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Attacco al Bilderberg

di etleboro - 29/10/2007

 


Dal Brasile giunge la tanto attesa e risolutiva risposta della Petrobras, la più grande azienda di stato Brasiliana, che così decide di collaborare all'inchiesta che la Etleboro sta conducendo sulla grande truffa dei titoli collaterali posta in essere dalle grandi Banche e da multinazionali.
La nostra indagine, dunque, non si ferma e ben presto la diffusione di tali importanti dichiarazioni scatenerà un terremoto che avrà delle silenziose ma visibili conseguenze sul mercato finanziario.

Dinanzi alle ripetute richieste di intervento con una chiara presa di posizione da parte degli organi di dirigenza della Petrobras, giunge una chiara comunicazione del Dipartimento per le Relazioni con gli investitori dichiarando che "Petrobras informs that these Bonds don´t have market value anymore.It´s enough to all kind of trades.
Sulla base della risposta che abbiamo ottenuto dalla Petrobras S.A. , viene chiarito che i titoli obbligazionari al portatore emessi il 3 ottobre del 1959 e dichiarati non convertibili nel 1964, non hanno alcun valore di mercato, e pertanto sono e restano titoli infruttiferi, né saranno riconosciuti da Petrobras come titoli garantiti da un rimborso o da capitale. Tuttavia vi sono documenti ( si veda allegato UBS Bank ) che dimostrano che UBS Bank accetta tali titoli senza valore, imputandoli in conto titoli nel proprio bilancio. Ciò implica che, se UBS Bank li ha imputati in conto capitale, si presume - anzi dovrebbe essere di normale routine - che venga accertato la bontà dei titoli stessi. La dichiarazione di Petrobras sulla sua invalidità implica, necessariamente, che UBS Bank consapevolmente imputa a bilancio dei titoli non esigibili, che non possono costituire garanzia per una capitalizzazione. Qual è dunque il vero uso che viene fatto di tali titoli, pur essendo a conoscenza che non sono fruttiferi né validi?

Entrando all'interno del meccanismo di tali strumenti finanziari, definiti collaterali, molto del denaro e del capitale utilizzato è puramente virtuale, inesistente. Le operazioni che hanno ad oggetto i collaterali vedono come promotrice una Banca che funge da advisor che propone al proprio cliente dei collaterali per poter effettuare una capitalizzazione, imputando gli strumenti finanziari a "conto titoli". La società, spesso già presente sul mercato azionario, acquista i titoli ad una cifra nettamente inferiore rispetto a quanto andrà a capitalizzare, con in consenso del collegio sindacale : l'operazione consentirà di garantire un aumento della quotazione dei titoli sul mercato azionario. La banca advisor, che ha curato l'intera operazione, gestirà la vendita delle azioni ai propri clienti e sulle piazze finanziarie, riuscendo così a portare a termine una grossa operazione di raccolta fondi che saranno poi gestiti dalle Banche in speculazioni immobiliari, edilizie e di trading.Occorre inoltre tener presente che , per la vendita azionaria, le banche si rivolgono spesso a Banche estere, che sono maggiormente presenti sul mercato degli investitori e possono così vendere le azioni più facilmente.
Nella maggior parte dei casi, le società che hanno acquistato i titoli virtuali falliscono lasciando tragiche conseguenze, mentre le ingenti somme ottenute scompaiono all'interno del circuito bancario.
Sebbene questa realtà possa essere lontana dall'immaginario collettivo, sono anni che vediamo le conseguenze sul mercato internazionale. Parmalat, così come Cirio, era una società che utilizzava Bond argentini - in particolare dei collaterali virtuali - per ricapitalizzare le perdite in bilancio, con la caduta del castello di garanzie virtuali, il debito è aumentato al punto da creare un debito di oltre trenta miliardi di euro. Un tale debito è poi ricaduto completamente sui piccoli risparmiatori che, su consiglio degli intermediari delle Banche, hanno investito la loro ricchezza su una società ricoperta da debiti. Tuttavia, la più grande responsabilità è da imputare alle Banche che hanno assecondato e sostenuto Parmalat durante l'intera operazione, sino al momento in cui erano certe di poter rientrare degli scoperti lasciati dalla società con forti guadagni, e abbondare il gruppo in fallimento. Infatti, le Banche sanno perfettamente che i titoli non hanno alcun valore di mercato, ma possono essere utilizzati per effettuare ricapitalizzazioni al fine di far apparire la società solida e con un elevato capitale a garanzia degli investimenti. Questo è il vero gioco che viene fatto da decenni dalle grandi banche e dai gruppi di potere: sono in grado di produrre denaro dal nulla, mentre quello vero "non si usa mai e non si vede mai". Il capitale è virtuale, le catene societarie sono un castello inesistente, una piramide fondata sul nulla e costruita al solo scopo di occultare le tracce della truffa, ma quando si incassano i soldi veri i potenti li dividono tra di loro.
Bond Petrobras emessi nel 1959

Nel seguire "la traccia del denaro" , i documenti che abbiamo ricevuto dimostrano l'esistenza di bond denominati da un minimo di 20.000$ ad un massimo di 100.000$, la cui validità è supportata da una sentenza del Tribunale brasiliano che dichiara "il lecito possesso e la veridicità del titolo", e da una rivalutazione rilasciata da un perito abilitato dal tribunale. Gli stessi titoli sono stati imputati in conto titoli presso la UBS Bank, per un valore attuale virtuale di 3.300.000$, ed è proprio questo il valore che viene considerato nell'aumento di capitale. Pertanto, la società rivaluta il titolo e ricapitalizza la sua società per 165 volte l'ammontare di quanto pagato nell'acquisto. Se moltiplichiamo tali quantità per blocchi di 1000 titoli, otterremo una ricapitalizzazione di miliardi di dollari. Cifre che aumentano ancora di più se si prendono in considerazioni i Buoni del Tesoro Brasiliano LTN, emessi nel 1970 e denominati per 10 milioni di dollari: se dovessimo fare una corretta rivalutazione di tali collaterali, avremmo somme gigantesche che possono avere sul mercato un risultato devastante. L'operazione in corso - posta in essere da un'importante multinazionale e con advisor la UBS Bank - prevede, in particolare, la vendita di 22 titoli da 10 milioni di dollari, sui quali occorre effettuare un'opportuna rivalutazione, e 3 titoli da 1,2 miliardi di dollari, oltre alla rivalutazione .
Sentenza del Tribunale Brasiliano
Si tratta di somme spaventose che vagherebbero sul mercato finanziario come una mina pronta ad esplodere da un momento all'altro. Ma soprattutto, se venissero confermati i nostri sospetti sulla base dei documenti che abbiamo ricevuto, saremmo davanti all'ennesima violazione delle regole del mercato finanziario mondiale con delle conseguenze devastanti per l'economia dei Paesi più deboli. Considerando la gravità degli effetti che possono ripercuotersi sul mercato finanziario, la pubblicazione di tali titoli deve trovare un'ufficiale smentita da parte del Governo del Brasile, altrimenti in poco tempo l'intero mercato sarà sommerso da collaterali del Tesoro brasiliano sui quali costruiranno speculazioni su speculazioni che faranno crollare società e poi, probabilmente, anche l'economia brasiliana.
Il pericolo di fondo è molto serio, fondato su un passato che ha visto già molti Stati crollare sotto il colpo di speculazioni, proprio come l'Argentina. Rivelare tali eventi potrebbe compromettere il buon esito si un'operazione che vale più di 280 mila miliardi e la ricapitalizzazione di una multinazionale, ma significa anche infliggere un duro colpo al cuore del sistema che è chiuso in se stesso ed è lontano da ogni tipo di rivoluzione possibile. Oggi, una società petrolifera statale ha concesso la sua collaborazione ad una piccola organizzazione dei Balcani, che ha così colto il vero male alla base del crollo di grandi società e di intere economie. Il sistema di disinformazione che ruota intorno è solo una giostra per tenere in piedi la truffa e la menzogna che viaggia sui mercati finanziari paralleli, lontano dalle regole e dai controlli delle Istituzioni. E così tanti che sono riusciti a seguire le tracce del denaro, hanno visto il vero volto della finanza e delle Banche, chiuso in un bunker o in una security. Altri invece, che da tempo lottano i fantasmi della disinformazione, credono di morire per la patria, ma muoiono per le banche, credono di far parte delle intelligence e dei servizi segreti, ma in realtà aiutano le lobbies a truffare e a saccheggiare le società che costituiscono il cuore dell'economia degli Stati. La Cirio e la Parmalat erano società a controllo statale che contribuivano al Pil italiano, ma sono state trasformate in multinazionali e poi in vespai di truffe e speculazioni, con danni per miliardi di dollari che avrebbero consentito la ricostruzione di tutte le sedi e gli stabilimenti chiusi. Dalle Banche centrali alle privatizzazioni, dalle banche d'affari alle multinazionali: carnefici di un crimine invisibile, causando il più grande etnocidio della storia per il controllo. Questa rappresenta per noi una vittoria invisibile, perché non ha la pretesa di dimostrare alla massa qualcosa, ma solo di colpire piano piano la credibilità dei titani dell'economia, per dare la possibilità al sistema di difendersi, di prendere delle precauzioni che possono scongiurare ulteriori fallimenti, gli ennesimi crack finanziari. La verità sulla grande truffa dei collaterali è emersa proprio grazie al lavoro e all'impegno della Tela, di un gruppo di persone. Non occorrono grandi masse, grandi televisioni e audience ma con un lavoro di intelligenza che ha portato a rompere il muro del mercato finanziario e aprire uno spiraglio nella disinformazione che ci circonda.