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La povertà negli Stati Uniti e in Europa

di Hedelberto Lopez Blanch - 01/11/2007

 


 


La primordiale caratteristica degli USA e dell'Europa è stata che nel corso della loro storia si sono dedicate a saccheggiare le ricchezze di altre nazioni del mondo per arricchirsi e sviluppare i rispettivi paesi, al tempo stesso in cui le loro vittime si impoverivano.

Il colonialismo europeo imposto all'Africa, all'Asia e all'America Latina permise agli oppressori di accumulare abbondanti capitali che favorirono le loro economie, mentre il nascente impero nord-americano seguiva quei passi e, come il vecchio continente, creava compagnie transnazionali che drenavano (e ancora lo fanno) le ricchezze di paesi terzi.

Nonostante questo ladrocinio accade che negli Stati Uniti esistono attualmente 36,5 milioni di poveri, e nei paesi dell'Unione Europea la cifra arriva a 78 milioni di persone.

Le politiche neoliberiste e di esclusione sociale hanno fatto sì che in queste ricche nazioni, una immensa quantità di abitanti si trovino trascurati e reietti.

Nell'UE la povertà stimata sulla base dei redditi inferiori ai due dollari al giorno colpisce il 21% della popolazione, mentre il 5% soffre a causa dell'insicurezza alimentare, ha sottolineato Jacques Diouf, direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni UNite per l'Agricoltura e l'Alimentazione (FAO). Come è logico, queste percentuali sono più basse che nella maggior parte delle altre regioni del globo, ma le variazioni da paese a paese sono molto importanti.

Per il direttore generale della FAO tra i fattori che hanno contribuito all'aumento della povertà negli ultimi quindici anni, compaiono l'eliminazione dei sistemi di pianificazione centralizzata e l'arrivo dell'economia neoliberista, la diminuzione dei programmi sociali a beneficio delle privatizzazioni e la disoccupazione.

Dati dell'ufficio statistico dell'UE, Eurostat, rivelano che un 16% della popolazione europea vive male o sopravvive all'ombra dell'immagine idilliaca che le autorità comunitarie proiettano all'esterno.

Come sempre accade in questi casi, i gruppi sociali più minacciati dalla povertà nella UE sono i disoccupati, i genitori soli (soprattutto le donne), gli anziani, gli immigrati e le minoranze etniche.

Ad esempio, gli immigtati, la cui manodopera è fondamentale in questi paesi per l'attività agricola ed i servizi, devono affrontare numerose barriere nel momento di integrarsi nel paese, soprattutto in cinque aree: impiego, casa, salute, istruzione e partecipazione alla vita pubblica.

Subiscono ogni forma di discriminazione: non possono accedere a numerosi posti di lavoro nelle imprese, il salario è molto minore di quello dei cittadini, non hanno diritto alla sicurezza sociale, devono vivere in determinate aree e abitazioni, tra moltre altre limitazioni.

Negli USA la situazione è paggiore. Le cifre dell'ufficio statistico rivelano che uno ogni otto abitanti vive sotto la soglia di povertà, il che equivale a 36,5 milioni di persone. La disattenzione si fa più evidente tra i bambini e i minorenni di 18 anni: il 17,4%, ossia, 12,8 milioni, si trovano in questo indice funesto.

L'ufficio di statistica aggiunge che nel paese ci sono 5.000.000 in più di poveri rispetto a sei anni fa, e che il reddito medio è di mille dollari in meno a quello del 2.000, senza contare la forte svalutazione che il dollaro ha avuto negli ultimi tempi.

In contrasto, il New York Times riferisce che la politica economica portata avanti dall'amministrazione di George W. Bush ha reso possibile che l'unico segmento della popolazione i cui redditi nel 2006 erano superiori a quelli del 2000 erano il 5% delle famiglie più ricche.

Il NYT aggiunge che "i proventi della crescita economica della nazione nel passato lustro sono fluiti quasi esclusivamente ai ricchi e agli estremamente ricchi, lasciando poco agli altri".

Altro dato che dà i brividi citato dall'Ufficio è che 47 milioni di Statunitensi mancano di assistenza medica, e pertanto non hanno diritto di ammalarsi. Questo indice è aumentato di 2.200.000 tra il 2005 e il 2006, e continuerà a crescere per via degli elevati costi della salute, dello scarso sostegno da parte del governo ai programmi sociali, e alla riduzione o eliminazione di benefici che le imprese offrivano in passato ai propri dipendenti.

Peggio ancora, il numero di minorenni senza sicurezza medica è aumentato di 700.000 tra il 2005 e il 2006 per raggiungere un totale di 8,7 milioni di bambini. I minorenni costituiscono il 25% della popolazione, ma il 35% sono poveri.

Una legge recentemente proposta al Congresso per fornire ai milioni di bambini l'assistenza medica incontrò il veto presidenziale. L'iniziativa consisteva nel gravare con maggiori imposte sigari e bevande alcoliche per trovare la copertura finanziaria al  programma.

Bush ha sostenuto che le compagnie di assicurazione sarebbero state danneggiate dato che i cittadini avrebbero usufruito dei servizi offerti dallo Stato che avrebbe dovuto sostenere enormi spese.

In conclusione, la povertà negli Stati Uniti e in alcuni paesi dell'Unione Europea dilaga nonostante la propaganda a favore della bontà del sistema neoliberista e di privatizzazioni.


Originale da: Rebelion

Articolo originale pubblicato il 30 ottobre 2007

L’autore

Gianluca Bifolchi è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica, e del blog collettivo Acthung Banditen. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

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Tradotto da  Gianluca Bifolchi