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«Octubre Azul», una campagna per l'acqua

di Antonio Graziano - 04/11/2007

 

Tre anni fa in Uruguay una riforma costituzionale ha sancito il diritto all'acqua. Era il 31 ottobre, una data storica per il paese: unico esempio al mondo in cui un plebiscito popolare ha proclamato la gestione pubblica e partecipativa delle risorse idriche. Così nel mese di ottobre in Uruguay è stato festeggiato l'Octubre Azul, per ricordare la storica votazione. Quest'anno è stato segnato da una marcia per i beni comuni e contro le privatizzazioni, ha attraversato il paese da nord a sud in nome del diritto alla terra, all'acqua e alla casa. Nel 2006 la francese Suez (attraverso Aguas de Barcelona) e la spagnola Aguas de Bilbao hanno dovuto rinunciare ai contratti che privatizzavano la gestione delle risorse idriche del paese, nel rispetto della riforma costituzionale.
Anche il resto della regione latino americana festeggia l'Octubre Azul. In Colombia continua la campagna per il diritto all'acqua, con attività di educazione in tutto il paese - a cui si aggiungerà, nel mese di novembre, una navigazione dei fiumi dell'Amazzonia colombiana. Tra gli obiettivi della campagna c'è un referendum per il diritto all'acqua.
In Bolivia la fondazione Solon promuoverà una serie di eventi per discutere due temi principali: l'uso dell'acqua nell'ambito della produzione dei biocombustibili e gli impatti socioambienalti legati alle grandi dighe. Proprio in Bolivia si ricorda ancora la «guerra dell'acqua» avvenuta nel 2000 a Cochabamba, dove la Bechtel aveva come alleato strategico l'italiana Edison, che permise la crezione di Aguas del Tunari, impresa che si aggiudicò (senza concorrenti) la gestione i servizi idrici della città: una rivolta popolare la costrinse alla fuga. Qualche anno più tardi anche la Suez se ne è andata da El Alto.
A Santiago del Cile si è svolta una marcia contro il progetto di estrazione minerario della compagnia statunitense Barrick Gold, nella località di Pascua Lama, alla frontiera con l'Argentina. I lavori di estrazione hanno già danneggiato un ghiacciaio andino e rischiano di contaminare anche le valli circostanti di entrambi i paesi. Nel Cile le risorse idriche sono quasi completamente in mano ai privati.
L'Octubre Azul si festeggia anche in America settentrionale, Africa, India, nel Sud Est asiatico e in Europa. Uno dei temi chiave è la lotta contro la privatizzazione della gestione della risorsa acqua. Lotta a cui partecipa in pieno anche l'Italia.
Secondo Tony Clarke, del Polaris Institute canadese e autore, insieme a Maude Barlow, di Oro Azul (Oro Blu), «il principale ostacolo al riconoscimento del diritto umano all'acqua è la sua privatizzazione». La messicana Silvia Ribero (ricercatrice del Etc Group, rete per la dofesa della diversità sociale ed ecologica) spiega che vi sono varie facce della privatizzazione. La privatizzazione del territorio, la creazione di megaprogetti come le dighe, la presenza di industrie contaminanti, la privatizzazione dei servizi di acqua potabile e l'imbottigliamento.
Per le istituzioni finanziarie internazionali (Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale), che hanno appoggiato per anni la privatizzazione dell'acqua, l'obiettivo principale oggi è favorire la creazione di associazioni pubblico-privato. Nel caso dell'Uruguay la Banca Mondiale ha affermato che «i tentativi di privatizzare imprese (pubbliche) sono stati osteggiati dalla popolazione. Per questo è stato deciso di aprire gradualmente questi il mercato alla competenza tra il pubblico e il privato». E questa è oggi una strategia globale.
Ma i movimenti per il diritto all'acqua criticano anche le associazioni pubblico-private, in quanto l'acqua continua a essere gestita come uno strumento di profitto invece che come un diritto inalienabile. Secondo le Nazioni Unite, ogni giorno nel mondo muoiono 10.000 persone per l'accesso ad acqua di cattiva qualità. Un dramma che si potrebbe evitare con la costruzione di reti idriche, fognature e impianti di trattamento adeguati.