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Internet aumenta davvero il nostro potere?

di Indranet - 08/11/2007

 

 

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Sin dall’inizio, Internet è stata considerata uno strumento di democrazia, e l’attivismo legato a Internet è cresciuto nel corso degli anni. La Rete viene vista come un mezzo di decentralizzazione, che restituisce il potere agli individui e ai piccoli gruppi.

Ma Internet aumenta davvero il nostro potere? Il movimento studentesco degli anni ’60 era ben organizzato e molto influente nella società, e forse questo non avveniva nonostante l’arretratezza tecnologica, ma grazie a essa. La gente doveva fare affidamento sui contatti personali.

Già prima che Internet si diffondesse, Jerry Mander scriveva:

I computer hanno reso possibili spostamenti di incredibili quantità di capitale, informazioni e attrezzature in tutto il mondo, dando alle maggiori istituzioni del pianeta un potere senza precedenti. In realtà, sono stati i computer stessi a rendere possibili queste istituzioni. Nel frattempo, noi usiamo i personal computer per correggere i nostri testi e accedere ai network di informazioni, credendo che tutto ciò aumenti il nostro potere. Jerry Mander. In the absence of the sacred. Sierra Club. San Francisco. 1991

Sin dall’inizio, Internet è stata considerata uno strumento di democrazia, e l’attivismo legato a Internet è cresciuto nel corso degli anni. La Rete viene vista come un mezzo di decentralizzazione, che restituisce il potere agli individui e ai piccoli gruppi. Internet rappresenta un luogo per diffondere parole, immagini, suoni e video; un punto dove incontrare persone dalle idee simili e organizzare gruppi con determinati scopi. Le idee possono diffondersi facilmente nella Rete e tutti possono partecipare con un costo relativamente basso.

Sembrerebbe tutto perfetto, ma c’è qualcosa che non va. Io sono troppo giovane per aver partecipato ai movimenti politici degli anni Sessanta, ma sono vecchio abbastanza per aver partecipato – da teenager – ai movimenti della fine degli anni Settanta. All’epoca Internet non esisteva (oppure la possedevano solo poche istituzioni accademiche), né c’erano i cellulari, mentre i fax erano accessibili solo alle grandi aziende. Esistevano unicamente i normali telefoni, ma non usavamo molto nemmeno quelli.

Tuttavia, ogni volta che c’era un raduno, un’assemblea o una manifestazione, tutti gli studenti lo sapevano. Affiggevamo poster agli ingressi della scuola, parlavamo nelle assemblee scolastiche, ma soprattutto usavamo il passaparola. Il movimento studentesco aveva anche un lato oscuro: talvolta la situazione degenerava e qualcuno imponeva il suo punto di vista, oppure alcuni gruppi giungevano a usare la violenza, ma nella maggior parte dei casi il movimento era animato solo dalla passione di fare qualcosa per creare un mondo giusto e migliore. Quella passione era contagiosa: potevamo avvertire l’energia collettiva e ci sentivamo parte di qualcosa di più grande. Naturalmente, l’ego delle persone restava e si vedevano trip di potere in ogni parte dello schieramento politico, ma c’era anche un interesse sincero verso il collettivo e la giustizia globale, al di là dell’interesse personale.

Il movimento studentesco era ben organizzato e molto influente nella società, e forse questo non avveniva nonostante l’arretratezza tecnologica, ma grazie a essa. La gente doveva fare affidamento sui contatti personali. Nella Storia, nessuna trasformazione culturale o sociale ha avuto bisogno di molta tecnologia, né di un grande numero di persone. È banale dirlo, ma la trasmissione delle idee e dei valori individuali tramite contatto diretto può accendere il fuoco interiore molto più di qualsiasi forum, sito web o video online.

È possibile che ci siamo ingannati quando pensavamo che potevamo avere più potere per esprimere e diffondere le nostre idee attraverso i blog, mostrare la nostra creatività tramite Myspace, costruire una comunità attraverso i siti di social networking, trasformare la società tramite la partecipazione ai forum? I grandi media offline sono ancora più grandi online. Può essere che ci siamo illusi quando pensavamo di poter avere lo stesso potere e la stessa influenza delle grandi aziende? Non mi sembra che queste ultime o i governi centrali abbiano perso potere da quando Internet è diventata alla portata di tutti.

Anche se Internet può fare incontrare molte persone sullo stesso sito e chiunque con poco sforzo può comunicare con molte persone, il sovraccarico di informazioni, l’accentuazione del narcisismo individuale e il tipo particolare di attenzione divisa dovuta alla grande quantità di finestre aperte in competizione tra loro, rendono la Rete un luogo in cui è difficile trasmettere messaggi che scendano in profondità nella coscienza delle persone. Anche quando la mente della gente resta colpita, è raro che ciò si traduca in un’azione reale: nella maggior parte dei casi, l’informazione non va oltre il livello mentale e intellettuale. Questo mezzo d’informazione può provocare l’indifferenza globale, una partecipazione distaccata e un’attenzione divisa tra troppi stimoli. E mentre il surriscaldamento globale aumenta e la guerra in Iraq produce sempre più vittime, dentro di noi l’unico “click” che scatta è quello del pulsante del mouse.