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Il ruolo delle ONG nel Caucaso

di Luca Bionda* - 09/11/2007

 

INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLE ONG NEL CAUCASO: IDEE, RUOLI E FINALITÀ

In questi anni, caratterizzati da uno sviluppo ipertrofico del mondo di internet e delle

telecomunicazioni, ha assunto sempre maggiore rilievo il ruolo delle cosiddette Organizzazioni

Non Governative1, associazioni e fondazioni solitamente senza scopo di lucro che svolgono in

massima parte attività di volontariato.

Va sottolineato che la maggior parte dei compiti delle ONG potrebbero essere fatti propri da

specifici organi governativi presenti nei diversi apparati statali, in particolare nel campo

dell’assistenza medica, della consulenza legale alle fasce più indifese della popolazione,

dell’educazione, della gestione delle risorse naturali e dell’ambiente.

Molte ONG operano quindi in settori che almeno in Occidente andrebbero a sovrapporsi al

cammino stesso delle attività politiche e governative, attività che per ragioni storiche, politiche,

culturali ed economiche risultano oggi scarse o poco efficaci in diverse aree geopoliticamente

strategiche del mondo.

In questo quadro è comprensibile che le organizzazioni non governative, specialmente quelle

create o finanziate massicciamente da Stati esteri con motivazioni e funzioni quantomeno oscure,

possano entrare più o meno volontariamente in contrasto con i governi dei paesi ospitanti,

determinando in moti casi dure reazioni politiche.

È significativo richiamare i provvedimenti adottati nella Federazione Russa nel novembre 2005,

quando la Duma approvò con maggioranza schiacciante la normativa che imponeva nuove

regole alle ONG operanti nel paese, aumentando i poteri dello Stato sul controllo di

finanziamenti, bilanci ed attività delle organizzazioni; si scatenarono così parecchie proteste in

Europa e negli Stati Uniti, accrescendo parallelamente il sospetto russo che molte di quelle

organizzazioni lavorassero per scopi “politici” coperte di fatto da un’immagine “umanitaria”.

Spostando lo sguardo sugli Stati nati dalla frammentazione dell’Unione Sovietica e recentemente

nei Balcani, si intuisce come la capacità di molte ONG di insediarsi sul territorio, gestire attività tra

loro diverse e comunicare a livello politico fino a svolgere attività “governative”, sia allo stesso

tempo causa ed effetto di vuoti legislativi presenti soprattutto negli Stati più giovani;

incidentalmente molte nuove repubbliche hanno grande importanza geopolitica e

geostrategica a livello mondiale.

Riflettendo poi su come gli Stati Uniti abbiano agevolato la frammentazione dell’URSS o della

Jugoslavia è facile ipotizzare obiettivi ed identità dei finanziatori di molte ONG made in USA

insediatesi a partire dagli anni ’90 nelle “zone calde” del continente eurasiatico. Tra queste il

Caucaso rappresenta sicuramente il territorio maggiormente interessato dalle organizzazioni

statunitensi2.

Il viaggio all’interno del labirinto delle ONG che operano sul territorio si rivela quasi sorprendente;

mentre in Europa passano intere settimane senza che i nostri media riportino notizie riguardanti il

Caucaso, un esercito di organizzazioni lavora alacremente tra montagne ed importanti vie di

comunicazione o di approvvigionamento energetico. Qui come altrove le ONG organizzano

1 La sigla internazionalmente adottata è quella anglosassone NGO (Non Governmental Organization) oppure PVO

(Private Voluntary Organization). Organizzazioni indipendenti dai governi, almeno formalmente mai affiliate o

dipendenti da organizzazioni politiche.

2 Le divergenze tra George W. Bush ed il Partito Democratico americano circa gli obiettivi di politica estera sono

quasi inesistenti e possono essere qui trascurate.

2

dibattiti, conferenze, corsi di politica, economia, finanza e giornalismo, impiegando perfino

spettacoli e cineforum, arrivando a porre le basi per la crescita di una nuova classe politica e di

nuovi media; una classe politica ed una rete mediatica creata ad immagine e somiglianza non

dei popoli caucasici, ma di quelli “angloamericani”.

Certo, il dispendio di forze e risorse economiche provenienti da Stati Uniti ed in parte dall’Europa

Occidentale potrebbe apparire in un primo tempo quasi eccessivo ove si considerassero solo i

locali fattori economico - demografici e non quelli geopolitici e geostrategici.

Nelle tre repubbliche caucasiche uscite dall’esperienza sovietica vivono infatti

complessivamente meno di 16 milioni di persone3. Simili aspetti demografici ma diverse

impostazioni governative sussistono pure nelle repubbliche caucasiche russe (Dagestan, Cecenia,

Ingušezia, Kabardino Balcaria, ecc.), dove però le ONG sono monitorate dal potere locale e

soprattutto da Mosca.

Un’indagine condotta soprattutto per mezzo della rete Internet permette di ottenere una prima

percezione del fenomeno delle ONG. Più complesso invece lo studio delle loro attività, degli

aspetti organizzativi, dei contatti con i governi locali e dei finanziamenti internazionali.

Un insieme di nomi, di attività e di attivisti, legati da “filantropi” e finanziatori comuni così come,

nella maggioranza dei casi, da obiettivi e programmi comuni.

Ma se tutti appoggiano tutti, perché non dare vita ad un grande soggetto unitario che

racchiuda tutti gli obiettivi comuni alle diverse realtà non governative? Forse perché il gioco delle

scatole cinesi permette un certo trasformismo e la possibilità di aggirare ostacoli e vincoli politici

imposti dai governi.

GEORGIA: IL CASO LIMITE ?

La Repubblica di Georgia è senza dubbio lo Stato che in tutto il Caucaso mantiene i migliori

rapporti con l’attuale dirigenza statunitense; la posizione geografica, lo sbocco sul Mar Nero e la

linea di confine con la Turchia rendono la Georgia un partner strategico di primaria importanza

per i nordamericani. Tale situazione consente agli Stati Uniti il controllo delle risorse energetiche

del Mar Nero e del Mar Caspio, la definizione del tracciato del gasdotto BTC (Baku - Tbilisi -

Ceyhan) ne è la prova più evidente. Sarebbe altrimenti impossibile spiegare tanto interesse

americano nei confronti di un paese in gran parte montuoso e poco percorribile, nel quale gran

parte degli abitanti vive di agricoltura e pratiche zootecniche poco evolute.

A livello politico la situazione odierna è rimasta sostanzialmente invariata dall’allontanamento

dell’ex presidente Eduard Shevardnadze ad opera del rivale Mikhail Saakhashvili, presidente del

partito "nazionalista" Movimento Nazionale Unitario.

La ben nota “Rivoluzione delle Rose” del Novembre 2003, pianificata a Washington ma andata in

scena a Tbilisi grazie a giovani agitatori slavi e georgiani abilmente mischiati a studenti e

lavoratori esasperati, ha sospinto con forza il processo di adesione della Georgia ai piani

americani, cavalcando sul fronte interno il malcontento sociale ed enfatizzando in politica estera

i vecchi rancori con la Russia nonché i programmi di riconquista di Abkhazia ed Ossezia

Meridionale, ex repubbliche autonome dichiaratesi indipendenti da Tbilisi nei primi anni ‘90.

3 L’Armenia conta circa 3.000.000 di abitanti, di cui circa la metà risiede nella capitale Erevan e nel suo agglomerato

urbano; la popolazione dell’Azerbajdžan ammonta a circa 8.000.000 di abitanti, quelli della Georgia a meno di

5.000.000.

3

Oltretutto, grazie al piano di adesione alla NATO, la Georgia continua a godere dell’enorme

aiuto economico, politico e militare di Turchia e Stati Uniti. Parecchi milioni di dollari sono andati a

potenziare la professionalità dell'esercito, pochi sono finiti nelle mani del popolo georgiano, molti

nelle tasche delle più disparate ONG, che in diversi casi hanno aperto lussuosi uffici negli esclusivi

palazzi in centro a Tbilisi. Pare che tra gli obiettivi occupazionali dei giovani laureati georgiani il

posto fisso presso una di queste organizzazioni transnazionali costituisca un vero traguardo,

nonché un valido passe-partout per lavorare all’estero.

Gran parte delle organizzazioni non governative che operano in Georgia sono finanziate,

controllate, quando non addirittura dirette, da organismi governativi statunitensi, primi tra tutti il

NED (National Endowment for Democracy4) e l’USAID (United States Agency for International

Development5); non proprio un segreto, almeno stando alle fonti telematiche delle stesse

organizzazioni.

Come è noto, tra i primi movimenti diffusisi all’interno dell’Università di Tbilisi c’è Kmara!6, definito

dagli stessi dirigenti una “organizzazione di resistenza civile”. Vale la pena evidenziare come

Kmara!, originariamente poco più che un banale movimento studentesco, sia stato gestito a

livello mediatico ed organizzativo da Liberty Institute7, ONG georgiana di cui stranamente si

conosce poco a livello di finanziamenti e bilanci.

Nato nel lontano 1996 in occasione delle proteste popolari seguite al temporaneo oscuramento

della rete televisiva indipendente Rustavi 2 per volontà ministeriale, il Liberty Institute può essere

considerato tra i pionieri dell’attivismo mondialista nel Caucaso.

Dopo avere acquisito una enorme conoscenza della società civile georgiana attraverso

numerosi programmi di studio, il Liberty Institute ha scelto di diversificare notevolmente i rami delle

proprie attività, occupandosi praticamente di tutti i campi in cui lavorano le ONG: denuncia

sociale, giornalismo investigativo, lotta alla corruzione nella politica e nell’Università di Tbilisi, di

estremismo religioso8, di educazione, di diritti umani e soprattutto di sostegno ai movimenti

studenteschi, tra cui chiaramente Kmara!

Molti giovani dirigenti di Liberty Institute, attraverso l’adesione al partito di Saakhashvili hanno

conquistato l’accesso alle maggiori cariche statali, lasciando alle nuove leve il compito di

formare i nuovi “agitatori pacifisti” che avremmo poi visto all’opera a Kiev (Ucraina) nel 2004 ed a

Bishkek (Kyrgyzstan) l’anno seguente.

Pur senza analizzare in questa sede gli aspetti e le strutture delle singole ONG che operano sul

territorio è doveroso citare la Open Society Foundation / Eurasia Foundation, nata dalla mente

4 Fondo Nazionale per la Democrazia; creato nel lontano 1983 dall’ex presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan per

“promuovere la democrazia nel mondo”. Non occorre un approccio particolarmente critico nei confronti degli Stati

Uniti per comprendere i legami tra la CIA ed il Fondo Nazionale per la Democrazia; come testimoniano infatti le più

note fonti di informazione mondiali (http://en.wikipedia.org), tali aspetti sono oramai di dominio pubblico.

5 Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (http://www.usaid.gov): creata dal governo americano nel 1961

e diretta dal Segretario di Stato, è l’ente responsabile di tutti gli aiuti non militari ai paesi esteri. La collaborazione di

USAID con la CIA, per la quale è stata oggetto di critiche anche in patria, è ben comprensibile osservandone il

programma operativo: cure mediche alle popolazioni bisognose, contrasto degli effetti delle catastrofi naturali,

supporto a chi lotta per vivere in un paese libero e democratico. In testa alla lista dei beneficiari Iraq, Israele, Egitto,

Afghanistan e Colombia.

6 In georgiano “è abbastanza!”

7 http://www.liberty.ge

8 Pare che l’organizzazione abbia preso più volte posizione nei confronti dell’integralismo religioso promosso dalla

Chiesa Ortodossa di Georgia; numerose le iniziative per denunciare i rapporti tra Stato e Chiesa Ortodossa, la

discriminazione a carico della Chiesa cattolica, di quella Evangelica ed anche i Testimoni di Geova.

4

dell’americano di origine ebraica George Soros. La Open Society, grazie ai miliardi investiti dal

suo creatore, rappresenta una struttura operativa dall’apparato tentacolare, in grado di gestire

diverse sedi operative in tutto il mondo, svolgendo tutte le funzioni “paragovernative” e di

indirizzo politico - umanitarie descritte nella parte iniziale del presente documento.

La potenza economica di Open Society / Eurasia Foundation, alla cui espansione contribuisce

economicamente perlomeno l’apparato governativo statunitense di USAID, consente alla

squadra di Soros di aiutare e sponsorizzare a sua volta una miriade di fondazioni e organizzazioni

minori gestite sul territorio dai quadri locali.

Limitatamente alle nuove organizzazioni georgiane sostenute da Open Society/Eurasia

Foundation o direttamente da USAID sarà sufficiente ricordare a puro titolo di esempio Horizonti9,

Caucasus Institute for Peace, Democracy and Development (CIPDD), la Rete dei Giornalisti

Caucasici, la Georgian Foundation for Strategic and International Studies, il Fund Sukhumi10.

CONCLUSIONI

Difficile stabilire quali siano oggi i veri ruoli ed obiettivi delle Organizzazioni Non Governative.

Particolarmente complesso il giudizio nei confronti di chi opera nelle zone strategiche del nostro

continente, dove le ONG occidentali più influenti paiono quasi volersi occupare del dialogo

politico sostituendosi alle componenti governative.

Tali organizzazioni rimangono il più delle volte “non governative” sul piano teorico e statutario, ma

nella realtà rappresentano una voce di espressione politica e sociale ben marcata che

contribuisce ad orientare decisivamente la classe politica o il pensiero comune della popolazione

locale; per dirla con le loro parole, le ONG anche dove si mostrino meno efficaci fungono

quantomeno da opinion makers.

Nel formulare un quesito precedentemente proposto, di fronte alla presenza di un numero tanto

enorme quanto illogico di organizzazioni dedite alla salvaguardia dei medesimi valori sociali, dai

diritti umani alla libertà di stampa, viene da chiedersi perché si preferisca mantenere un

atteggiamento collaborativo fra le diverse entità rifiutando ad esempio di fondersi in una sola

organizzazione che conseguentemente vanterebbe un enorme e pronto impatto mediatico.

Nel multiforme teatro delle ONG americane non è sufficiente conoscere i nomi dei personaggi

interpretati e di chi li manovra; serve senza dubbio conoscere anche chi presta i fondi, la

manodopera e soprattutto che tipo di rappresentazione è intenzionato a mettere in scena.

9 Fondazione che lavora per la crescita della società civile georgiana.

10 Lavora per migliorare la condizione femminile delle donne georgiane, perlopiù fuggite dalla guerra di Abkhazia;

finanziatori sono l’Ambasciata USA in Georgia e quella del Regno Unito, il già citato N.E.D., l’americano Global

Fund for Woman, l’Institute Democracy in Eastern Europe (sede a Washington), la Soros Foundation – Open Society

Georgia, ecc. Tra i soci di Fund Sukhumi anche Kvina till Kvinna, organizzazione femminista con base a Johanneshov

(Svezia) famosa per il suo supporto al serbo Yukom (Comitato dei Legali per i Diritti Umani), schieratasi apertamente

contro i due maggiori partiti serbi capeggiati da Tomislav Nikolić e Vojislav Koštunica nonché favorevole alla

secessione del Kosovo dalla Serbia.

* PER IL COORDINAMENTO PROGETTO EURASIA