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L'isola dei rifiuti

di redazionale - 30/10/2007

Il Great Pacific Garbage Patch
L'isola dei rifiuti
Una corrente circolare in mezzo al pacifico ha formato una vera e propria isola fatta di residui delle attività umane grande due volte il Texas. Mentre uno studio mostra che la plastica entra nella catena alimentare dei pesci/ITALIA: Riciclo boom
Che sia sotto forma di particelle microscopiche o di una gigantesca isola grossa due volte il Texas, la plastica è sempre una minaccia per gli oceani. Lo confermano due studi: uno ha dimostrato che le microparticelle che si staccano dai rifiuti di plastica entrano nella catena alimentare dei pesci immediatamente, l'altro invece ha osservato che una gigantesca isola di rifiuti che si sta formando dagli anni '50 nel Pacifico a causa delle correnti ha ormai raggiunto i tre milioni e mezzo di tonnellate.

Il Great Pacific Garbage Patch (letteralmente la "grande benda di rifiuti del Pacifico") si forma a causa di una corrente circolare proprio in mezzo al Pacifico, fra Guadalupe e il Giappone, in una zona poco frequentata dai pescherecci. Questo enorme vortice ha iniziato a raccogliere e concentrare la spazzatura di tutto il mondo, e l'isola che ne è risultata ormai misura 2.500 chilometri di diametro: "L'isola è formata per l'80% da plastica - conferma al quotidiano americano San Francisco Chronicles Chris Parry, della California Coastal Commission di San Francisco - e le sue dimensioni diventano dieci volte più grandi a ogni decade. A questo punto è impensabile cercare di pulirla, anche perché nessun paese se ne vuole assumere la responsabilità, l'unica soluzione è smettere di produrre plastica non biodegradabile".

Una conferma della pericolosità di questo materiale viene da uno studio dell'università inglese di Plymouth pubblicato dalla rivista "Environmental science and technology". I ricercatori hanno studiato le piccole particelle (da uno a cinque millimetri di diametro) che si staccano dai rifiuti di plastica, notando che queste sono il principale ricettacolo di una serie di inquinanti letali per l'oceano, soprattutto organici, come il fenantrene.

Queste particelle sono assimilate in grande quantità da alcuni microrganismi marini che sono alla base della catena alimentare: "Bastano pochi milionesimi di grammo di particelle contaminate per aumentare dell'80% la quantità di fenantrene nei microrganismi - spiega Emma Teuten, uno degli autori - e questa sostanza si accumula in quantità sempre maggiori man mano che si risale nella catena".