Caprotti di Esselunga denuncia: nelle regioni dove la Coop è sola e senza concorrenti i prezzi sono più alti rispetto alle regioni con altre insegne distributive
Bernardo Caprotti – patron di Esselunga – continua il suo j’accuse alla Coop, innescato con il libro Falce e Carrello. Le mani sulla spesa degli italiani (edizione Marsilio). Il presidente di Esselunga, ospite alla trasmissione televisiva Otto e Mezzo, rivela – citando i dati dell’associazione dei consumatori Altroconsumo – che nelle regioni dove la Coop è sola e senza concorrenti i prezzi sono più alti rispetto alle regioni con altre insegne distributive: a Pisa e Firenze la concorrenza tra Esselunga e Coop ha determinato un livello di prezzi del 20% inferiore alla media nazionale; a Genova l’assenza di concorrenza provoca, invece, l’aumento dei prezzi. La Coop reagisce a questo attacco reputando il contenuto del libro “roba riciclata” e più volte smentita. Nel mensile dei soci coop, Consumatori (ottobre 2007), possiamo leggere: «Non c’è niente da fare. La cooperazione e la cooperazione di consumatori in particolare, cioè Coop, a qualcuno dà proprio tanto fastidio. Evidentemente veder crescere nell’arco degli anni una straordinaria esperienza legata al modello mutualistico che è riuscita a diventare la prima catena della grande distribuzione italiana e a mettere insieme 6 milioni e mezzo di soci a questi qualcuno deve essere costato tanta acidità di stomaco» (D.G.). Nella disputa, interviene Mario Resca, presidente di Confimprese, il quale - intervistato dal settimanale Economy (numero 43 del 24 ottobre) - afferma: «Mentre Caprotti raccoglieva le pezze d’appoggio del suo dossier, un’azienda francese come Auchan apriva il supermercato di Casamassima, vicino a Bari, e altri 15 negli anni successivi. E questo nonostante tutte le diseconomie esterne, le difficoltà ambientali, il fisco, le burocrazie asfissianti e mortificanti e i vincoli dei poteri locali. Perché Auchan, che è pure straniero e si suppone estraneo ai giochi di potere della sinistra cooperativistica, è riuscita dove Caprotti non ha neanche tentato?». L’Italia, in particolare il sud, è ormai un campo di guerra tra le insegne della grande distribuzione organizzata che mirano a mettere le mani nel sacco della spesa delle famiglie italiane: pari a 100 miliardi di euro.
La catena più conveniente (alto punteggio=alto costo)
(Fonte: Altroconsumo)
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