in qualunque tipo di responsabilità civile o penale per il danno indirettamente causato a migliaia di ignari risparmiatori.

Gli esempi più lampanti passati e recenti sono quelli del 2001 per il crac della statunitense Enron, oppure nel 2003 per il crac Parmalat in cui non furono onorati i pagamenti delle obbligazioni che, invece, godevano di un rating pubblico stabile (BBB-) emesso da Standard & Poor’s, fino alla recente crisi finanziaria esplosa con i mutui sub-prime, considerati come delle perle dalle agenzie di rating fino a pochi mesi fa.

Fidarsi è bene, ma diffidare dalle “tre sorelle” del rating diventa doveroso poiché rappresentano una struttura organizzata delle principali banche del pianeta che controllano il sistema finanziario e debitorio delle nazioni, attraverso tremende speculazioni e attraverso il vortice del debito (signoraggio) che ci rende tutti schiavi, banche, lobbies e massoni a parte ovviamente.